Incontro Trump-Putin in sospeso. Orban: “Data incerta, ma preparativi in corso”
Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, “è a Washington” e “sono in corso preparativi per il summit della pace”. Sono le parole del premier ungherese Viktor Orban, secondo un post su X del portavoce Zoltan Kovacs. “La data è ancora incerta, ma quando arriverà il momento lo ospiteremo”, aggiunge tra notizie e dichiarazioni che si rincorrono dopo l’annuncio della scorsa settimana del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha indicato Budapest come sede di un prossimo incontro con Vladimir Putin. “Certamente, domani alla Marcia per la pace (a Budapest), dimostreremo al mondo che non è un caso che sia stata scelta Budapest – aggiunge Kovacs nel post – E’ accaduto perché l’Ungheria è un’isola di pace e gli ungheresi sono dalla parte della pace. Unitevi a noi”.
Dopo Budapest, anche Mosca parla di preparativi in corso per il faccia a faccia tra Putin e Trump. “Stiamo dicendo che i preparativi per un vertice stanno proseguendo”, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov, citato dalla Tass. Le dichiarazioni di Budapest e Mosca arrivano all’indomani delle parole di Trump secondo il quale un incontro con Putin potrebbe essere in questo momento una perdita di tempo. Il ‘nuovo’ approccio verrà annunciato “nei prossimi due giorni”, mentre va avanti il conflitto in Ucraina, innescato dall’invasione russa su vasta scala avviata nel febbraio di tre anni fa.
“Non voglio sprecare un incontro – ha detto ieri Trump dalla Casa Bianca – Non voglio perdere tempo finché non vedrò cosa succede”. Secondo il presidente degli Stati Uniti, Putin, come il leader ucraino Volodymyr Zelensky, vuole la guerra finisca. “Penso finirà”, ha aggiunto nelle dichiarazioni arrivate poco dopo che la Casa Bianca faceva sapere che non c’erano programmi per un incontro “nell’immediato futuro” tra Trump e Putin, che si sono visti ad agosto ad Anchorage.
E dopo che alla Cnn spiegavano che dal contatto di lunedì tra il segretario di Stato, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, sono state tratte deduzioni sulla posizione della Russia. Mosca vuole l’Ucraina ceda il controllo dell’intero Donbass nel quadro di un accordo. Dopo quel colloquio, scrive oggi anche il Wall Street Journal, Rubio ha aggiornato funzionari della Casa Bianca suggerendo come un faccia a faccia nell’immediato tra Trump e Putin avrebbe difficilmente prodotto risultati positivi.
“Sosteniamo fermamente la posizione del presidente Trump secondo cui i combattimenti dovrebbero cessare immediatamente e che l’attuale linea di contatto dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati”, si legge nella dichiarazione congiunta sulla pace in Ucraina di Zelensky, del premier britannico Keir Starmer, del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del presidente francese Emmanuel Macron, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del premier polacco Donald Tusk, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, del presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, del primo ministro della Norvegia Jonas Støre, del presidente finlandese Alexander Stubb e del primo ministro danese Matte Frederiksen.
Ieri ai giornalisti, rilanciano i media americani, Lavrov ha detto di “ritenere che i funzionari americani” abbiano “concluso che la posizione della Russia è rimasta per lo più invariata nel tempo”. E ha sottolineato come la posizione di Mosca non sia cambiata dall’incontro di Anchorage. Mosca continua a preferire un piano di pace globale a un cessate il fuoco, ha affermato. E, osserva un funzionario di alto grado dell’Amministrazione Trump citato dal Wsj, le parole di Lavrov hanno confermato le deduzioni: la Russia ancora non vuole un accordo. Anche se, ha aggiunto la fonte, nella telefonata del 16 ottobre con Trump, Putin ha segnalato un’apertura verso un dialogo su alcuni dossier che potrebbero ridurre le distanze tra Usa e Russia. Da qui, secondo la fonte, deriva qualche speranza per un nuovo faccia a faccia tra il tycoon e il leader russo, anche se non nei tempi stretti immaginati con l’annuncio di Trump sull’incontro a Budapest. “La domanda è, Trump capirà che per ottenere i risultati desiderati deve fare pressioni su Putin? E quando lo capirà? – ha commentato con il New York Times Daniel Fried, ex ambasciatore Usa in Polonia – Putin continua a prenderlo in giro”.
Potrebbero invece essere nei prossimi giorni in Malaysia sia Rubio che Lavrov per il summit dell’Asean, in programma domenica, anche se – evidenzia il Wsj – funzionari dell’Amministrazione Trump precisano che al momento non ci sono incontri in programma tra i due, pur ripetendo che continuano a lavorare per definire piani per un possibile incontro fra i leader di Stati Uniti e Russia.