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Papa Francesco, messaggio a Davos: “Ricchezza sia a servizio dell’umanità”

Il Pontefice, rivolgendosi al World economic forum, è tornato sul tema dell'immigrazione, dichiarando che "non si possono lasciare indifferenti i numerosi profughi che vanno incontro alla morte in viaggi disumani"
Papa Francesco, messaggio a Davos: “Ricchezza sia a servizio dell’umanità”
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“Vi chiedo di fare in modo che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e non la governi”. E’ l’appello rivolto da Papa Francesco nel messaggio inviato al World economic forum, in programma in questi giorni a Davos, in Svizzera. Il Pontefice, riconoscendo “il ruolo fondamentale che l’imprenditoria moderna ha avuto” nei tanti “cambiamenti epocali, stimolando e sviluppando le immense risorse dell’intelligenza umana”, rileva tuttavia che “i successi raggiunti, pur avendo ridotto la povertà per un grande numero di persone, non di rado hanno portato anche ad una diffusa esclusione sociale”.

Bergoglio richiama quindi “le diverse istanze politiche ed economiche” alla “promozione di un approccio inclusivo, che tenga in considerazione la dignità di ogni persona umana e il bene comune”. Per il Papa, “si tratta di una preoccupazione che dovrebbe improntare ogni scelta politica ed economica, ma a volte sembra solo un’aggiunta per completare un discorso”. A suo avviso, “coloro che hanno incombenze in tali ambiti hanno una precisa responsabilità nei confronti degli altri, particolarmente di coloro che sono più fragili, deboli e indifesi”.

Il Papa si dice “consapevole che queste parole sono forti, persino drammatiche, tuttavia esse intendono sottolineare, ma anche sfidare, la capacità di influire di codesto uditorio”. Infatti, quanti “sono stati capaci di creare innovazione e favorire il benessere di molte persone, possono dare un ulteriore contributo, mettendo la propria competenza al servizio di quanti sono tuttora nell’indigenza“. Secondo il Pontefice, “occorre, perciò, un rinnovato, profondo ed esteso senso di responsabilità da parte di tutti”.

Infatti, afferma, “la crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga”. E oltre a “una visione trascendente della persona”, essa “richiede decisioni, meccanismi e processi volti a una più equa distribuzione delle ricchezze, alla creazione di opportunità di lavoro e a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo”. Proprio “a partire da tale apertura alla trascendenza”, per il Papa “potrebbe formarsi una nuova mentalità politica ed imprenditoriale, capace di guidare tutte le azioni economiche e finanziarie nell’ottica di un’etica veramente umana”. “Vi chiedo di fare in modo – conclude – che la ricchezza sia al servizio dell’umanità e non la governi”.

Papa Francesco è infine tornato sul tema dell’immigrazione, dichiarando che “non si può tollerare che migliaia di persone muoiano ogni giorno di fame, pur essendo disponibili ingenti quantità di cibo, che spesso vengono semplicemente sprecate”. Né, ha concluso, “possono lasciare indifferenti i numerosi profughi che vanno incontro alla morte in viaggi disumani”.

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