Channel 12: “Hamas chiederà di liberare alcuni dei più noti detenuti palestinesi”
Hamas chiederà di liberare alcuni dei più noti detenuti palestinesi nelle carceri israeliane in cambio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente israeliana Channel 12 citando fonti di Hamas. Tra i nomi che Hamas citerà nei colloqui che inizieranno domani in Egitto ci sono quelli di Marwan Barghouti, capo di Fatah Tanzim, incarcerato per molteplici omicidi commessi durante la Seconda Intifada, Ahmad Sàadat, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ibrahim Hamed, condannato a 45 ergastoli per aver orchestrato l’uccisione di numerosi israeliani come comandante di Hamas in Cisgiordania durante la Seconda Intifada; Abbas al-Sayed, che orchestrò l’attentato del 2002 al Park Hotel di Netanya, in cui morirono 39 israeliani, e Hassan Salameh di Hamas, condannato a 48 ergastoli per molteplici attentati suicidi.
Idf intercetta drone partito dalla Yemen
L’Idf ha comunicato che, a seguito dell’allarme per la possibile infiltrazione di un velivolo ostile nell’area di Eilat, un drone partito dallo Yemen è stato intercettato dall’aeronautica israeliana. Le sirene per il lancio di razzi e missili sono state attivate per il rischio di caduta di frammenti derivanti dall’intercettazione.
Hamas smentisce Al Arabiya: “Non abbiamo iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi”
Hamas non ha iniziato a raccogliere i corpi degli ostaggi e accettato di consegnare le sue armi a un organismo sotto supervisione internazionale. Lo riportano i media affiliati all’organizzazione terroristica, che smentiscono la notizia diffusa da Al Arabiya, di proprietà saudita. In dichiarazioni riportate da organi di informazione come Al-Aqsa Radio di Hamas, si rimarca che si tratta di notizie “false, prive di fondamento”.
Tajani: “Gli ultimi 15 italiani della Flottilla partiranno lunedì con un volo per Atene”
“Gli ultimi 15 italiani della Flottilla rimasti in Israele partiranno domani con un volo charter per Atene. Saranno assistiti dalla nostra Ambasciata sia alla partenza e poi in Grecia nel trasferimento verso l’Italia”. Lo annuncia su X il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. “Voglio ringraziare sinceramente tutto il personale del Ministero degli Esteri, i diplomatici in Israele e nelle altre sedi interessate per il capillare lavoro di assistenza compiuto in questi giorni”, aggiunge.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato l’invio di una delegazione israeliana
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato l’invio di una delegazione israeliana per condurre i negoziati, sotto la guida del ministro Ron Dermer. La delegazione partirà domani per prendere parte ai colloqui che si terranno a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Lo comunica l’ufficio di Netanyahu.
Idf: “Ser sforzi falliranno, riprenderemo i combattimenti”
Il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Eyal Zamir ha affermato che i combattimenti nella Striscia di Gaza proseguiranno in caso di fallimento dei negoziati in corso per porre fine alla guerra. “Non c’è un cessate il fuoco, ma un cambiamento nella situazione operativa: la politica sta utilizzando i mezzi e i successi ottenuti sul campo per tradurli in vantaggi diplomatici. Se questo sforzo fallirà, riprenderemo i combattimenti”, ha detto Zamir durante una visita alle truppe nella Striscia di Gaza.
Medici Senza Frontiere: “Morto Abed El Hameed Qaradaya, è il nostro 15° membro”
Esprimendo “profondo dolore e indignazione”, Medici Senza Frontiere (Msf) ha confermato la morte di Abed El Hameed Qaradaya, fisioterapista dell’organizzazione nella Striscia di Gaza. Nonostante gli sforzi per tenerlo in vita, Abed è deceduto oggi a causa delle gravi ferite procurate dall’esplosione di schegge a seguito dell’attacco che giovedì 2 ottobre aveva già ucciso Omar Hayek e ferito molte altre persone, afferma l’organizzazione in una nota.
L’attacco, condotto dalle forze israeliane a Gaza, ha colpito una strada dove i team di Msf stavano aspettando l’autobus per recarsi al lavoro presso l’ospedale da campo dell’organizzazione a Deir Al-Balah. Tutto il personale indossava gilet Msf che li identificava chiaramente come operatori medico-umanitari. Abed aveva 43 anni, ed è il quindicesimo membro dello staff di Msf ucciso a Gaza dal 7 ottobre 2023. È il nostro terzo collega ucciso in meno di 20 giorni.
