Nel maggio 2012, con la vittoria di François Hollande, la sinistra è ritornata al potere in Francia. A Parigi molti osservatori politici aggiungono un dettaglio. Che al potere è ritornata anche la massoneria. Con il cambio della guardia ai vertici dello Stato, sarebbe aumentato considerevolmente il numero di massoni tra i ministri, i loro consiglieri e gli alti funzionari, soprattutto via il Grand Orient de France (Godf): è la loggia maggiore, che, pure a livello di adepti, si sta rafforzando negli ultimi tempi. E che, dal punto di vista politico, è classificata piuttosto a sinistra. 

A dirlo, ben due settimanali, Le Nouvel Observateur e Le Point, che hanno dedicato la copertina al revival della massoneria nella Francia dei socialisti. «I massoni sono di ritorno – scrive il Nouvelobs -: con la vittoria di Hollande hanno investito gli ingranaggi del potere, come non avveniva dal 1981». L’anno dell’elezione di un altro presidente socialista, François Mitterrand. Non che con Nicolas Sarkozy i massoni fossero caduti completamente in disgrazia. Avevano accolto con un certo favore la sua elezione nel 2007. Ma le sue posizioni sempre più vicine all’estrema destra, soprattutto nell’ultima fase del mandato, non erano piaciute per nulla al Godf, come le attenzioni dell’ex presidente nei confronti delle esigenze dei cattolici più intransigenti. D’altra parte la loggia tradizionalmente più a destra, la Grande Loge nationale française (Glnf), anche a causa di dissidi e scandali interni, ha perso sempre più affiliati. E potere.

Con Hollande la musica è diversa. Intendiamoci bene: il nuovo presidente non è un massone. Ma il mondo delle logge lo ha apprezzato subito anche da candidato, soprattutto rispetto alle due donne che lo affrontarono alle primarie del Partito socialista francese, Martine Aubry e Ségolène Royal. In odore di massoneria (di quella praticata) sono vari esponenti politici a lui vicini. Non è facile fare un “censimento” preciso. A livello di Parlamento sono comunque oltre 150 i deputati e senatori che si rivendicano sfacciatamente massoni (fanno parte della “Fraternelle parlamentaire“) e per i due terzi sono di sinistra. Quanto ai ministri, l’inchiesta del Nouvel Observateur indica vagamente in “una mezza dozzina” quelli affiliati. Manuel Valls, l’influente ministro degli Interni, ha aderito al Grande Oriente di Francia negli anni Ottanta e, dice lui, ne ha preso le distanze nel ’96. Ma sarebbe ancora molto vicino all’ambiente. Jérome Cahuzac, alla guida del dicastero del Bilancio, ora al centro di un’inchiesta giudiziaria per sospetta frode fiscale, non ha mai smentito la sua appartenza al Godf, segnalata da molti. Anche una donna, Anne-Marie Escoffier, ministro della Decentralizzazione, farebbe parte del giro.

Ma molto più numerosi sarebbero i “massoni senza grembiulino”, come vengono chiamati in Francia (i simpatizzanti, insomma), tra ministri e politici. Come Vincent Peillon, responsabile del dicastero dell’Educazione, che negli ultimi mesi ha più volte tenuto conferenze alla sede della loggia del Grande Oriente, per spiegare come realizzerà il suo progetto di introdurre l’insegnamento della “morale laica” nelle scuole. Proprio questo progetto sarebbe una novità voluta direttamente dalla massoneria. Che, si legge nell’inchiesta del Nouvel Observateur, mediante la sua rinnovata influenza, “dovrebbe rivelarsi determinante per far passare alcune riforme della società civile, care alla sinistra”. Vedi il matrimonio gay, che trova l’appoggio convinto del grosso della massoneria, in nome di un laicismo spinto al suo estremo. E che ora, a pochi giorni dall’inizio del dibattito parlamentare sul nuovo progetto di legge, si trova al centro di vivaci polemiche. Perfino la depenalizzazione dell’eutanasia attiva, altra battaglia aperta di Hollande, trova i massoni totalmente favorevoli, in particolare il Grande Oriente. Che appoggia pure un’altra delle promesse elettorali di Hollande, il diritto di voto degli stranieri alle comunali.

Ma allora, solo un’influenza positiva? Non proprio. C’è anche chi punta il dito sul fatto che in Francia la massoneria, come altrove, influenza nomine all’interno dello Stato (e non solo) a 360 gradi, con la meritocrazia come variabile non necessaria. Uno dei casi eclatanti, in questo senso, riguarda in realtà la destra, quando, alla fine dell’era Sarkozy, ministro dell’Economia divenne François Baroin, che, con scarse conoscenze nel campo e un inglese stentatissimo, si ritrovò a gestire per la Francia la crisi dell’euro. La sua sorprendente nomina era probabilmente da mettere in relazione al fatto che il padre era stato uno dei più prestigiosi gran maestri della Godf. Altro personaggio (di sinistra, stavolta) decisamente in odore di massoneria è Dominique Strauss-Kahn, ex direttore generale del Fondo monetario internazionale, candidato probabile alle presidenziali francesi prima di essere travolto dal noto scandalo del Sofitel di New York. A quel momento i media francesi lo difesero a oltranza, al di là di qualsiasi giustificazione. Le cattive lingue dissero che i massoni avevano attivato la loro rete di contatti e influenze fra i giornalisti.

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