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Gaza, “65 palestinesi uccisi dall’alba”. Fonti mediche: “Ieri 14 morti per malnutrizione, 147 da inizio guerra”. Ma Netanyahu: “La fame non c’è”

Hamas: "Ieri quasi 100 palestinesi uccisi mentre cercavano aiuti". Parolin: "Riconoscere lo Stato di Palestina è la soluzione"
Gaza, “65 palestinesi uccisi dall’alba”. Fonti mediche: “Ieri 14 morti per malnutrizione, 147 da inizio guerra”. Ma Netanyahu: “La fame non c’è”
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Trump: “Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza”

“Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump parlando coi giornalisti davanti al suo resort di Turnberry in Scozia con al fianco il premier britannico Keir Starmer. Ha così smentito indirettamente il premier israeliano Benyamin Netanyahu che aveva negato la fame nella Striscia.

  • 14:38

    Trump: “Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza”

    “Ho visto immagini di bambini molto affamati a Gaza”. Lo ha detto il presidente americano Donald Trump parlando coi giornalisti davanti al suo resort di Turnberry in Scozia con al fianco il premier britannico Keir Starmer. Ha così smentito indirettamente il premier israeliano Benyamin Netanyahu che aveva negato la fame nella Striscia.

  • 13:31

    Gaza, fonti mediche: “Il bilancio dei morti sale a 43”

    Almeno 43 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi israeliani lanciati oggi in tutta la Striscia di Gaza. Tra loro ci sono nove persone che erano alla ricerca di aiuti. Lo hanno riferito ad Al Jazeera fonti negli ospedali di Gaza.

  • 12:03

    Fonti mediche: “34 palestinesi uccisi nei raid israeliani”

    È di 34 morti il bilancio degli attacchi israeliani che hanno colpito diverse località di Gaza oggi. Lo riferiscono le autorità sanitarie locali. Domenica Israele ha annunciato che l’esercito avrebbe sospeso ogni giorno per 10 ore fino a nuovo avviso le operazioni a Gaza City, Deir al-Balah e al Mawasi, al fine di consentire un miglioramento del flusso di aiuti ai palestinesi a Gaza, dove cresce la preoccupazione per la fame, e di designare percorsi sicuri per la consegna degli aiuti. Israele ha dichiarato che continuerà le operazioni militari parallelamente alle nuove misure umanitarie. Gli ultimi attacchi sono avvenuti al di fuori del periodo di tregua dichiarato da Israele, fra le 10 e le 20. Le agenzie umanitarie hanno accolto con favore le nuove misure di aiuto, che includono anche il lancio di aiuti aerei su Gaza, ma hanno affermato che non sono sufficienti per contrastare la fame dilagante nella Striscia.

    L’ospedale Awda, nel centro di Gaza, ha dichiarato di aver ricevuto i corpi di 7 palestinesi che riferisce sono stati uccisi oggi dal fuoco israeliano vicino a un centro di distribuzione di aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele; l’ospedale ha riferito anche che altre 20 persone sono rimaste ferite vicino al sito. In un altro attacco, una donna incinta di 7 mesi è stata uccisa insieme ad altre 11 persone dopo che la loro casa è stata colpita nella zona di Muwasi, a ovest della città meridionale di Khan Younis; secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, il feto che la donna portava in grembo è sopravvissuto dopo un complesso intervento chirurgico. Un attacco ha colpito una casa a due piani nel quartiere occidentale giapponese di Khan Younis, uccidendo almeno 11 persone, più della metà delle quali donne e bambini, secondo l’ospedale Nasser che ha accolto i feriti. Al momento l’esercito israeliano (Idf) e la Ghf non hanno risposto alla richiesta di commenti sugli attacchi.

  • 11:23

    Hamas. “Ieri 14 morti di fame, 147 dall’inizio della guerra”

    Il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas afferma che nelle ultime 24 ore sono morte nella Striscia 14 persone a causa della fame e della malnutrizione. Questo bilancio, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram, porta il totale dei decessi per fame e malnutrizione a 147 dall’inizio della guerra, tra cui 88 bambini.

  • 11:19

    Onu: “Gli aiuti a Gaza sono ancora una goccia nell’oceano”

    “Si tratta di un passo positivo nella giusta direzione… ma è chiaro che abbiamo bisogno di far arrivare grandi quantità di aiuti su una scala molto, molto più ampia di quella che siamo stati in grado di fare finora”: lo ha detto ad Al Jazeera il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, sottolineando che nel complesso le consegne di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza sono “una goccia nell’oceano“.

