La Procura della Repubblica di Bologna ricorrerà in appello contro l’assoluzione di Vasco Errani. Martedì 19 febbraio era l’ultimo giorno utile per presentare ricorso contro la sentenza in abbreviato che lo scorso novembre lo aveva ritenuto estraneo all’accusa di falso ideologico. Il governatore dell’Emilia Romagna era accusato di avere dichiarato il falso in una relazione presentata in procura nel 2009 riguardante il finanziamento regionale di un milione di euro a favore della cooperativa Terremerse di suo fratello Giovanni Errani.

Lo scorso 7 gennaio il giudice per le udienze preliminari, Bruno Giangiacomo aveva depositato le motivazioni della sua sentenza riconoscendo che la parentela tra Vasco e Giovanni Errani era un buon”spunto di indagine“, ma che non c’erano prove che il governatore avesse istigato i suoi funzionari (anche loro assolti a novembre) a scrivere una relazione per sviare le indagini.

”Errare è umano, perseverare diabolico”. Appena appresa la notizia del ricorso dei pm l’avvocato di Errani, Alessandro Gamberini, commenta a caldo la notizia: “Non abbiamo ancora letto il documento dell’appello, ma fin dall’inizio abbiamo detto che la procura persevera su una linea accusatoria sbagliata”.  Il legale spiega di non avere ancora sentito il governatore che era impegnato in quei minuti in una riunione con i terremotati. “Siamo tranquilli, lo avevamo messo in conto”, conclude l’avvocato Gamberini.

Errani ha appreso la notizia mentre riceveva all’ultimo piano del palazzo regionale una delegazione di cittadini terremotati. Proprio in quei momenti una agenzia di stampa batteva la notizia temuta, ma non inattesa. Il ricorso della procura di Bologna arriva proprio nella settimana cruciale delle elezioni politiche (e del resto i termini scadevano proprio in questi giorni, dunque non è stato un ricorso ‘strumentalizzabile’), con le voci sempre più insistenti che vedrebbero il politico di Ravenna, da 14 anni in sella in Viale Aldo Moro, seguire ‘l’eventuale premier’ Pierluigi Bersani nel suo governo, con la prestigiosa carica di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Il processo d’appello,che potrebbe celebrarsi anche fra due anni, potrebbe dunque tenersi mentre Errani è a Roma, a fare il ‘Gianni Letta’ del Pd.

Bersani, venerdì scorso a Bologna, non ha negato che al governatore ”ci stia pensando”, e in Regione molti consiglieri cominciano a prepararsi per prossime elezioni anticipate nel caso Errani dovesse andare a Roma. E’ spuntata anche l’ipotesi di un Errani ‘sdoppiato’ tra Roma e Bologna, ma un altro incarico potrebbe essere impossibile da sopportare anche per un lavoratore indefesso come il presidente. Non va infatti dimenticato che attualmente è anche presidente della conferenza delle Regioni e, soprattutto, è commissario per l’emergenza terremoto in Emilia.

Tra i papabili successori alla guida della giunta spuntano almeno quattro nomi. In pole position c’è Giancarlo Muzzarelli, 58 anni, assessore regionale alle Attività produttive. Poi c’è Daniele Manca, sindaco di Imola, 44 anni, ma già una carriera politica ventennale. Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente nazionale dell’Anci, è popolarissimo in regione e anche fuori. Infine negli ultimi giorni circola con sempre maggiore insistenza il nome di Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd. Da lunedì prossimo il quadro sarà più chiaro.

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