Gaza, la diretta – Onu: “Gasolio finito, in 200mila senz’acqua”. Oms: “L’ospedale al-Shifa è quasi un cimitero”. Israele: “Hamas ha perso il controllo della Striscia”

Le Nazioni Unite: "Stop a operazioni umanitarie entro 48 ore". Hamas: "Gli ospedali nel nord sono fuori servizio". Ad al-Shifa sono morti anche 6 neonati: timori per il destino dei nati prematuri rimasti senza cure. Ma Netanyahu dice: “No alle pause”. Soldati israeliani entrano nel Parlamento di Gaza City e ne prendono il controllo

Aggiornato: 22:27

  • 19:25

    I timori per i neonati prematuri senza cure all’ospedale Al-Shifa – FOTO

    Questa foto è stata rilasciata dal dottor Marawan Abu Saada in data 12 novembre e secondo l’Associated Press mostra i neonati palestinesi prematuri all’ospedale Al-Shifa di Gaza City. L’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso preoccupazione per la sorte di decine di neonati prematuri che non possono più rimanere nelle loro incubatrici, a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di carburante. Secondo il governo di Hamas, nelle ultime 6 neonati prematuri sono morti per assenza di cure nell’ospedale Al-Shifa. Il direttore degli ospedali di Gaza, Mohammed Zaqout, ha dichiarato che 36 neonati non sono ancora stati evacuati dalla struttura assediata dall’esercito di Israele.

  • 18:54

    Oms: “L’ospedale Al-Shifa è quasi un cimitero”

    L’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, “non funziona più come dovrebbe” a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di carburante ed “è quasi un cimitero“. Lo ha dichiarato alla Bbc Christian Lindmeier, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lindmeier ha spiegato che attorno alla struttura “ci sono cadaveri di cui non ci si può occupare e che non possono nemmeno essere sepolti o portati in un obitorio”. La preoccupazione dell’Oms è rivolta soprattutto alla sorte di decine di neonati prematuri che non possono più rimanere nelle loro incubatrici. Secondo Lindmeier, l’ospedale non è in grado di effettuare la dialisi renale per 45 pazienti che ne hanno bisogno. All’interno della struttura ci sono circa 600 pazienti e altre persone che si sono rifugiate nei corridoi.

  • 18:32

    Gaza: “11.350 persone morte dal 7 ottobre, 28mila feriti”

    E’ salito a 11.360 il numero delle persone morte nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso, secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità di Hamas. Lo riporta l’agenzia stampa palestinese Wafa. Tra i morti finora ci sarebbero 4.609 minori, 3.100 donne e 678 anziani. Il numero dei feriti, invece, ha raggiunto i 28mila. In Cisgiordania, il numero dei palestinesi uccisi è salito a 180, e quello dei feriti a 2.700. Il ministero ribadisce che è difficile raccogliere informazioni per la mancanza di comunicazione e a causa degli attacchi agli ospedali, ma precisa che 3.250 cittadini, di cui 1700 minori, sono ancora dispersi.

  • 17:49

    Ue, Borrell: lo schema in sei punti

    Josep Borrell ha presentato uno “schema” in sei punti ai 27 ministri degli Esteri dell’Ue ottenendo un sostanziale via libera a lavorare “in partnership con Usa e arabi” per l’attuazione. Si tratta di una strategia a “medio-lungo termine” per costruire la pace tra gli israeliani e i palestinesi “in accordo” con la regione. Il piano prevede “tre sì e tre no”.
    No all’espulsione dei palestinesi di Gaza in altri Paesi, no alla riduzione del territorio di Gaza, no alla rioccupazione d’Israele e al ritorno di Hamas”, ha detto Borrell parlando dei tre no. Per i , invece, si prevede: “A Gaza servirà un’autorità palestinese, non necessariamente ‘là autorità palestinese, la cui legittimità deve essere definita dal Consiglio di sicurezza dell’Onu; un forte coinvolgimento dei Paesi arabi alla soluzione politica e infine una maggior coinvolgimento dell’Ue nella regione e in particolare nella costruzione dello stato palestinese”.

  • 17:38

    Unrwa: “Le epidemie diventeranno realtà a Gaza”

    “L’assenza di carburante significa assenza di pompaggio delle acque reflue e di rimozione dei rifiuti. Questa è una grave minaccia per la salute pubblica. Le epidemie diventeranno una realtà“. Lo ha scritto su X Thomas White, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza.

  • 17:37

    Israele: ucciso comandante della divisione anticarro di Hamas

    Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver ucciso Yakub Ashur, comandante della divisione anticarro di Hamas nella Brigata Khan Younis. Secondo l’Idf, Ashur “come parte del suo ruolo, ha preso parte alla guida e alla direzione degli attacchi contro le forze dell’Idf”. Lo riporta The Times of Israel. Attacchi separati hanno ucciso anche Hamis Dababash, un membro veterano del gruppo terroristico ed ex capo della divisione di intelligence di Hamas; Tahsin Maslam, capo della compagnia di supporto al combattimento per le operazioni speciali di Hamas a Beit Lahia; Jihad Azam, un ufficiale dell’intelligence di Hamas nel quartiere Zeitoun di Gaza City; e Munir Harb, capo dell’informazione della Brigata Rafah.

  • 17:10

    Borrell: “Ora maggior impegno Ue per uno Stato palestinese”

    “Ora serve un maggior coinvolgimento dell’Ue nel Medio Oriente, e in particolare nella costruzione dello Stato palestinese. Se non si trova una soluzione ora vivremo un ciclo di violenza che si perpetuerà di generazione in generazione”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del Consiglio Affari Esteri. “Non si tratta solo di ricostruire Gaza, lo abbiamo fatto varie volte. Si tratta di costruire uno Stato palestinese”, ha aggiunto Borrell.

  • 16:45

    Netanyahu: “Non ci saranno pause. Verso la vittoria totale”

    “Noi vinceremo. Non ci saranno pause. Questa non è un’operazione, non è un’altra serie di combattimenti. Stiamo andando verso la vittoria totale”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, rivolgendosi ai militari di Tel Aviv durante una visita al battaglione di ricognizione nel deserto, noto anche come Unità 585 o battaglione beduino. Lo riporta The Times of Israel. “Hamas sarà eliminato”, ha aggiunto.

  • 16:05

    Israele chiude una tv “filo-Hezbollah”

    Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato ieri la chiusura delle attività in Israele dell’emittente satellitare libanese al-Mayadeen, reputata vicina alle posizioni degli Hezbollah. Lo scrive il Times of Israel. La motivazione addotta dalle autorità è che i suoi programmi “danneggiano la sicurezza nazionale”. Il riferimento è in particolare a trasmissioni dal vivo nelle vicinanze di postazioni dell’esercito israeliano. Alcuni ministri hanno invocato anche la chiusura di al-Jazeera. Ma il governo esita, secondo i media, in quanto il Qatar svolge opera di mediazione per la liberazione di ostaggi tenuti da Hamas

  • 15:48

    Netanyahu: “Hezbollah gioca con il fuoco”

    “Chi pensa che può estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu riferendosi alla situazione al confine nord di Israele ma senza nominare direttamente Hezbollah. “Al fuoco – ha aggiunto parlando in una base militare – risponderemo con un fuoco ancora maggiore. Che non ci mettano alla prova. Finora abbiamo mostrato solo una minima parte delle nostre potenzialità”.