Esami superati per Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare e Ubi Banca. Confermata la bocciatura per il Monte dei Paschi di Siena. Almeno, questo è il parere dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, dopo gli ultimi stress test effettuati sui principali istituti di credito del Paese. Tenuto conto del ‘cuscinetto’ di capitale richiesto nella raccomandazione emanata dall’ente di supervisione europeo nel dicembre scorso, le prime quattro banche hanno ora un indicatore della solidità patrimoniale (in gergo core tier 1) superiore alla soglia richiesta del 9 per cento. 

Per quanto riguarda Mps, dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicreditha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.

Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che “la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di titoli subordinati” ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che “gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano”. Il Tesoro, da quando la banca ha mostrato le prime difficoltà patrimoniali con l’adesione ai Tremonti Bond, ha finanziato Mps prima per 1,9 miliardi di euro e poi per 2 miliardi, già concessi e prossimi ad essere erogati. E mentre attende la mano dello Stato, che in base agli accordi e all’andamento dei conti della banca, si appresta a diventarne azionista, Mps sta cercando di avere il via libera dei sindacati al piano industriale 2013-2015, che prevede la chiusura di 400 filiali e una corposa razionalizzazione dei costi. 

Nel complesso sono stati 200 i miliardi iniettati nelle banche europee nel primo semestre dopo le raccomandazioni Eba e solo 4 istituti non sono riusciti a reperire risorse e passare l’esame. Gli istituti citati, oltre il Montepaschi, sono le cipriote Cyprus Popular e Bank of Cyprus, e la slovena Nova Kreditna Banka Maribor. “Nel loro caso”, spiega l’Autorità, “sono in atto misure di contenimento con il sostegno esplicito dei rispettivi governi”. Diverso il caso di sei istituti greci e uno spagnolo (Bankia). “Le mancanze iniziali delle banche greche, pari a 30 miliardi di euro, sono ora affrontate nel programma di sostegno greco. Quindi non sono stati richiesti piani separati. Bankia, che inizialmente aveva sottoposto un piano, è entrata in una fase di ristrutturazione avanzata a maggio 2012 ed è monitorata separatamente della autorità rilevanti”.

Non mancano però le critiche agli esami dell’Autorità bancaria europea. “L’Eba è poco affidabile e basta vedere gli ultimi stress test – avverte Donato Masciandaro, professore ordinario di economia dell’Università Bocconi di Milano – sulle banche spagnole, che erano ridicoli. Anche se non per colpa sua, la Bce ha troppo potere e su questo ha ragione la Germania”.

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