L’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale è già stato fissato nell’agenda dei due leader di partito. Il Cavaliere vedrà il segretario del Pd sabato 18 a Roma nel tardo pomeriggio. Ancora top secret il luogo che, riferiscono fonti vicine a Forza Italia, dovrebbe essere neutrale. Quindi niente Palazzo Grazioli e niente via del Nazareno. Come promesso Berlusconi e Renzi si confronteranno sulla riforma della legge elettorale prima che il provvedimento inizi il suo iter in commissione Affari costituzionali della Camera lunedì 20 gennaio. Ma i “consigli” del partito al segretario non si fermano: “E’ giusto dialogare con tutti – dice Danilo Leva, ex responsabile Giustizia del partito e ora esponente della sinistra Pd, in minoranza – Ma un conto è Forza Italia, un conto è Berlusconi in quanto condannato in via definitiva. Credo si debba tenere conto di questa differenza. Non vorrei una sua riabilitazione attraverso gratuiti atti simbolici”. “Sulla legge elettorale – aggiunge Leva – riteniamo che superato il Porcellum in maniera piena con le preferenze non si possa tornare indietro su un mini Porcellum (il riferimento è al metodo “spagnolo”, ndr). Questo credo vada ribadito anche internamente in vista della Direzione di oggi”. Proprio la direzione del Pd si annuncia come una sorta di battaglia, anche se come si sa i numeri a favore di Renzi sono schiaccianti. Renzi cercherà di riunire le anime del partito sia per quanto riguarda la preferenza sul sistema elettorale da adottare che sull’incontro con l’ex presidente del Consiglio. 

Orfini: “Finché B. è leader, bisogna parlarci”. Civati: “Con B. loro hanno fatto due governi…”
Eppure il leader dei Giovani Turchi, Matteo Orfini, che pure rappresenta la sinistra del partito era stato molto più indulgente: “Finché Berlusconi, ci piaccia o no, rappresenta un pezzo importante del Parlamento, bisogna parlarci. Se riconosciamo che la legge elettorale è una priorità del Paese, è ragionevole che il nostro segretario dialoghi a 360 gradi con tutte le forze politiche. A partire da quelle di maggioranza, ma cercando un rapporto anche con le opposizioni”. Più duro Pippo Civati: “Sono il primo a chiedere chiarezza sulla trattativa lampo sulla legge elettorale, sul sistema spagnolo (che sembra sempre di più un fiorentino, visto anche il protagonismo di Verdini), ma davvero l’argomento – usato in modo contundente contro Renzi – che con Berlusconi non si deve parlare, detto da chi con Berlusconi ha fatto due governi, si è ripromesso di cambiare la Costituzione (con una riforma epocale), non si è dato un limite né di tempo, né di obiettivi, è veramente un assurdo logico e una dichiarazione politica che ha dell’incredibile”. 

E a parlare apertamente è anche il capogruppo alla Camera Roberto Speranza: “Penso che sia utile parlare con Forza Italia dopo aver parlato con la maggioranza. È chiaro che bisogna provare a parlare a tutte le forze politiche. Ed è chiaro anche che si parte dalla maggioranza. Ma non è sbagliato, a un certo punto, parlare con Fi. Questo può significare anche, come Renzi già sta facendo, parlare con altre personalità e non con Berlusconi” perché “ritengo poco opportuno il confronto con una persona che è stata condannata in terzo grado”.

Vendola: “Tante cose non bisognava fare con B. E nemmeno questa”
La sinistra Pd ad ogni modo non è sola. Si aggiunge all’appello anche il presidente di Sel Nichi Vendola: “Sulla legge elettorale meglio andare sul sicuro. Quindi meglio evitare di farla con Berlusconi, affidandosi all’azzardo di sistemi non collaudati. Dopo che il Porcellum ha avvelenato la politica abbiamo bisogno di una medicina buona. Ha avvelenato la politica”. “Tante cose – continua – non bisognava fare con Berlusconi, a partire dal governo. Anche quando non era un pregiudicato – ha commentato Vendola – era certamente pregiudicabile”. E quindi governabilità e rappresentanza sono ciò che deve garantire il sistema elettorale. “Il Mattarellun – ha concluso – è un modello già rodato”.

