Il prezzo dell’oro sale ancora: scambiato a 3.331 dollari
Non si arresta la corsa dell’oro con il clima di incertezza dopo i dazi decisi da Donald Trump. Il metallo prezioso con consegna immediata (Gold spot) è scambiato a 3.331 dollari l’oncia con una crescita dello 0,80%, dopo aver aggiornato i massimi a 3.356 dollari.
Cina: “Dazi Usa al 245% non hanno senso economico”
I dazi del 245% imposti dagli Stati Uniti su alcuni prodotti provenienti dalla Cina “non hanno più senso dal punto di vista economico”. E’ quanto ha rilevato un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, in merito alla pubblicazione da parte della Casa Bianca di un documento informativo sull’indagine ai sensi della Sezione 232, secondo cui il Dragone rischia tariffe fino al 245% sull’export verso gli Usa, dall’attuale aliquota generale del 145%, a seguito delle sue azioni di ritorsione in base alla sicurezza nazionale.
La Repubblica popolare ha già chiarito “che gli aumenti tariffari esorbitanti degli Usa contro la Cina sono diventati un gioco di numeri, il che economicamente non fa più molta differenza, se non dimostrare ancora come gli Usa strumentalizzino i dazi per costringere e intimidire gli altri. “La Cina non vuole combattere queste guerre, ma nemmeno ne ha paura”, ha detto il portavoce nel resoconto dei media statali, osservando che le guerre tariffarie e commerciali non hanno vincitori.
Se Washington continua a seguire “questo gioco di numeri con i dazi, verrà semplicemente ignorata. Ma se continua a infliggere danni concreti ai diritti e agli interessi della Cina, risponderemo con contromisure decise e manterremo la posizione fino alla fine”, ha concluso il portavoce.
Xi Jinping vola in Cambogia, ultima tappa del tour asiatico
Il presidente cinese Xi Jinping ha concluso la sua visita in Malesia, seconda tappa del suo tour nel sudest asiatico, in base a quanto riferito dal network statale Cctv. Iniziata lunedì in Vietnam, la missione di Xi finirà in Cambogia dopo la partenza da Kuala Lumpur, nel mezzo delle aspre tensioni sul commercio tra Pechino e Washington. La Cambogia è stata raggiunta da “dazi reciproci” al 49%, in base all’annuncio fatto dal presidente americano Donald Trump a inizio aprile: l’aliquota è stata poi congelata per la durata di 90 giorni, utili per avviare e chiudere un negoziato.
Giappone, a marzo export in crescita del 3,9%
Aumentano per il sesto mese consecutivo le esportazioni giapponesi, un dato che riflette il flusso costante in uscita delle merci del Made in Japan, in particolare il comparto auto e dell’elettronica, in anticipazione dell’entrata in vigore dei dazi Usa. In marzo, secondo i dati del ministero delle Finanze, l’export nipponico segna una crescita del 3,9%, comunque inferiore alle previsioni del 4,5% degli analisti. Le importazioni hanno visto un incremento del 2%, risultando in una espansione del surplus della bilancia commerciale a 544 miliardi di yen (circa 3,35 miliardi di euro).
L’amministrazione Trump il due aprile ha introdotto dazi del 25% sulle importazioni di auto provenienti dall’estero, e ha minacciato una tariffa basata sulla reciprocità del 24% su tutti i prodotti giapponesi, per poi ridurla al 10% per una durata di 90 giorni, in attesa di un negoziato con Tokyo. Ad essere sotto pressione principalmente il mercato auto e il suo indotto che dà lavoro ad oltre 5,5 milioni di persone in Giappone. Le case automobilistiche giapponesi ogni anno producono nove milioni di auto in patria e ne esportano circa 1,5 milioni in America, oltre ad esportare negli Stati Uniti più di 1,4 milioni di veicoli da Messico e Canada.
Tokyo: “Gli Usa vogliono un accordo entro 90 giorni”
L’inviato del Giappone ha affermato dopo i colloqui a Washington che gli Stati Uniti desiderano un accordo commerciale entro l’attuale periodo di congelamento di 90 giorni sui dazi “reciproci”. “Capisco che gli Stati Uniti vogliano raggiungere un accordo entro i 90 giorni. Da parte nostra, vogliamo farlo il prima possibile”, ha detto il ministro per la Rivitalizzazione economica, Ryosei Akazawa, rifiutandosi di commentare i dettagli dei suoi colloqui.
Temu e Shein: “Aumenti di prezzi per i clienti Usa”
I siti di e-commerce Temu e Shein, fondati in Cina, hanno annunciato che prevedono di aumentare i prezzi per i clienti statunitensi a partire dalla prossima settimana. Si tratta di un effetto a catena delle misure dell’ex presidente Donald Trump che ha imposto dazi altissimi sui prodotti spediti dalla Cina. Temu, di proprietà della società cinese PDD Holdings, e Shein, ora con sede a Singapore, hanno comunicato separatamente – con avvisi quasi identici – che i loro costi operativi sono aumentati “a causa dei recenti cambiamenti nelle regole del commercio globale e nei dazi doganali”. Entrambe le aziende hanno dichiarato che effettueranno “adeguamenti di prezzo” a partire dal 25 aprile, anche se nessuna ha specificato l’entità degli aumenti. Non è chiaro perché i due concorrenti abbiano pubblicato dichiarazioni praticamente identiche sui loro siti.
Da quando sono entrati nel mercato statunitense, Shein e Temu hanno messo sotto pressione i rivenditori occidentali offrendo prodotti a prezzi ultra-competitivi, sostenuti da massicce campagne pubblicitarie digitali e tramite influencer. I dazi del 145% imposti da Trump sulla maggior parte dei prodotti fabbricati in Cina, unito alla sua decisione di eliminare l’esenzione doganale che permetteva l’ingresso negli Stati Uniti senza dazi di beni dal valore inferiore a 800 dollari, ha colpito duramente i modelli di business delle due piattaforme. Le aziende di e-commerce sono state le principali utilizzatrici di questa esenzione. Shein vende abbigliamento economico, cosmetici e accessori, puntando principalmente su un pubblico femminile giovane grazie alla collaborazione con influencer sui social media. Temu, che promuove i suoi prodotti tramite pubblicità online, offre una gamma più ampia di articoli, tra cui prodotti per la casa, regali divertenti e piccoli dispositivi elettronici.
Trump: “Col Giappone grandi progressi”
“Un grande onore aver appena incontrato la delegazione giapponese per il commercio. Grandi progressi!”. Lo scrive sul social Truth il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.