Abed e Omar avevano lasciato Gaza City in seguito agli ordini di evacuazione e agli incessanti attacchi delle forze israeliane, che alla fine li hanno uccisi in quella che viene descritta come una “zona sicura”. Ma non esiste alcun luogo sicuro a Gaza, sottolinea Msf aggiungendo che “i nostri pensieri vanno alla moglie e ai due figli di Abed. La sua perdita è immensa e ha un impatto devastante sui suoi cari, su MSF e sul sistema sanitario di Gaza”. “Per 18 anni, Abed El Hameed – sottolinea ancora l’ong – è stato una colonna portante del reparto di fisioterapia di Msf a Gaza. Era uno specialista unico e prezioso sia nella fisioterapia che nella terapia occupazionale. Abed si dedicava non solo al recupero fisico dei pazienti, ma anche al ripristino della loro speranza e del loro senso di dignità. Abed ha continuato a lavorare instancabilmente nonostante le immense difficoltà, tra cui la carenza di forniture dovuta al blocco israeliano. Ha innovato e adattato gli strumenti, collaborando con sarti e logisti per creare tute compressive su misura per i pazienti ustionati e adattando i deambulatori alle esigenze specifiche dei singoli pazienti feriti e amputati durante questo genocidio. È stato la forza trainante dietro l’apertura del reparto di fisioterapia 3D, spingendo per l’introduzione di nuove tecnologie per la cura dei pazienti a Gaza”. Abed “sarà ricordato dai suoi colleghi come una persona sempre ottimista e profondamente compassionevole, un vero amico, sempre pronto a sostenere, incoraggiare e ispirare”. Msf chiede un cessate il fuoco immediato e la fine dello spargimento di sangue. Siamo profondamente addolorati e indignati per la perdita dei nostri colleghi, un duro promemoria del totale disprezzo per la vita dei civili e la dignità umana.
Rubio: “C’è ancora del lavoro da fare. ma Hamas ha acconsentito al rilascio degli ostaggi”
Il segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che gli Stati Uniti sperano in un accordo rapido per riportare a casa tutti gli ostaggi a Gaza in cambio di un ritiro parziale dell’Idf dal territorio, mentre Israele e Hamas si avvicinano a un nuovo round di negoziati. Parlando a “Meet the Press” della Nbc, Rubio ha riconosciuto che la prossima fase delle negoziazioni sul piano del presidente Trump per porre fine alla guerra a Gaza sarà più difficile, affrontando questioni delicate come lo smantellamento di Hamas e l’istituzione di un nuovo governo per Gaza che escluda il gruppo militante palestinese. Alla domanda se la guerra, iniziata due anni fa, fosse finita, Rubio ha risposto: “Beh, non ancora. C’è ancora del lavoro da fare.” Ma ha ricordato che Hamas ha “acconsentito al quadro del presidente per il rilascio degli ostaggi”.
Hamas ad Al-Arabiya: “Iniziato recupero dei corpi degli ostaggi deceduti”
Una fonte di Hamas ha riferito alla rete televisiva saudita Al-Arabiya che l’organizzazione terroristica ha iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi deceduti. “Abbiamo chiesto la cessazione dei bombardamenti per completare l’operazione”, ha affermato.
Trump: “Non abbiamo bisogno di flessibilità, perché praticamente tutti sono d’accordo”
Parlando con i reporter, Donald Trump non ha escluso qualche cambiamento nei negoziati con Hamas. Alla domanda sulla flessibilità con il piano di Hamas, ha risposto che “non abbiamo bisogno di flessibilità, perché praticamente tutti sono d’accordo. Ma ci saranno sempre alcuni cambiamenti”. “Ma il piano di Hamas – ha aggiunto – è incredibile. Avrete la pace, se ci pensate, pace in Medio Oriente per la prima volta. E dicono, davvero, dopo 3000 anni. Quindi sono molto onorato di esserne una parte importante. Guardate, hanno combattuto per avere un piano per anni. Noi riotteniamo gli ostaggi quasi immediatamente”.