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Gli attacchi di Berlusconi alla Consulta

Sono numerose, dal 2008 a oggi, le dichiarazioni del premier contro la Consulta. Di seguito ve proponiamo alcune delle più celebri
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5 febbraio 2011.
“Quando il Parlamento fa una legge non ci deve essere più questa possibilità che i pm impugnino la legge e la Corte Costituzionale la abroghi in osservanza dei desideri dei pm”.21 dicembre 2010“Una bocciatura della legge sul legittimo impedimento sarebbe indecente. Se la Consulta dovesse davvero arrivare a tanto farò vergognare i pm, difendendomi in aula in tv e sui giornali. E in ogni caso continuerò a governare”.

8 giugno 2010.
”Non c’è niente che non sia faticoso nell’attività di governo. Il presidente del Consiglio non ha nessun potere. Le decisioni toccano a Capo dello Stato, Parlamento, Corte costituzionale”. E anche la ‘navetta’ dei provvedimenti tra le Camere è un giochino che può andare avanti all’infinito, per arrivare ad una legge che, se passa il vaglio del Quirinale, devi sperare che i pubblici ministeri di Magistratura democratica non vadano alla Consulta per farla abrogare.”

10 dicembre 2009. Bonn, Congresso europeo del Ppe.
“La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici di sinistra’. E la CorteCostituzionale si è ormai trasformata in organo politico. Autoproclamatosi premier ”con le palle”, Berlusconi in Germania denuncia una sorta di gioco di sponda tra giudici ordinari e giudici della Consulta per bloccare le leggi ”sgradite” alla magistratura: cosa che spiega con lacomposizione della Corte, in gran parte nominata dagli ultimi tre presidenti della Repubblica, tutti e tre ”di sinistra”. Ma niente paura: si tratta di un fatto ”transitorio”, perché lamaggioranza è già al lavoro per cambiare le cose, attraverso una riforma della Costituzione che riscriverà le regole del gioco. (Ansa)

7 ottobre 2009.
“La Corte Costituzionale è di sinistra e lo è anche perché il capo dello Stato sapete voi da che parte sta: abbiamo giudici della Corte Costituzionale eletti da tre capi dello Stato della sinistra che fanno della Consulta non un organo di garanzia ma un organo politico”.

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