Abuso d’ufficio e peculato. Con queste accuse l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla è stata iscritta nel registro degli indagati. Sotto la lente della procura di Milano – pm Maria Letizia Mannella – è finito l’uso personale degli elicotteri di Stato da parte dell’ex titolare di Via della Ferratella. Due in particolare i voli contestati, quelli del 9 dicembre 2009 e del 13 marzo 2010, raccontati nel novembre del 2010 dal Fatto Quotidiano, che ricevute e bilanci alla mano, documentò almeno due spostamenti del ministro effettuati con voli di Stato e procedure particolari senza nessuna “comprovata necessità istituzionale”. Elicotteri dei carabinieri per gli spostamenti, autoambulanze e automediche per garantire le condizioni di sicurezza necessarie al volo. Il tutto per raggiungere, è il caso del 13 marzo, il suo comitato elettorale a Rimini.  

Senza contare l’ingente uso di risorse pubbliche: solo nel 2009 il ministro aveva speso 157mila euro in viaggi contro un budget previsto di 27mila. Nella scorsa legislatura la vicenda era finita anche agli atti di una interrogazione parlamentare degli onorevoli Ferrante e Della Seta che prendeva ampi stralci proprio dall’articolo del Fatto per chiedere conto al ministro delle sue abitudini e oggi ricompare  – come raccontato da Repubblica – nella richiesta di atti che il pm – unico modo per far proseguire le indagini – ha inoltrato al Tribunale dei Ministri.

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