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Dazi, Fmi: “Notevoli ribassi delle stime ma non recessione”. Trump: “Faremo buon accordo con Pechino”

Il governatore della Federal Reserve Powell: "Le misure del presidente Usa portano a una crescita più debole". Bce: "I dazi hanno deteriorato le prospettive dell'Eurozona". Il colosso francese LVMH avverte: "Senza intese trasferiremo parte della produzione negli Usa". E Confindustria: "Rischio che aziende italiane delocalizzino negli Stati Uniti è concreto"
Dazi, Fmi: “Notevoli ribassi delle stime ma non recessione”. Trump: “Faremo buon accordo con Pechino”
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Bce: “I dazi hanno deteriorato le prospettive dell’Eurozona”

“L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro”. Lo afferma la Banca centrale europea al termine del consiglio direttivo.

  • 11:46

    Upb: “Impatto dei dazi su tutti i settori, 68mila occupati in meno”

    “I dazi Usa impatteranno, tenendo conto anche degli effetti indotti, su quasi tutti i settori dell’economia italiana, con una perdita a livello aggregato di valore aggiunto nell’ordine di tre decimi di punto percentuale”. Lo ha indicato la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione sul Documento di finanza pubblica. “In termini di occupazione l’effetto è quantificabile in circa 68 mila occupati totali in meno”, calcola l’Autorità dei conti pubblici. .

    L’Upb fa i calcoli ipotizzando dazi del 25% su attività metallurgiche, fabbricazione di metalli e fabbricazione di autoveicoli e altri mezzi di trasporto e del 10% per i restanti settori. Tra comparti direttamente colpiti, ovvero quelli dei beni, quelli che registrano una maggiore perdita di valore aggiunto sono la “Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici” (-3,25%), l’”Attività estrattiva” (-2,94%), la “Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi” (-1,49%), la “Fabbricazione di prodotti chimici” (-1,23%), le “Attività metallurgiche” (-1,09%) e la “Fabbricazione di macchinari e apparecchiature” (-1,7%).

    I settori più colpiti sono, a eccezione per l’attività estrattiva, quelli per i quali il mercato americano è più importante come mercato di sbocco, o quelli colpiti da un dazio più elevato, spiega l’Ufficio parlamentare di bilancio. I settori meno colpiti risulterebbero quelli della “Riparazione e installazione di macchine e apparecchiature”, la “Silvicoltura e utilizzo di aree forestali”, la “Pesca e acquicoltura” e la “Raccolta, trattamento e fornitura di acqua”, che sono anche i settori con bassa importanza relativa delle esportazioni verso gli Stati Uniti.

    Dal punto di vista di perdita di occupazione i comparti maggiormente penalizzati sarebbero quelli della “Fabbricazione di macchinari e apparecchiature” (-5.180 occupati), la “Fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature” (-4.950) e le “Industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e simili” (-4.800).

  • 11:19

    Dazi, S&P: “Ci saranno sviluppi negativi per il credito”

    “L’intensificarsi delle tensioni commerciali e le incertezze politiche stanno pesando sulle condizioni del credito globale e cambieranno lo scenario per gli istituti finanziari (IF)”. Lo rileva un report di S&P Global Ratings che approfondisce l’impatto dei dazi sugli istituti finanziari globali, osservando che “gli istituti finanziari globali stanno entrando in questa fase da una posizione di forza”. Tuttavia, “l’aumento della volatilità dei mercati, la maggiore avversione al rischio degli investitori, una crescita economica più contenuta e l’accelerazione della frammentazione globale rappresentano sviluppi negativi per il credito”. “L’impatto sugli istituti finanziari sarà diverso a seconda delle regioni e dei modelli di business. Gli istituti non bancari più deboli che si basano su finanziamenti wholesale a breve termine sono vulnerabili a danni immediati al credito, mentre le banche con un’esposizione eccessiva ai Paesi direttamente interessati potrebbero subire il maggior deterioramento della qualità degli attivi”, aggiunge S&P.

  • 11:13

    Dazi, Bankitalia: “Grande instabilità, profonde ripercussioni sull’economia mondiale”

    “Il contesto internazionale è caratterizzato da grande instabilità. L’annuncio, lo scorso 2 aprile, di un netto incremento dei dazi statunitensi sulle importazioni ha prodotto una cesura dell’attuale assetto di regole internazionali. L’instabilità è accresciuta dall’incertezza che circonda il nuovo livello dei dazi: al momento, è temporaneamente applicata un’aliquota del 10 per cento sulla maggioranza dei prodotti importati dai partner commerciali, con l’esclusione della Cina (per la quale si applica un’aliquota eccezionalmente elevata), ma il quadro è in evoluzione. Le ripercussioni sull’economia mondiale e sulla cooperazione internazionale saranno profonde“. Lo ha detto Andrea Brandolini, vice capo del dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia.

