La Russa: “Escludo di aver chiamato Pazzali, io non sapevo nulla delle accuse di stupro contro Leonardo”
“Certo che lo escludo, peraltro ho saputo dell’accusa solo quando ne hanno i parlato i giornali”. È questa la risposta de presidente del Senato Ignazio La Russa al Fatto che gli ha chiesto se abbia parlato con il dominus di Equalize, Enrico Pazzali, delle vicissitudini giudiziarie di suo figlio prima che la vicenda fosse pubblica.
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Sull’inchiesta per presunto stupro a carico di Leonardo Apache La Russa, il padre nonché presidente del Senato è intervenuto più volte nel corso di quasi due anni, sostenendo sempre la stessa tesi: ha saputo della vicenda solo dopo la denuncia della presunta vittima pubblicata sui giornali.
Va ricordato che la violenza ipotizzata si consuma la notte tra il 18 e il 19 maggio dopo una festa all’Apophis. La notizia emerge 40 giorni dopo, quando la ragazza denuncia. Nei giorni successivi è lo stesso Ignazio La Russa fuori dal Tribunale a spiegare in modo chiaro che sì, lui sapeva che la ragazza era in casa. Dirà anche averla vista quella mattina. “L’ho incrociata al mattino – spiega ai cronisti – sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla”. È il primo tassello di una serie di dichiarazioni del presidente del Senato sul caso che coinvolge il figlio. E che dallo scorso ottobre si lega anche all’inchiesta sugli spioni di Equalize. Da quelle carte emergerà infatti che l’ex presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali chiederà una serie di accertamenti e report anche sui figli di La Russa che così commenterà allora al Corriere della Sera: “Sono più che allarmato, disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati. Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Ma mai avrei immaginato che potesse fare una cosa del genere. Se lo ha fatto è perché forse è stato costretto. Non sapevo nemmeno che avesse una società che si occupa di queste cose”. In questo momento, sottolineava poi, “l’unica cosa che mi premerebbe sapere è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia”.
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Prima che scoppiasse il caso Equalize, lo stesso Ignazio La Russa era entrato in argomento sul caso del figlio. Dirà infatti: “Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo 40 giorni. Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero”. Parole che suscitarono le forti critiche del leader del Pd Elly Schlein che definì quella uscita “disgustosa”. Da qui un nuovo messaggio dello stesso La Russa: “Non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, credo a mio figlio”. Spetterà alla Procura decidere. Al momento ogni accertamento è stato fatto. I pm dovranno valutare se procedere con una chiusura indagini o con una richiesta di archiviazione.