Sono disoccupate, spesso sono ragazze madri o vittime di violenze. Sono persone che cercano di arrivare alla fine del mese, trovare una casa o un salario fisso. Sono le clienti del salone di bellezza “Josephine”, nel 18° arrondissement di Parigi: un salone sociale, dove le donne in difficoltà possono, con soli tre euro ricevere un trattamento di bellezza completo, dal taglio e messa in piega all’assistenza sociale e medica. È un rifugio di serenità nel cuore della Goutte d’Or, il quartiere più povero e multietnico della capitale francese. Nato nell’inverno 2011, il centro di bellezza ha una lista d’attesa di due mesi e può vantare di aver già ricevuto e “curato” circa un migliaio di donne. La boutique si affaccia su Rue Charbonnière a due passi da Barbès-Rochechouart, il cuore dell’africa parigina, tra immigrati e seconde generazioni.

Taglio di capelli al Salone Josephine

“L’idea mi era venuta tanti anni fa – ha dichiarato l’ideatrice del progetto Lucia Iraci, siciliana di nascita e titolare anche di un altro salone di bellezza, tra i più lussuosi di Parigi, a Saint-Germain-des-Prés – Volevo poter iniziare questa attività, per dare un senso di solidarietà al mio lavoro”. Abituata a lavorare nel campo del lusso, tra fotografi e modelle, Iraci, nata a Canicattì e arrivata a Parigi a soli 16 anni, ha iniziato ad andare come volontaria nelle associazioni di aiuto alle donne per acconciare, truccare e dare consigli. “Era il 2006 – ha aggiunto – e per un certo periodo avevo deciso di aprire il mio salone di bellezza nel giorno di chiusura. Ogni lunedì, le clienti più in difficoltà venivano nella mia boutique e io offrivo i miei servizi. Ma continuava a girarmi in testa l’idea che non fosse abbastanza. E poi finalmente, l’inverno scorso, la nascita del Salone Josephine”. L’Oreal, Meetic e Maybelline, alcuni degli sponsor che hanno permesso al salone solidale di aprire le porte, un progetto innovativo nel cuore della città a cui nessuno prima aveva pensato, come ricorda Lucia Iraci. “La bellezza è un diritto e spesso ce lo dimentichiamo. Si tratta di ridonare fiducia in se stesse e dignità. Qual è la prima cosa che facciamo la mattina? Ci laviamo e trucchiamo e non è un caso. Spesso queste donne non hanno i soldi per andare dal parrucchiere, figuriamoci per fare una cura del viso. Noi gli diamo questa opportunità, gli ricordiamo che sono persone di valore, che meritano di essere belle. Per questo ho voluto assolutamente che ogni cliente pagasse una cifra simbolica di 3 euro: non voglio che si sentano in debito con nessuno: loro vengono e pagano i nostri servizi, anche se solo 3 euro, è il gesto ad avere importanza”.

Il Salone Josephine all'esterno

Ginecologo, psicologo e dermatologo, ma anche simulazione di colloquio di lavoro, atelier di aiuto nella scrittura di lettere di motivazione: sono solo alcuni dei servizi che vengono offerti alle donne che decidono di rivolgersi al Salone Josephine. “Per prima cosa facciamo un colloquio – ha dichiarato la coordinatrice Koura Keita – e poi cerchiamo di trovare loro un appuntamento, con tutti i servizi di cui hanno bisogno. Si tratta di trovare del tempo che possano dedicare a loro stesse, in un lento processo di riconquista della fiducia in se stesse che è davvero importante. Collaboriamo con molte associazioni e cerchiamo ogni volta di trovare il percorso migliore per ogni singola donna. Abbiamo anche corsi di yoga e di teatro”.

I risultati a un anno dall’apertura hanno oltrepassato ogni aspettativa e la struttura, studiata per essere un piccolo progetto di partenza, fatica a stare dietro a tutte le richieste. Cinquanta i volontari che gravitano intorno al Salone Josephine, con soli tre salariati: la coordinatrice, il parrucchiere ed un’estetista. “L’idea fin dall’inizio – ha concluso Madame Iraci – era quella di non limitarsi a Parigi. A settembre 2012 infatti, apriremo un centro a Tours, nel centro della Francia grazie anche al grande sostegno delle forze politiche della zona e poi speriamo sia la volta della banlieau parigina”. Il Salone Josephine è sempre sotto i riflettori e non mancano critiche a quello che può sembrare il trionfo di apparenza e bellezza, ma a tutto questo Madame Iraci risponde con semplicità. A parlare sono gli appuntamenti, i due mesi di lista d’attesa, le donne che scrivono per ringraziare della cura e dell’attenzione ricevute. “Erano anni che non mi tagliavo i capelli, grazie”, dice una delle tante testimonianze. Semplici gesti di riappropriazione di sé, che se fatti tra mura amiche seguendo un percorso di assistenza personale possono cambiare una vita. Ai commenti scettici, Madame Lucia Iraci risponde con il sorriso caldo delle sue origini siciliane e l’evidenza di un successo che sta nei fatti.

 

Articolo Precedente

“Scegliere di abortire è un diritto. Conosco il dolore di non poter decidere”

next
Articolo Successivo

Nel weekend l’impiegata diventa wrestler: “Combatto (e vinco) contro gli uomini”

next