Il necrologio di Luca Guadagnino e Carlo Antonelli
E’ un necrologio che racconta e ricorda Giorgio Armani come fosse la sceneggiatura di un film, quello firmato dal regista Luca Guadagnino e dal giornalista e produttore cinematografico Carlo Antonelli, pubblicato oggi sul ‘Corriere della Serà, dedicato al ‘Re’ della moda, morto giovedì a Milano a 91 anni. “Questo piccolo rettangolo di carta è in realtà un universo a forma di parallelepipedo con pareti di differenti sfumature di grigio e sabbia. Apparentemente le superfici sono opache. Poi piano piano, vedete? Si stanno popolando. Contengono il percorso di una forza monocellulare all’intera storia del Novecento, la guerra, la ripresa, la nebbia, la nascita del design a Milano e l’ufficio progettazione di Rinascente. Contengono gli anni settanta e ancora il fumo dei lacrimogeni. La laboriosità meneghina. La forza motrice del singolo e della piccola media impresa”.
E ancora: “L’inizio degli anni ’80. E sempre lavoro lavoro lavoro. Le passeggiate sui ciotolati di pietra. I ragazzi in bicicletta. Solo Enrico Cuccia, anch’egli adoratore del grigio, fu più discreto, ma nessun altro. La mirabile capacità milanese di incastro, nel terreno urbano, di storico e contemporaneo, caratterizzata tra una strettissima paletta di grigi beige e inserti in marmo, viene trasformata in un tessile e morbido inno ai nuovi poteri, all’avvento di quello femminile e alla strabiliante oggettificazione di quello maschile. L’avvento degli anni Duemila – prosegue poi il necrologio – non ha portato arresto a questa continua capacità di riuscire a intercettare la difesa identitaria di sé (delle proprie origini, delle proprie intuizioni) con la fluidificazione della geopolitica, il sorgere dei capitali liberati nel Far East, il nuovo Medio Oriente.- E nel contempo cresce la presenza nello sport e i nuovi corpi che lo abitano.- Nulla più del Burj Khalifa a Dubai può simbolizzare una trasformazione perfettamente integrata agli universi di partenza”.
“Dimenticavamo – concludono Guadagnino e Antonelli – mai abbastanza è stata sottolineata la prestanza fisica dell’uomo. Le spalle, proporzionatissime. Il collo, scolpito. Il viso, perfetto, marinaresco, irreale. La potenza fisica, le gambe, l’ombreggiatura del cavallo. Distante, statuario, sempre assorbito da una scolpitura classica del suo portamento, verrà ricordato in eterno anche per questo: bellissimo, bellissimo, bellissimo Giorgio Armani”, si chiude il ricordo.