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In più di 6mila nel primo giorno di camera ardente di Giorgio Armani. Sindaco Sala: “Subito al Famedio se la famiglia vuole”. Tra i vip Donatella Versace, Beppe Fiorello e Simona Ventura

Una coda composta e silenziosa dalle 9 alle 18 ha detto addio in via Bergognone al grande stilista, scomparso il 4 settembre scorso. La camera ardente riaprirà domani mattina
In più di 6mila nel primo giorno di camera ardente di Giorgio Armani. Sindaco Sala: “Subito al Famedio se la famiglia vuole”. Tra i vip Donatella Versace, Beppe Fiorello e Simona Ventura
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In 6mila nel primo giorno di camera ardente

Oltre 6mila persone si sono messe in coda oggi per l’ultimo saluto a Giorgio Armani, nella camera ardente allestita in via Bergognone, all’Armani Teatro. Una coda composta e silenziosa, che ha potuto accedere nell’edificio dalle 9 alle 18 per dire addio al grande stilista, scomparso il 4 settembre scorso. Poco fa si è chiusa la porta del Teatro e la camera ardente riaprirà domani dalle 9 alle 18. Poi lunedì si svolgeranno i funerali, rigorosamente in forma privata, come da volontà di Armani.

Momenti chiave

    • 13:47

      Tanti volti noti per l’ultimo saluto

      Tra i presenti alla camera ardente anche gli ex primi cittadini milanesi Letizia Moratti e Gabriele Albertini. E poi gli stilisti Alessandro Enriquez ed Ennio Capasa. Presenti in mattinata anche gli attori Beppe Fiorello e Alessandro Preziosi, la cantante Alexia, moglie di Andrea Camerana, nipote dello stilista.

      Ancora, l’ex presidente del Coni, Giovanni Malagò e quello attuale Luciano Buonfiglio, oltre al coach dell’Olimpia Basket, Ettore Messina tra gli esponenti del mondo sportivo. A rendere omaggio al grande ‘Signore’ della moda anche i registi Gabriele Salvatores e Giuseppe Tornatore, mentre in coda tra i cittadini è apparso il presidente della Triennale, l’architetto Stefano Boeri.

    • 13:17

      Giovanni Malagò: “Un anticipatore, lo sport gli regalava emozioni”

      “È stato un anticipatore, aveva capito che lo sport gli regalava forti emozioni, gli saremo eternamente riconoscenti per il suo lavoro e per quello che ha dato”. Così Giovanni Malagò, ex presidente del Coni all’uscita dalla camera ardente per Giorgio Armani, a Milano. “È stato un veicolo formidabile di immagini e comunicazione, lo faceva perché gratificava se stesso e il mondo dello sport, non ha mai fatto niente per tornaconto personale”. Rispondendo a una domanda, Malagò ha poi aggiunto: “Noi del Coni gli abbiamo regalato il collare d’oro, massima onorificenza per lo sport, ma si meriterebbe una medaglia planetaria”. Infine un ricordo personale: “Quando ci regalò le divise alle Olimpiadi 2012 era felicissimo. Poi venne a cena con noi, fu davvero molto bello”.

    • 13:15

      Ilaria D’Amico: “C’è sempre stato nella mia carriera e nella mia vita privata”

      “Le tante persone che sono qui sono la dimostrazione della sua grandezza. Lui mi diceva sempre: ‘tu sei la donna della camicia bianca’”. Così la giornalista Ilaria D’Amico, all’uscita dalla camera ardente per Giorgio Armani, a Milano. “Per me era un personaggio generoso, semplice ed elegante. Ho iniziato a vestire Giorgio quando avevo 25-26 anni. E non ho più smesso”. Ricorda D’Amico: “Lui c’è sempre stato nella mia carriera ma anche nella mia vita privata. E infatti ha vestito tutti i miei uomini il giorno del mio matrimonio”.

    • 12:37

      Gabriele Salvatores: “Armani mi vestì quando Mediterraneo ha vinto l’Oscar”

      “La sua visione era più ampia di quella della moda: diceva che la vita è un film e i suoi abiti i costumi di questo film. Ed era così. Dobbiamo usarlo come modello e grande esempio di umanità, in questi tempi esagerati, litigiosi e rancorosi”. Lo ha detto Gabriele Salvatores, arrivando alla camera ardente di Giorgio Armani. “Era un riferimento per tutti, come una stella polare che non vedi ma che c’è – ha sottolineato il regista di ‘Mediterraneo’ – Ricordo un vecchio manifesto in via Cusani che diceva ‘sono qui e amo Milano’ e i milanesi lo hanno ricambiato”.

