In nome della lotta alla disoccupazione giovanile, il governo Letta annuncia una (contro)riforma del lavoro sul modello tedesco, basato sui cosiddetti mini-job, i mini-lavori precari pagati solo 500 euro al mese. Grazie al governo del Pdl e del Pd il tempo intercorso tra un lavoro precario e l’altro diminuirà. Questa sarebbe la grande novità: il giovane Letta renderà ancora più precario il mercato del lavoro per … combattere la disoccupazione giovanile.

Ancora una volta la strada è indicata dalla Germania: infatti il governo rosso-verde di Gerhard Schröder diede l’esempio fin dai primi anni 2000. Schröder fece quello che neppure il governo liberal-laburista di Tony Blair osò realizzare. Sfruttando la disoccupazione, la minaccia di licenziamenti e di delocalizzazioni, il governo socialista-verde ridusse drasticamente i salari. Il punto di svolta fu la tristemente famosa legge Hartz del 2003 che deregolamentò il mercato del lavoro, inaugurò il lavoro precario e ridusse i sussidi di disoccupazione e le pensioni. Il mercato del lavoro tedesco si divaricò radicalmente. I lavoratori tedeschi più qualificati guadagnano bene: ma secondo il settimanale Spiegel oggi circa 8 milioni di lavoratori in Germania guadagnano circa 9 euro all’ora, mentre altri 1,4 milioni di lavoratori, con i cosiddetti mini-job, addirittura meno di 5 euro all’ora. Schröder nel 2005 perse le elezioni, anche a causa del clamoroso scandalo provocato dal suo collaboratore Peter Hartz, l’autore della legge di (contro)riforma del lavoro che venne scoperto a distribuire bustarelle, viaggi esotici e prostitute ai sindacalisti.

Due mesi dopo Angela Merkel divenne premier: ma grazie al dumping sul costo del lavoro, la Germania ha vinto i concorrenti dell’eurozona. I paesi dell’euro infatti non possono più svalutare la moneta e sono costretti anch’essi a svalutare il lavoro, proprio come fece Hartz nel 2005. L’euro della Merkel è diventato la camicia di forza per rendere ancora più precaria l’occupazione, e la Ue, la Bce, il Fmi spingono per replicare la (contro)riforma tedesca in tutta Europa.

In Italia il governo Letta-Berlusconi va chiaramente in questa direzione. E purtroppo ci sta riuscendo, grazie alla partecipazione del Pd e alla poco convinta opposizione dei sindacati. Che cosa ne pensa Guglielmo Epifani, l’attuale segretario del Pd ed ex segretario della Cgil? Anche la sinistra che fu una volta radicale non si oppone più di tanto a questo euro a gestione tedesca che soffoca l’economia e svaluta il lavoro.

Perfino Sbilanciamoci.info, il think tank degli economisti di area Pd e Sel che fa delle giuste campagne contro gli F35 e l’austerità, si guarda bene dal mettere in discussione questo euro a guida tedesca e la conseguente politica europea di svalutazione del lavoro e di compressione degli investimenti pubblici e privati. Tutto il mondo parla dei guasti dell’euro e della possibilità che l’eurozona si rompa, ma in Italia l’opposizione degli economisti dei partiti di sinistra assomiglia all’opposizione di Sua Maestà. E’ riverente e non disturba il manovratore.

Un fatto però è certo: finché c’è questo euro, l’Italia andrà in rovina. Purtroppo ancora una volta Berlusconi si dimostra il politico italiano più sagace e spregiudicato: da una parte comanda al governo e dall’altra, come se fosse all’opposizione, attacca (giustamente) la stupida ragioneria del deficit al 3% e il fiscal compact. Se la politica di sinistra non difende più il popolo, allora avanza il populismo di destra, l’astensione e la disperazione.

 

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