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Gaber e la democrazia

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Non mi piace l’Italia di oggi, credo lo si sia capito ampiamente. Non mi piace questo sistema elettorale, ma soprattutto non mi piacciono questi partiti. Non mi piacciono le lobbies a cui i partiti rispondono. Che poi sono sempre le stesse e mi hanno davvero stufato. Che palle!

Mi piacciono invece le minoranze, mi piace la democrazia diretta, ma soprattutto mi piace che ci si esponga in prima persona, che la democrazia la facciamo tu, io, voi, noi, che venga su dal basso e non calata dall’alto. Mi piacciono gli ideali, gli impegni, mi piace che il cambiamento cominci dai cittadini.

C’era un cantante, sì, proprio un cantante che queste cose le cantava chiare. Un cantante scomodo, a cui oggi non dedicano le vie o le piazze, che non è stato santificato dopo morto. Questo cantante era Giorgio Gaber.

Per la carità, mi piaceva De André, lo adoravo, ma lui cantava altre cose. Gaber mi infondeva di più l’urgenza di incazzarmi, e la voglia di scendere in strada e possibilmente condividere con gli altri le stesse idee.

Ecco, a Gaber volevo dedicare questo post e volevo ringraziarlo per quello che cantò.




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