    Gli effetti peseranno sull’economia europea e su quella italiana: “La qualità elevata dei beni che vendiamo negli Stati Uniti e gli ampi margini di profitto di alcune imprese potranno attenuarne temporaneamente l’impatto, ma un contraccolpo sarà inevitabile se vi sarà un forte rallentamento del commercio mondiale”.

  • 11:11

    Borse, Europa debole tra tensioni commerciali e Bce

    Le Borse europee proseguono deboli mentre si attende la riunione della Bce sulla politica monetaria e la conferenza stampa di Christine Lagarde. Sotto i riflettori restano le tensioni commerciali, con i primi negoziati e le posizioni del Wto e della Fed. Sul fronte valutario l’euro scende a 1,1378 sul dollaro.
    L’indice stoxx 600 cede lo 0,4%.

    In flessione Londra e Madrid (-0,5%), Parigi (-0,3%), Francoforte (-0,2%). Sui principali listini europei pesa la farmaceutica (-0,9%) e sui tecnologici, mentre si attendono gli sviluppi sui dazi. Deboli le banche (-0,2%) e le assicurazioni (-0,3%). Scendono le utility (-0,6%), con il prezzo del gas che sale a 35,83 euro al megawattora.

    Seduta poco mossa per l’energia (-0,03%), mentre il petrolio è in rialzo. Il Wti si attesta a 63,13 dollari al barile e il brent a 66,41 dollari. Giù anche il settore azionario delle case automobilistiche (-0,4%). In controtendenza il lusso (+0,5%), dove si mette in mostra Lvmh (+1,4%) mentre è in calo Hermes (-1,3%) dopo i conti.

    Poco mossi i rendimenti dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 118 punti, con il tasso del decennale italiano al 3,71% e quello tedesco al 2,53%. Non si allenta la corsa dell’oro che sale a 3.324 dollari l’oncia, con un incremento dello 0,6 per cento.

  • 10:51

    Dazi, media: “Possibile accordo Usa-Regno Unito entro tre settimane”

    Gli Stati Uniti e il Regno Unito potrebbero arrivare a un accordo commerciale entro tre settimane. E’ quanto riferisce il giornale britannico Telegraph che cita fonti della Casa Bianca. “La Casa Bianca prevede un accordo commerciale con il Regno Unito entro tre settimane”, scrive il media, sottolineando che Londra è in una posizione favorevole per raggiungere rapidamente un accordo, poiché importa dagli Stati Uniti più di quanto esporti.

  • 10:26

    Hermès: “Aumentiamo i prezzi negli Usa a causa dei dazi”

    “Compensiamo l’effetto del 10% di tariffe in più aumentando i prezzi negli Usa”. Lo ha indicato Eric du Halgouet, vicepresidente esecutivo finanza di Hermès, rispondendo in conference call alle domande degli analisti sui dazi Usa. “L’aumento dei prezzi diventerà effettivo nel giro di una o due settimane”, ha aggiunto il manager del gruppo francese di borse di lusso. 

  • 09:46

    Macron riceve Witkoff e Rubio: si parlerà di Ucraina, dazi e Gaza

    Nei due incontri oggi all’Eliseo di Emmanuel Macron con l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e con il segretario di Stato Marco Rubio, “sarà fatto il punto sui negoziati di pace per mettere fine all’aggressione russa in Ucraina”: lo si apprende da fonti dell’Eliseo.

    Gli incontri faranno seguito alle conversazioni di Macron con Trump e ai lavori condotti nel quadro della coalizione dei volenterosi, copresieduta da Gran Bretagna e Francia, riunita lo scorso 27 marzo all’Eliseo. Gli incontri di oggi “saranno anche l’occasione di discutere di dazi e della situazione in Medio Oriente in una logica di de-escalation nella regione”, ha detto ancora la fonte della presidenza francese.

