Il governo federale del Texas ha approvato una legge che impone alle donne che intendono abortire negli ospedali e cliniche dello stato di sottoporsi ad un’ecografia obbligatoria prima dell’interruzione di gravidanza, nonostante forti critiche dall’opposizione che definisce la legge “un’intrusione governativa del peggior tipo”. In barba alla festa della donna, celebrata ieri in Italia e all’estero con l’International Women’s Day per ricordare “le conquiste politiche, economiche e sociali” delle donne nel mondo, la nuova legge texana solleva nuove questioni sui reali diritti delle donne nelle democrazie occidentali.

In Texas, le donne che scelgono di abbandonare la gravidanza dovranno ora fare un’ecografia “tra le 72 e le 24 ore prima dell’aborto”, stabilisce la norma. Esse saranno inoltre obbligate a prendere visione delle immagini generate dall’esame, a consultare un medico che fornirà la spiegazione dei risultati del test, e ad ascoltare il suono del battito cardiaco del feto – nel caso in cui sia possibile udirlo.

“Vogliamo assicurarci che le donne ricevano tutte le informazioni disponibili, che capiscano le conseguenze mediche [dell’aborto], le conseguenze psicologiche e tutti gli aspetti della procedura,” ha spiegato il repubblicano Sid Miller, uno degli autori della legge.

La prima versione di questa legge, presentata al Senato nei mesi scorsi, conteneva inizialmente un passaggio che garantiva l’esenzione dall’esame ecografico per le donne vittime di violenza sessuale o incesto. Ma nel passaggio alla Camera, in cui i repubblicani hanno una netta maggioranza, anche queste eccezioni sono state cancellate. La legge verrà applicata dunque senza alcun tipo di eccezione – una vittoria per i gruppi anti-abortisti texani, che hanno le simpatie di una fetta importante della popolazione del Paese.

I critici denunciano però l’inutilità pratica dell’esame, che avrà come unico risultato quello di traumatizzare ulteriormente le donne che si trovano già nella difficile situazione di fare questa scelta. Le conseguenze psicologiche di un tale test, affermano esponenti democratici, saranno molto pesanti.

“Non si tratta del semplice gel sulla pancia a cui pensano tutti,” afferma Carol Alvarado, parlamentare democratica, una dei principali oppositori della legge. “Questa è intrusione governativa del privato delle donne nella sua forma peggiore.” Durante una seduta parlamentare, Alvarado ha portato in aula una sonda utilizzata per le ecografie di questo tipo, affermando che si tratta di una “procedura molto intrusiva”.

I democratici avevano proposto numerose varianti al disegno di legge iniziale, se non per bloccare la norma, almeno per addolcirla. Harold Dutton, parlamentare democratico, aveva proposto che nel caso in cui la gravidanza non venisse più interrotta dopo il test ecografico, lo stato avrebbe dovuto provvedere di tasca sua all’educazione universitaria del nascituro, e avrebbe coperto le sue spese sanitarie fino alla maggiore età.

Entrambe le proposte sono però finite in niente. Dutton ha accusato il governo di disinteresse: “Lo stato vuole far nascere tutti questi bambini, però poi non li vuole sul groppone. [Con questa norma] gli obblighi del governo finiscono proprio quando il bambino è nato.”

Il carattere stringente della legge non lascia alcuno spazio per eventuali obiezioni di coscienza da parte dei medici, nel caso in cui scelgano di non imporre l’ecografia alle donne che si presentano chiedendo di abortire. L’inosservanza della legge da parte dei medici verrà infatti sanzionata con la perdita della licenza di esercizio della professione.

La nuova norma, voluta anche dal governatore repubblicano Rick Perry, è la prima varata dalla Camera dei Rappresentanti dello stato del Texas nel 2011 – scelta non casuale, secondo gli analisti.

A poca distanza dalle elezioni di medio termine, in cui i democratici di Obama hanno sofferto una sonora batosta, i repubblicani degli stati più conservatori – come il Texas dell’ex presidente George W. Bush – intendono mandare a Washington un chiaro messaggio di inversione di rotta.

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