Protesta anti-Renzi anche in Scelta Civica e Ncd: “Bisogna partire da dialogo nella maggioranza”
Ma le grane per Renzi si moltiplicano. Perché i problemi non ci sono solo all’interno del Pd, ma anche all’interno della maggioranza. Perché a furia di voler fare l’accordo per una riforma elettorale votata da una maggioranza più larga possibile, il segretario democratico continua a ignorare gli alleati di governo. E dopo un incontro i gruppi parlamentari di Scelta Civica e Nuovo Centrodestra “ritengono necessario un incontro a breve con tutte le forze politiche della maggioranza sulla riforma della legge elettorale”. “Abbiamo convenuto – si legge in una dichiarazione congiunta dei capigruppo Andrea Romano e Enrico Costa – che sia fondamentale partire da un testo condiviso innanzitutto dalla maggioranza che sostiene il governo. Abbiamo ribadito la nostra contrarietà al modello spagnolo perché non garantisce la governabilità ed espresso la preferenza per il doppio turno che garantisce rappresentanza e governabilità”. Il Nuovo Centrodestra in particolare chiede – di nuovo – di partire dall’opzione proposta da Renzi del sistema del “sindaco d’Italia”, in sostanza un doppio turno con premio di maggioranza. Secondo Gianfranco Librandi (Scelta Civica) “il gioco di Matteo Renzi” è “abbastanza chiaro: tenere in vita politicamente Berlusconi per poi affrontarlo come suo principale avversario elle elezioni, a partire dalle Europee”.

Il segretario Pd incontra Fratelli d’Italia. Loro: “No al Verdinium”
Nel frattempo Renzi continua il suo giro di consultazioni sulla legge elettorale e ha incontrato i vertici di Fratelli d’Italia. Il sindaco è stato ricevuto da Ignazio La Russa, Guido Crosetto, Giorgia Meloni e Fabio Rampelli. “No al Verdinium”, dice però la piccola formazione di destra dopo il confronto. Contrarietà, dunque, “ad un modello spagnolo proposto da Forza Italia che ripropone la vergogna di candidati indicati e liste definite dalle segreterie di partito”spiega la Meloni.

Grillo: “Renzi e B., voglia di elezioni? Ok. Votiamo con il proporzionale”
Da tutte le dinamiche si tira fuori – o meglio se n’è tirato fuori da tempo – Beppe Grillo: “C’è una coppia che scoppia dalla voglia di elezioni. I nomi della coppia in fregola li sanno tutti, ma per correttezza di informazione è bene ripeterli, sono Renzie e Berlusconi. Ogni discussione sulle emergenze del Paese, ormai travolto dal debito pubblico e dalla disoccupazione, è passata in cavalleria”. E dunque se il segretario del Pd e il Cavaliere hanno voglia di andare a elezioni anticipate “vanno accontentati”, scrive il leader del Movimento Cinque Stelle, e “anche il M5S vuole le elezioni al più presto”. Per Grillo i due “sembrano sempre di più padre e figlio”. “Tagli alla spesa non si vedono all’orizzonte – scrive Grillo – dal finanziamento ai partiti, a quello dei giornali, all’eliminazione delle Province, tutte spese di cui il M5S ha chiesto l’abolizione in Parlamento senza alcuna risposta. Interventi a favore della piccola e media impresa, come l’eliminazione dell’Irap e la defiscalizzazione degli investimenti, sono assenti dalla discussione politica. Elezioni! Elezioni! Non si parla d’altro, come sempre per non parlar di nulla”. “Alla spagnola, alla tedesca mista all’inglese, con premio alla finlandese con il triplo turno carpiato. La coppia Berlusconi&Renzie – accusa dunque il leader M5S – che sembrano sempre di più padre e figlio, vuole, a parole, fortissimamente vuole le elezioni. Ora si può!”.

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