      E ancora: “Quando ‘Mediterraneo’ ha vinto l’Oscar cercavo uno smoking, tra tutti i tuxedo americani. Lui mi chiamò per regalarmi un bellissimo smoking blu che conservo ancora come una reliquia”. “La cosa fantastica è che preferiva le persone alla moda: voleva dare loro qualcosa con cui si sentissero liberi. Ho delle cose di Armani di 20 anni fa ancora perfette”.

    • 12:35

      Carla Sozzani: “Ha inventato lui gli stilisti”

      “La sua forza era sapere sempre quello che voleva, non si è mai lasciato influenzare da nessuno. È stato un imprenditore e un grande creatore, ha inventato lui gli stilisti”. A dirlo è Carla Sozzani, giornalista e gallerista, storico nome della moda italiana, arrivando alla camera ardente di Giorgio Armani.

      Giorgio Armani “sapeva sempre cosa fare, anche nella musica. Era colto, profondo. Sceglieva musiche pazzesche per le sfilate ma faceva un altro mestiere, lo stilista”. A dirlo è il deejay Matteo Ceccarini, arrivato alla camera ardente di Giorgio Armani. È lui che per 25 anni ha curato la colonna sonora delle sfilate dello stilista. “Aveva sempre l’ultima parola, anche sulla musica”, spiega Ceccarini, che si dice “sotto choc” per la scomparsa di Armani. “Lui cercava il sogno, sempre voleva regalare il sogno ai suoi ospiti, anche musicalmente. Lo faceva attraverso me, che gli proponevo le musiche. Alla fine sceglieva sempre quelle più emozionanti”. Ultimamente, “era nel momento del piano”.

    • 12:06

      L’arrivo di Donatella Versace

      Occhiali scuri, completo nero con la gonna e tacchi altissimi. Donatella Versace è arrivata in via Bergognone, a Milano, per rendere omaggio a Giorgio Armani, nella camera ardente allestita negli spazi dell’Armani Teatro. La stilista è uscita da un suv, entrando senza rilasciare dichiarazioni ma tenendo in mano un mazzo di fiori bianchi.

    • 12:05

      Il necrologio di Luca Guadagnino e Carlo Antonelli

      E’ un necrologio che racconta e ricorda Giorgio Armani come fosse la sceneggiatura di un film, quello firmato dal regista Luca Guadagnino e dal giornalista e produttore cinematografico Carlo Antonelli, pubblicato oggi sul ‘Corriere della Serà, dedicato al ‘Re’ della moda, morto giovedì a Milano a 91 anni. “Questo piccolo rettangolo di carta è in realtà un universo a forma di parallelepipedo con pareti di differenti sfumature di grigio e sabbia. Apparentemente le superfici sono opache. Poi piano piano, vedete? Si stanno popolando. Contengono il percorso di una forza monocellulare all’intera storia del Novecento, la guerra, la ripresa, la nebbia, la nascita del design a Milano e l’ufficio progettazione di Rinascente. Contengono gli anni settanta e ancora il fumo dei lacrimogeni. La laboriosità meneghina. La forza motrice del singolo e della piccola media impresa”.

      E ancora: “L’inizio degli anni ’80. E sempre lavoro lavoro lavoro. Le passeggiate sui ciotolati di pietra. I ragazzi in bicicletta. Solo Enrico Cuccia, anch’egli adoratore del grigio, fu più discreto, ma nessun altro. La mirabile capacità milanese di incastro, nel terreno urbano, di storico e contemporaneo, caratterizzata tra una strettissima paletta di grigi beige e inserti in marmo, viene trasformata in un tessile e morbido inno ai nuovi poteri, all’avvento di quello femminile e alla strabiliante oggettificazione di quello maschile. L’avvento degli anni Duemila – prosegue poi il necrologio – non ha portato arresto a questa continua capacità di riuscire a intercettare la difesa identitaria di sé (delle proprie origini, delle proprie intuizioni) con la fluidificazione della geopolitica, il sorgere dei capitali liberati nel Far East, il nuovo Medio Oriente.- E nel contempo cresce la presenza nello sport e i nuovi corpi che lo abitano.- Nulla più del Burj Khalifa a Dubai può simbolizzare una trasformazione perfettamente integrata agli universi di partenza”.

