Il N.1 dc ad agrigento

Alaimo, il nuovo alleato di Cuffaro indagato per droga con l’aggravante mafiosa

Contestato il traffico e la detenzione illecita di sostanze stupefacenti. L'esponente della nuova Dc - vice presidente del consiglio di Canicattì - è nell’elenco della maxi inchiesta “Ianus” della Dda di Caltanissetta: 72 persone coinvolte, 55 misure cautelari

14 Marzo 2024

Il presidente provinciale di Agrigento della Democrazia Cristiana cuffariana, Giuseppe Alaimo è indagato per traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Il nome del 29enne, consigliere comunale Dc e vice presidente del consiglio di Canicattì, risulta nell’elenco della maxi inchiesta “Ianus” della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Caltanissetta e della squadra mobile nissena, che coinvolge 72 persone, di cui 55 misure cautelari, contro i clan di Gela e Caltanissetta. Alaimo si è autosospeso dal partito, ma al momento Cuffaro e la Dc restano in silenzio.

Alaimo e la scalata in Dc. Titolare di una concessionaria di auto a Canicattì, Alaimo ha sempre avuto la passione per la politica. La prima esperienza nel consiglio comunale canicattinese è con la casacca di Forza Italia, poi nell’agosto 2022 passa alla corte di Cuffaro. Insieme alla nuova Dc si presenta alle regionali a sostegno della coalizione di centrodestra di Renato Schifani, raccogliendo in provincia di Agrigento 1614 preferenze, che però non gli bastano per conquistare lo scranno a Palazzo dei Normanni, arrivando quarto nella lista cuffariana. Il 2023 invece è l’anno della svolta nel partito dell’ex governatore Cuffaro. Ad agosto è nominato commissario dei giovani del collegio di Canicattì, e ad ottobre diventa presidente provinciale di Agrigento.

Acquisto di droga. Secondo l’inchiesta della Dda nissena, guidata dal procuratore capo Salvatore De Luca, Alaimo avrebbe acquistato cocaina per poi cederla ad altre persone, non identificate. Fatti che sarebbero stati commessi nel 2019. Alaimo si sarebbe rivolto a Mirko Rapisarda, finito in carcere con l’accusa di associazione mafiosa perché ritenuto dagli inquirenti il tramite del clan Rinzivillo di Gela legato ai catanesi dei Cappello, e Giuseppe Pasqualino, arrestato per associazione mafiosa perché ritenuto il luogotenente del nuovo reggente del clan Rinzivillo, Giuseppe Tasca. A metterli in contatto sarebbe stato Gioacchino Giorgio, cugino di Alaimo, arrestato per droga nella stessa indagine.

“Ruote di macchina”. Il nome del politico cuffariano salta fuori nelle conversazioni di maggio 2019 tra Rapisarda e Giorgio, intercettati dalla squadra mobile nissena diretta da Antonino Corrado Ciavola, in cui i due parlano di droga usando termini criptici. “Dimmi na cosa, vinni mò cucinu? (È venuto mio cugino?, ndr.)”, domanda Giorgio. “Si pigghiau qualchi rota ì magghina (si è preso qualche ruota di macchina, ndr.) – dice Rapisarda, che aggiunge -. No, allora, dà quantità di rote cà m’avia dittu si, ora chiù tardi si veni a pigghia i circhia di seci pollici, e chisti mi dissi chi mi paia stanotti e cì dissi va bene… (la quantità di ruote che mi aveva detto si, ora più tardi si viene a prendere i cerchioni di sedici pollici, e questi mi ha detto che li paga stanotte, e gli ho detto va bene, ndr)”.
Come si legge nell’ordinanza firmata dal gip Santi Bologna, “Rapisarda rispondeva affermativamente” a Giorgio “precisando che l’uomo aveva preso ‘qualchi rota ì magghina’ (qualche ruota di macchina, ndr.)”, mentre sul pagamento, “precisava che, poiché inizialmente Alaimo voleva una ‘quantità di rote’ (quantità di ruote, ndr.) esigua egli aveva preteso il saldo alla consegna, modificata la richiesta, si era detto disposto ad attendere il pagamento purché avvenisse nel corso della nottata”.

Reazioni. “Il presidente provinciale della Dc di Agrigento, partito di Cuffaro, è indagato per detenzione a fini di spaccio con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Un esponente delle istituzioni, di un partito che governa con la maggioranza di Schifani indagato per un reato come questo. Giuseppe Alaimo, consigliere comunale, deve dimettersi da ogni ruolo di Canicattì. Sia chiaro lui avrà modo di difendersi dalle accuse nelle sedi opportune, ma in questo momento non si può minare la credibilità dello Stato”, ha detto il vicepresidente vicario della commissione Antimafia all’Ars, Ismaele La Vardera (Sud chiama nord).

“Si è autosospeso”. “Abbiamo appreso solo dagli organi di informazione dell’indagine – spiega Giacinto Paci, legale difensore di Alaimo -. Il mio assistito ha manifestato stupore, non ha ricevuto nulla e, quindi, non conosce la portata delle accuse. Dopo avere preso visione degli atti sarà disponibile a dare il suo contributo per accertare la verità e chiarire la sua posizione. In via cautelare si è autosospeso dagli organi di partito”. La notizia non è stata commenta né da Cuffaro né dalla Dc.

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