Uno dopo l’altro stanno cadendo tutti i baluardi padani. Il lavoro non è da poco, ma un passo alla volta c’è chi sta cercando di ridare un senso alle trovate messe in campo in anni di leghismo sfrenato. Le roccaforti della Lega Nord che sono cadute dopo le ultime elezioni amministrative sono molte, così i neosindaci si trovano a dover metter le mani sulle pesanti eredità padane, da quelle più folkloristiche come i cartelli in dialetto  i soli delle Alpi, a quelle più indigeste, come il numero verde (anzi verdissimo) che era stato istituito nel 2008 dal comune di Cantù per segnalare la presenza di clandestini sul territorio comunale.

Il nuovo sindaco della cittadina brianzola, Claudio Bizzozero, ha annunciato in questi giorni di avere deciso la riconversione del servizio. Il numero non verrà cancellato, ma destinato ad uno scopo diverso da quello indicato dalla vecchia amministrazione leghista guidata dall’ex sindaco Tiziana Sala. Il servizio, a dire il vero, non ha mai fatto breccia nel cuore dei canturini. Da quando la linea anti clandestini era stata attivata, sono in tutto una quarantina le telefonate delatorie arrivate al centralino comunale, circa una ogni mille abitanti. La linea (che garantiva il completo anonimato) non verrà disattivata, il neosindaco Bizzozero (lista civica) ha anticipato che potrebbe essere usato per la segnalazione di altri tipi di reato, come abusi edilizi o altri illeciti che vengono compiuti a danno della collettività.

Per una linea che viene riconvertita, c’è una segreteria telefonica che viene cambiata. Succede a Tradate (in provincia di Varese), altro comune leghista finito nel tritacarne delle ultime amministrative. Dopo essere passato di mano, i nuovi amministratori comunali (Pd, Sel e civiche) hanno deciso di cambiare musica. Fino a pochi giorni fa, infatti, chiamando il Comune si veniva messi in attesa ascoltando le note del “Va Pensiero”. Al posto dell’aria verdiana, troppo affine alla liturgia leghista, è stata impostata una musica più neutrale. Niente inni nazionali o canti partigiani, per l’attesa telefonica è stato scelto Mozart. Nello stesso Comune, il giorno della vittoria elettorale era stata riportata in Municipio la foto del Presidente della Repubblica, che mancava da circa vent’anni.

Restando nel campo della telefonia, un’altra risponderia famosa è quella di Como. Dal 2009 chiamando il centralino del municipio della città lariana si può parlare con un operatore che si esprime in dialetto (una tra le scelte possibili oltre all’italiano e all’inglese). Al momento è rimasto tutto com’era e non si sa se il nuovo sindaco Mario Lucini (Pd) abbia o meno l’intenzione di limitare la scelta alle lingue ufficiali. Ma sono solo gli ultimi esempi di una tendenza avviata ormai da tempo. Già prima della debacle elettorale era iniziato lo smantellamento dell’impero bossiano, con lo smantellamento dei ministeri del Nord, sfrattati dalla Villa Reale di Monza (altra città persa dal Carroccio). Lo scorso 2 giugno, mentre al Palacreberg di Bergamo Matteo Salvini veniva eletto segretario lombardo della Lega nord, a Pontida degli anonimi writers hanno coperto con dei disegni la scritta “Padroni a casa nostra” che campeggiava sul muro del sacro prato. È il secondo attacco nell’arco di poche settimane. La stessa scritta era già stata modificata nel mese di marzo in “Ladroni a casa nostra”. In entrambi i casi è stata immediatamente ripulita da militanti volontari, intenzionati ad installare un impianto di videosorveglianza a tutela dell’integrità della storica scritta.

 

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