  • 09:38

    Istat: “Dazi aumentano l’incertezza, Pil italiano giù dello 0,2% nel 2025 e dello 0,3% nel 2026”

    L’eventuale perdurare dell’incertezza e un aumento delle tensioni commerciali avrebbero sulla crescita del Pil italiano un impatto negativo di 2 decimi di punto nel 2025 e di tre decimi nel 2026. E’ la stima fornita dall’Istat nella relazione sul Dfp presentata in audizione. Con cautela l’Istituto parla di una “valutazione parziale e soggetta alla difficoltà di ipotizzare non solo l’evoluzione delle principali variabili esogene ma anche la risposta di politica economica e commerciale da parte di Governi e Banche Centrali”.
    Nel Dfp le previsioni di crescita indicano un Pil in aumento dello 0,6% quest’anno e dello 0,8% nel 2026.

    L’Istituto ha ipotizzato che l’indicatore del livello dell’incertezza rimanga per tutto il biennio di previsione sui valori medi dei primi tre mesi del 2025; che il tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro si apprezzi, rispetto allo scenario base, del 3% nel 2025 mentre torni alla baseline nel 2026; che i dazi alle importazioni negli Stati Uniti (ipotizzati per semplicità con una aliquota del 20% per tutti i beni) si traslino completamente sul prezzo dei beni finali manifatturieri esportati (ovvero un pass-through completo da parte degli esportatori italiani); infine che il commercio mondiale si riduca, rispetto allo scenario base, di circa mezzo punto percentuale nel 2025 e di un punto nel 2026.

  • 09:07

    Le Borse asiatiche chiudono in rialzo

    Le Borse asiatiche concludono la seduta in rialzo dopo i primi incontri tra Usa e Giappone per i negoziati sui dazi. Sotto i riflettori la posizione del Wto e del presidente della Fed, Jerome Powell, sulla politica commerciale. C’è attesa per l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e Donald Trump. I listini europei si avviano verso un avvio positivo con i future in rialzo.

    Sale Tokyo (+1,35%). Sul fronte valutario lo yen prosegue nella fase di rivalutazione sul dollaro a 142,70 e sull’euro a 162,18. Bene Hong Kong (+1,17%), poco mossa Shanghai (-0,04%), positive Shenzhen (+0,18%), Seul (+0,94%) e Mumbai (+0,9%). Sul fronte macroeconomico in arrivo dagli Stati Uniti i sussidi di disoccupazione e le nuove costruzioni abitative.

  • 08:43

    Powell (Fed): “Incertezza sui dazi può causare danni duraturi”

    Il presidente della Fed Jerome Powell lancia un duro avvertimento sulle possibili conseguenze dei dazi di Trump sugli Stati Uniti: “Il livello degli aumenti tariffari annunciati finora – ha detto durante un evento all’Economic Club di Chicago, secondo la Cnn – è significativamente maggiore del previsto” e la persistente incertezza sui dazi potrebbe causare danni economici duraturi. Con i dazi di Trump che stanno avviando l’economia verso una crescita più debole, una maggiore disoccupazione e un’inflazione più rapida – tutto allo stesso tempo – la Fed si trova ad affrontare una situazione che non si verificava da circa mezzo secolo”.

    Secondo il presidente della Fed, “potremmo trovarci nello scenario difficile in cui i nostri obiettivi a doppio mandato sono in discussione“, “si tratta di cambiamenti politici molto radicali“, e “non esiste un’esperienza moderna su come affrontare questo argomento”. Le borse statunitensi sono scese significativamente durante il discorso di Powell: il Dow Jones era in calo di 700 punti, pari all’1,7%. L’indice S&P 500 più ampio è sceso del 2,5%. Il Nasdaq Composite, l’indice ad alta densità tecnologica, è sceso del 3,5%, riporta la Cnn.

    “La Fed ha il compito di promuovere la piena occupazione e di tenere sotto controllo l’inflazione – ha detto Powell -, ma i dazi di Trump minacciano entrambi questi obiettivi. Per ora, tuttavia, l’economia statunitense rimane in buone condizioni, secondo gli ultimi dati”. Powell ha affermato che la mossa migliore per la Fed al momento è quella di rimanere immobile finché i dati non mostreranno chiaramente come l’economia statunitense si sta muovendo.

    “Jerome Powell ha appena dettato legge a Trump”, ha dichiarato David Russell, responsabile globale della strategia di mercato di TradeStation, una importante società finanziaria americana, alla Cnn. “È stato un chiaro avvertimento sulla stagflazione e una dichiarazione che la Fed non permetterà alla Casa Bianca di tagliare i tassi”. 

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