“Siamo come ad Avetrana, anzi peggio”. Il turismo della tragedia lo avevamo visto già un anno fa nella cittadina pugliese in cui fu uccisa Sarah Scazzi. Oggi il fenomeno è sbarcato sull’isola del Giglio col primo traghetto del mattino. Sono arrivati a centinaia da ogni parte del centro Italia e hanno riempito i ristoranti del paesino. Sono venuti con amici o famigliari, macchina fotografica e cinepresa al polso. Da Viterbo, Orbetello, l’Aquila, Cortona, perfino da Civitavecchia, da dove la Costa Concordia era partita. Poco importa se dal relitto continuino ad affiorare nuovi cadaveri. di Giulia Zaccariello

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“Reguzzoni fuori dai coglioni”, le proteste contro il “cerchio tragico”

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