Una ampolla con il sangue di Papa Karol Wojtyla e una croce sono state rubate dalla piccola chiesa di San Pietro della Ienca (L’Aquila), sotto il Gran Sasso. Il furto risalirebbe a tre giorni fa. Il prete che si occupa della chiesa ha visto la reliquia per l’ultima volta venerdì, poi domenica è ritornato nella cappella e non c’era più. Cinquanta carabinieri hanno setacciato palmo a palmo la zona intorno alla piccola chiesa. Le indagini dei militari guidati dal comandante provinciale, Savino Guarino, avrebbero evidenziato la possibilità che i ladri si siano disfatti dell’oggetto sacro.

La zona montana dove si trova il piccolo santuario era molto cara a Giovanni Paolo secondo che era solito raggiungere spesso il Gran Sasso per passeggiare, stare in meditazione e anche sciare. Sul furto arriva la condanna del presidente dell’Associazione culturale “San Pietro della Ienca”, Pasquale Corriere, promotore delle iniziative di rilancio turistico del Gran Sasso incentrato sulla figura di Wojtyla. Corriere ha ribadito che sono “tre sole al mondo le reliquie con il sangue di Wojtyla”. Sul furto è stata aperta un’inchiesta dalla procura dell’Aquila.

Ancora non è chiaro il motivo del furto, non è esclusa la pista satanica. La denuncia arriva dal comitato di volontariato Osservatorio Antiplagio. Nel calendario satanico, il giorno del furto coincide con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio, periodo nel quale rientrano anche il ricordo sacrilego e il risvolto satanico dell’olocausto nazista nella Giornata della Memoria, per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio.

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