      “Dimenticavamo – concludono Guadagnino e Antonelli – mai abbastanza è stata sottolineata la prestanza fisica dell’uomo. Le spalle, proporzionatissime. Il collo, scolpito. Il viso, perfetto, marinaresco, irreale. La potenza fisica, le gambe, l’ombreggiatura del cavallo. Distante, statuario, sempre assorbito da una scolpitura classica del suo portamento, verrà ricordato in eterno anche per questo: bellissimo, bellissimo, bellissimo Giorgio Armani”, si chiude il ricordo.

    • 12:03

      Le lacrime di Jo Squillo: “Come perdere un pezzo di cuore”

      “E’ come perdere un pezzo di cuore”. Così Jo Squillo in lacrime all’ingresso della camera ardente di Giorgio Armani, a Milano. “Sono 25 anni che raccontiamo lo stile Giorgio Armani in giro per il mondo, uno stile che rimarrà in eterno – ha detto la giornalista e volto noto della moda italiana – Lui ha saputo costruire anche uno staff straordinario e appassionato che saprà portare avanti al meglio il marchio di Giorgi Armani”.

      Jo Squillo ricorda poi il rapporto che aveva con lo stilista: “Mi ha insegnato tanto, professionalmente, sempre rigoroso, disciplinato. Ha dedicato tutta la vita a questa professione. Porto con me 25 anni di racconti di moda, di artisti talentuosi, attori e intellettuali”. Poi ha aggiunto: “Lui ha saputo rompere questo mondo. Ha attratto gente di valore, mettendo al centro l’essenza dell’eleganza, che sta al passo con valori come l’intelligenza e l’umanità. E un’umanità come la sua, in questo settore, non si trova”. Jo Squillo ha poi concluso: ”Giorgio ha creato sempre qualcosa di speciale. Dubai, New York, Londra: ha sempre portato la poesia in passerella. Emozioni incredibili. Lui è la storia della moda”.

    • 12:01

      Il cordoglio di Liliana Segre

      “Esprimo la mia affettuosa vicinanza alla nipote Roberta ed all’intera famiglia per la perdita dell’amico, Giorgio Armani, maestro di eleganza, generosità e grande umanità”. Lo scrive in una nota Liliana Segre.

      Giorgio Armani “ha lasciato un segno molto profondo. È nell’anima di questa città, nello stile, nell’eleganza creativa e nell’etica del lavoro. L’ho incontrato più volte, sono stati momenti molto importanti per me”. A ricordare così il grande stilista è l’architetto Stefano Boeri, che si è messo in fila con i cittadini davanti all’Armani Teatro in via Bergognone.

    • 12:00

      Le persone in fila per l’ultimo saluto allo stilista: “Era uno di famiglia”

      “È con immensa emozione che Kering e i suoi marchi rendono omaggio a Giorgio Armani, visionario e straordinario imprenditore, ha ridefinito l’eleganza con un rigore e un’indipendenza che hanno segnato profondamente la nostra epoca”. È quanto si legge nel necrologio del colosso francese del lusso, Kering, apparso sulle pagine del ‘Corriere della serà in ricordo di Giorgio Armani. “Maestro indiscusso della sartoria italiana, la sua influenza trascende il mondo della moda – sottolinea il gruppo – e continuerà a ispirare intere generazioni. Kering e i suoi marchi esprimono profonda stima per il suo percorso eccezionale e rivolgono i sentimenti più sinceri ai suoi cari e ai suoi collaboratori”.

      “È iconico, ci lascia un grande di Milano”. Lo dice un uomo in fila alla camera ardente di Giorgio Armani, al teatro in via Bergognone, a Milano, per l’ultimo saluto allo stilista morto all’età di 91 anni lo scorso giovedì. Una signora che ha portato una rosa ricorda un incontro casuale con lo stilista in Corso Vittorio Emanuele: “È stato gentilissimo, ha fatto la foto con mia figlia, mi è rimasto dentro, è come se fosse morto un parente“. Una fotografa racconta: “Ho avuto l’occasione di lavorare un paio di volte per Armani ed è stato un grande signore, molto gentile ed educato”