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Elezioni 2013, candidati in lista Monti Valentina Vezzali, Bombassei e Sechi

L'ufficialità è stata data dallo stesso presidente del Consiglio. Gli altri nomi in gioco sono quelli del presidente della Confcooperative Luigi Marino e della presidente del Fai Ilaria Borletti Buitoni. Il Professore: "Costretto ad aumentare le tasse per colpa di alcuni irresponsabili"
Elezioni 2013, candidati in lista Monti Valentina Vezzali, Bombassei e Sechi
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La pluricampionessa olimpionica Valentina Vezzali, l’ex vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei, il direttore del Tempo Mario Sechi. Sono alcune delle personalità presenti nella lista Monti. Sono le prime candidature ufficializzate dallo stesso presidente del Consiglio che oggi è stato intervistato da TgCom24. Monti ha definito Bombassei “uno degli imprenditori italiani più rispettati nel mondo”, aggiungendo che la schermitrice jesina “si è dichiarata disponibile”, mentre Sechi “ha accettato di candidarsi con noi”. Gli altri nomi “certificati” dallo stesso presidente del Consiglio sono quelli di Luigi Marino, presidente della Confcooperative, e di Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, che difende beni culturali e paesaggistici. Poco dopo l’annuncio di Monti la campionessa olimpica ha confermato su twitter: “Ho deciso di raccogliere l’invito di @SenatoreMonti e salire in politica con @scelta_civica”. E in un altro ‘cinguettio’, aggiunge: “… quando c’è la possibilità di veder sventolare il tricolore con orgoglio nel mondo!”. Sempre su twitter, Vezzali garantisce: “Questo non vuol dire che abbandonerò lo sport, almeno fino alle Olimpiadi di Rio”.

Anche oggi, a parte una risposta a distanza con l’Unione Europea sull’Imu, il Professore ha presto virato su toni da campagna elettorale, dicendosi “costretto” ad aumentare le tasse “perché alcuni irresponsabili hanno portato a quella situazione” finanziaria, “ma adesso che il Paese è salvo c’è una prospettiva di “riduzione graduale delle tasse”.

Quanto alla riduzione delle tasse “bisogna andare a toccare le retribuzioni senza però cadere nella demagogia che impedisce allo Stato di assumere competenze molto alte che vanno strappate al mercato”, mentre “per ridimensionare il settore pubblico occorre una spallata dei cittadini, ma non con la rabbia, la protesta o il non voto, ma scegliendo di votare chi non ha legami con organizzazioni che vogliono bloccare il Paese”. Il federalismo fiscale? “Non mi riconosco proprio per niente in questa specie di aborto di pulsione federalista che ha peggiorato il Paese nel suo insieme e quindi anche le zone più avanzate del Paese”. “Mi auguro – ha concluso sul punto – che adesso che i cittadini stanno diventando più maturi, anche perché hanno pagato sulla pelle promesse elettorali difficilmente mantenibili, il dibattito elettorale si ponga entro i limiti del realismo e che si distingua fra sogni e progetti realizzabili”.

Secondo il Professore “è finita l’emergenza finanziaria, ma siamo in emergenza economica e sociale”. Monti spiega che per “superare queste gravissime emergenze occorre mobilitare i riformatori”. Monti ribadisce il concetto che l’equità può passare solo da una redistribuzione seguente al recupero dall’evasione fiscale: “Il Papa ha ragione – dice il Professore – C’è un differenziale sempre maggiore” tra le classi italiane, “si sono ridotte le differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri, ma all’interno dei paesi si è accresciuta la differenza di benessere e ricchezza tra chi sta meglio e chi sta peggio. Si è demonizzato il sistema fiscale che va tenuto sotto controllo”. “Si è trascurato troppo l’aspetto uguaglianza e la distribuzione della ricchezza”, appunto. “Ci sono stati anni in cui sembrava un furto che gli italiani pagassero le tasse – osserva il Professore – Una parte della sinistra pone attenzione all’aspetto diseguaglianze, ma soffoca i meccanismi della crescita. Parlo dei meccanismi basati sulla produttività e la competitività”. Da qui è necessario “mobilitare i riformatori: la mia offerta fa capo alla società civile, vuole mobilitarla” e vuole mobilitare i “riformatori” per cambiare il Paese “altrimenti i sacrifici fatti dagli italiani andrebbero dispersi con una nuova crisi finanziaria prima o poi”.

Piuttosto è stato lui a combattere contro i poteri forti, dice. “Alle persone che dicono che faccio parte dei poteri forti suggerisco di occuparsi di campo internazionale – continua Monti – e che non c’è nessun italiano o europeo che abbia fatto altrettante battaglie con successo contro i poteri forti come ho fatto io. Loro hanno castigato a parole, io nei fatti”. E va all’attacco, senza freni, contro Berlusconi: “E’ ridicolo e diseducativo presentare ai cittadini come esempio del bilancio di 13 mesi di governo il fatto che la produzione è scesa e la disoccupazione è salita: è verissimo ma volevamo continuare in un onda illusionistica che avrebbe poi presentato un conto ancora più grande?”. Al contrario “le cose vanno viste nel tempo. Del resto il principale problema della politica è l’appiattimento sul breve periodo. De Gasperi diceva che l’uomo politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni”, conclude Monti con una citazione fatta ormai almeno 3-4 volte nell’ultimo mese.

Il capo del governo rivendica quanto fatto in questi 13 anni di lavoro. “L’azione del governo è stata dalla parte degli italiani, mi sono messo dalla parte della gente comune. Invito i cittadini ad impegnarsi nella gestione della cosa pubblica. Sono sceso dal piedistallo, mi sono messo dalla parte degli esclusi, dalla parte dei giovani, degli italiani che verranno, dalla parte degli italiani per valorizzare meglio il patrimonio di cultura” sottolinea Monti. “Non sono più sopra le parti – semplifica – Sono equidistante tra le parti politiche di destra e sinistra che considero una categoria un po’ vecchiotta”.

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