    “Non possiamo presentarci e attraversare il confine. Questo è ciò che dovremmo poter fare, è ciò che richiede il diritto internazionale, ma non siamo ancora a quel punto”, ha proseguito, citando i rischi per la sicurezza, i valichi chiusi, il rifiuto dei visti e i ritardi doganali. “A Gaza c’è una fame dilagante”, ha concluso Fletcher: “Ci stiamo mobilitando per consegnare il più possibile… ma giudicheremo (il nostro lavoro) dai risultati”.

  • 10:55

    Israele, fonti: “Sospeso il progetto della città umanitaria a Rafah”

    Il progetto israeliano per la creazione di una “città umanitaria” sulle rovine di Rafah, destinata a centinaia di migliaia di palestinesi come primo passo per il loro trasferimento volontario è stato sospeso. Lo ha riferito a Ynet una fonte della sicurezza di alto livello: “Non c’è una decisione di procedere né un piano alternativo. Il governo era convinto di andare verso un accordo sugli ostaggi che includesse ritiri dal sud della Striscia, ora sembra che abbia abbandonato l’iniziativa che per ora è accantonata”.

  • 10:07

    Hamas: “Ieri quasi 100 palestinesi uccisi mentre cercavano cibo”

    Quasi 100 persone sono state uccise ieri mentre cercavano aiuti a Gaza. Lo afferma il ministero della Salute dell’enclave controllato da Hamas, secondo quanto riportato da Sky News. Il ministero ha dichiarato che 67 persone sono state uccise nel nord di Gaza e altre sei a Khan Younis, nel sud. Le Forze di Difesa Israeliane hanno affermato che le truppe “hanno sparato colpi di avvertimento per rimuovere una minaccia immediata” dopo che “un raduno di migliaia di persone è stato identificato nel nord della Striscia “. “L’Idf è a conoscenza delle dichiarazioni relative alle vittime e i dettagli sono ancora in fase di esame”.

  • 09:39

    Media: “Altre 3 vittime dall’alba, i morti sono 16”

    Altri 3 palestinesi sono stati uccisi oggi in un bombardamento israeliano su Gaza City, che ha colpito la casa della famiglia Al-Kharoubi nel quartiere di Al-Daraj, nella zona est della città. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Queste vittime si aggiungono ai 13 morti di cui aveva riferito poco prima la stessa Wafa, portando dunque a 16 morti il bilancio complessivo degli attacchi israeliani di oggi sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dall’agenzia, 5 persone sono state uccise in un bombardamento su una casa nella zona di Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis; altre 5 persone sono state uccise nel bombardamento israeliano di una casa a 3 piani appartenente alla famiglia Nofal vicino a una fabbrica dell’Unrwa nel quartiere giapponese a ovest di Khan Younis; e altri 3 palestinesi sono stati uccisi nel bombardamento di una casa nel campo profughi di Maghazi, nella Striscia di Gaza centrale. Decine i feriti.

  • 09:30

    Israele: “Ieri entrati a Gaza oltre 120 camion”

    Il Coordinamento delle attività governative nei territori (Cogat) del ministero della Difesa israeliano ha confermato che ieri sono stati distribuiti dall’Onu e dalle organizzazioni umanitarie nella Striscia di Gaza aiuti alimentari arrivati a bordo di oltre 120 camion. “Più di 120 camion sono stati ricevuti e (i beni che trasportavano) distribuiti ieri dall’Onu e dalle organizzazioni internazionali”, ha scritto su X il Cogat, che supervisiona l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.

  • 09:27

    Parolin: “Riconoscere lo Stato di Palestina è la soluzione”

    Prematuro riconoscere lo stato di Palestina? “Ma perché prematuro? Per noi è la soluzione”. Il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin non ci gira attorno e risponde in maniera tranchant a quanto, come la premier Giorgia Meloni, pur dicendosi d’accordo sul riconoscimento dello stato di Palestina ritengono la soluzione prematura. E al presidente francese Emmanuel Macron che si è detto d’accordo col riconoscimento, Parolin con una battuta osserva: “Da mò , come dite voi, che l’abbiamo riconosciuto lo Stato di Palestina: per noi quella è ‘ la soluzione cioè il riconoscimento di due Stati che vivono vicini uno all’altro ma anche in autonomia e sicurezza”. Tutti i Paesi del G7 dovrebbero riconoscerlo? “Credo di sì – osserva Parolin ai margini di un evento a Roma – per noi questa è la formula”. A chi sostiene che la soluzione sia prematura, il porporato ribadisce: “Ma perché prematuro? Secondo noi la soluzione passa attraverso il dialogo diretto tra le parti in vista della costituzione di due realtà statali autonome. Certo che diventa sempre più difficile per la situazione che si è creata in Cisgiordania . Questo non aiuta dal punto di vista pratico la realizzazione dello stato di Palestina . Mi pare che a New York ci sarà una conferenza promossa da Francia e Arabia Saudita per trovare i termini pratici, speriamo porti risultati”.

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