L’allarme della Corte dei conti – Dal capitolo “Il business della sanità” del libro “La lobby di Dio” (di Ferruccio Pinotti, Chiarelettere)

Anche una fonte istituzionale come la Corte dei conti esprime perplessita sul rapporto tra strutture pubbliche e private nella regione governata dall’esponente di spicco di Cl. Nella relazione del 2008, che si riferisce all’anno 2007, la Corte dei conti delinea un’alterazione dell’equilibrio tra pubblico e privato, registrando l’aumento delle strutture sanitarie private e il calo di utilizzo di quelle pubbliche. Insufficienti – secondo la Corte – i controlli sulla sanita privata accreditata, punto di forza del sistema di potere ciellino in Lombardia. Il costo elevato delle operazioni attira gli investimenti dei privati, che lasciano invece sguarniti interi settori ≪non remunerativi ≫: chirurgia pediatrica, odontoiatria e stomatologia, grandi ustioni, oncoematologia pediatrica, urologia pediatrica. Gia nella fase tra il 1997 e il 2002 in nessuno di questi reparti il privato e presente. Le strutture che non sono pubbliche si concentrano principalmente nella cardiochirurgia, negli interventi al ginocchio e all’anca, nelle protesi. Non a caso i piu redditizi. Come ha fatto la sanita privata ad acquisire un peso economico cosi forte dentro la sanita pubblica? ≪L’avvento di Formigoni ha portato a un ribaltamento nell’assetto sanitario. Prima del 1995 il pubblico contingentava il privato in base alle necessita. All’inizio c’e stata una liberalizzazione totale, che ha concesso a tantissimo privato di entrare nel mercato≫ spiega Giuseppe Landonio, medico e consigliere comunale12 di Milano. Negli anni 1997-2002 alcune prestazioni ospedaliere, in particolare nel settore della cardiochirurgia, hanno subito aumenti che devono necessariamente essere ricondotti all’accreditamento delle strutture private.13 ≪La Lombardia – prosegue Landonio – ha la bellezza di venti cardiochirurgie accreditate.14 I dati sugli interventi di angioplastica e bypass esorbitano rispetto alla media nazionale e, soprattutto, rispetto alla media di regioni vicine, come l’Emilia- Romagna o la Toscana.≫ Come mai questa frequenza di interventi? ≪Perche l’eccesso di offerta finisce per drogare anche la domanda. Una piccola cardiochirurgia con un piccolo bacino di utenza tende a far crescere il numero di interventi. La proliferazione eccessiva di questi centri ha portato un danno anche a strutture di prima rilevanza nazionale come il centro De Gasperis15 del Niguarda, che aveva fior di liste d’attesa. Ora c’e un’offerta piu ampia, che pero non da le stesse garanzie di qualita del Niguarda. La cardiochirurgia di Lecco, creata di recente, e stata autorizzata nonostante non ce ne fosse bisogno. C’erano gia strutture analoghe a Como, Bergamo, Milano. Alcune scelte sono senza senso≫ conclude Landonio.