È nostro dovere difendere un Paese che è stato aggredito

27 Giugno 2022

Un Paese e un popolo hanno diritto alla loro indipendenza. L’indipendenza dei popoli e delle nazioni è sacra.
È con questo principio che sono cresciuto già da studente universitario, è una convinzione che mi ha accompagnato per tutta la vita, ho pensato che si dovesse lavorare per un mondo in cui sparissero gli imperialismi e i colonialismi e di conseguenza il fatto che ci sia un Paese che si considera sovrano che invade, bombarda un altro Paese a freddo senza che ci siano delle guerre in corso o dei conflitti in corso è davvero lontano dalla mia idea di ciò che si può fare.

È un tabù. Non esiste che un Paese invade e bombardi un altro Paese.

Mi ha colpito molto che ci siano invece delle difficoltà a schierarsi contro quello che è accaduto, io sto nettamente dalla parte dell’Ucraina e del diritto della resistenza dell’Ucraina a una propria capacità di resistenza. Anche il diritto di chiedere aiuto, perché non si tratta di un aiuto rivolto a colpire la Russia, a fare alla Russia quello che la Russia ha fatto all’Ucraina, allora sì che entreremo in guerra contro la Russia.

Si tratta di difendere un Paese che è stato aggredito.

Rifiuto l’idea che la geopolitica possa giustificare atti di questo genere. Che la storia possa giustificare atti di questo genere, la storia può spiegare ma non serve giustificare. La Russia può avere avuto un passato imperialista, può essersi concepita come grande Russia che ha un diritto di controllo su una parte del mondo, dell’Eurasia, ma questo lo può pensare oggi, lo può rimpiangere ma non può pensare che sia un principio guida accettabile dei suoi comportamenti
internazionali. Bisogna farsene una ragione, il mondo non è più diviso in paesi sovrani e in paesi colonia.

Nessuno ha il diritto di invadere altri Paesi e che questo non sia l’unico imperialismo colonialismo esistente del mondo lo so; infatti, sia sulla questione afgana sia sulla questione irachena ho tenuto delle posizioni di critica assoluta, fino a fare lo sciopero della fame quando c’è stato il bombardamento della Serbia, per andare ad un altro teatro di conflitto, quello dei Balcani. Quello che sta accadendo è lontano dalla mia capacità di comprensione, mi trovo davanti a fenomeni che non immaginavo, fatti che non immaginavo potessero accadere e a fenomeni che non immaginavano potessero accadere come la prudenza e il consenso mascherato di tanti intellettuali, osservatori o politici in Italia nei confronti del comportamento che ha tenuto Putin di fronte l’Ucraina, è un comportamento inaccettabile.

Non ci sono delle spiegazioni possibili, nel senso che non ci sono giustificazioni possibili, le spiegazioni purtroppo le conosciamo. Qualcuno pensa di poter comandare delle parti del mondo con l’uso della forza minacciando il nucleare.
Io lo rifiuto. Penso che si debba cercare una condizione di pace che realisticamente riporti tutto al 24 febbraio e che
arrivi a convincere nel solo modo possibile, cioè non consentendo a Putin di fare la parte del leone, in rapporti di forza che deve rispettare. I rapporti di forza sono però determinati dal diritto internazionale che lui ha violato palesemente.

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