La procura della Repubblica di Bologna ha iscritto al registro degli indagati i nove capigruppo della attuale legislatura in consiglio regionale. L’indagine è quella che riguarda le spese dei gruppi consiliari aperta nel 2012 dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi sotto la supervisione del procuratore Roberto Alfonso e dell’aggiunto Valter Giovannini.  Gli indagati sono i responsabili dei gruppi Pdl (Luigi Giuseppe Villani), Pd (Marco Monari), Lega nord (Mauro Manfredini), Idv (Liana Barbati), M5S (Andrea Defranceschi), Udc (Silvia Noé), Gruppo Misto (Matteo Riva), Fds (Roberto Sconciaforni) e Sel-Verdi (Gianguido Naldi).

Proprio nella mattinata di oggi, 22 ottobre 2013, un gruppo di finanzieri aveva fatto visita al palazzo dell’assemblea legislativa, bussando alle porte di tutti e nove i gruppi consiliari per chiedere conto principalmente delle consulenze esterne. In pratica le fiamme gialle hanno chiesto ai funzionari dei gruppi che esito avessero avuto le consulenze affidate, in molti casi dei Co.co.pro. Questo per scoprire se le collaborazioni fossero o meno fittizie. In alcuni casi ci sono state collaborazioni e consulenze sostanziose e ripetute decine di volte sempre dalle stesse persone.

Oltre a capire se qualcuno si è appropriato di denaro pubblico per fini personali, i pm vogliono capire se le consulenze e le collaborazioni riguardano il gruppo consiliare oppure, per esempio, il lavoro di militanza del partito al di fuori del lavoro in Regione. Questo configurerebbe una violazione, una sorta di finanziamento illecito ai partiti. Di certo le responsabilità non sono uguali per tutti i gruppi e all’interno degli stessi gruppi sarebbero al vaglio fatti molto diversi come gravità. Tanto che se è vero che alcuni degli attuali indagati potrebbero uscire dall’inchiesta, altri consiglieri potrebbero entrarvi una volta approfondite le loro condotte.

In questo momento l’indagine punta ad analizzare l’attuale legislatura e non la precedente 2005-2010. E’ proprio per questo che tutti i nove presidenti dei gruppi attualmente in consiglio sono finiti sul registro degli indagati anche perché firmatari di tutti gli atti. Dal consiglio regionale sono arrivate le prime reazioni. “Sono sereno, per quello che mi riguarda valuteremo le questioni che ci vengono addebitate e ci spiegheremo nelle sedi opportune. Ci siamo sempre attenuti al regolamento in questi anni”, ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Marco Monari del Pd. “Non so nulla, non hanno consegnato avvisi di garanzia – ha spiegato Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle – I nostri conti sono online dal 2010, e tutto su internet, altrimenti l’avviso di garanzia ce l’avrebbero mandato prima i nostri elettori”.

“Siamo tutti sulla stessa barca, abbiamo recepito il regolamento regionale. Confidiamo nella magistratura, speriamo tutto si concluda in modo rapido”, è stata la reazione di Mauro Manfredini capogruppo della Lega. Giovanni Favia: “bisognerà capire cosa contestano, perché anche la corte dei conti aveva indagato su tutti i gruppi”.

“Ho sempre cercato di agire in modo corretto, sono serena perché di una cosa sono certa: non ho portato a casa nulla”, ha detto Liana Barbati dell’Idv. “Non abbiamo certo comprato dei push up, mi dispiace perché é la prima volta ma ho seguito il regolamento pedissequamente, regolamento che poi e’ stato modificato in maniera più restrittiva anche per nostra volontà. Come gruppo io ho 230 mila euro non spesi, nemmeno il Movimento 5 stelle e’ messo così, soldi che spero di poter restituire. Se avessi voluto delinquere li avrei spesi”. Silvia Noè  dell’Udc ha spiegavo: “Non so nulla, spero formalizzino in maniera puntuale gli oggetti sottoposti a inchiesta in maniera da renderci conto”.

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