Danni e vaccino: la lista è lunga

Conclusioni preoccupanti dello studio del Mit: malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi, malattie del fegato, ridotta immunità e risposta a guasti del Dna...

Come è nato il virus? Quanto sono efficaci i vaccini a mRNA? Quanto sappiamo e quanto siano rilevanti gli effetti collaterali di questi vaccini? Ecco tre domande che, al netto delle rassicurazioni fornite da quotidiani e televisioni, continuano a turbare tanto gli scienziati quanto l’opinione pubblica. Tre diversi studi scientifici, pubblicati nelle ultime settimane, suggeriscono […]

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Come è nato il virus? Quanto sono efficaci i vaccini a mRNA? Quanto sappiamo e quanto siano rilevanti gli effetti collaterali di questi vaccini?

Ecco tre domande che, al netto delle rassicurazioni fornite da quotidiani e televisioni, continuano a turbare tanto gli scienziati quanto l’opinione pubblica.

Tre diversi studi scientifici, pubblicati nelle ultime settimane, suggeriscono ora alcune incontrovertibili risposte. Il primo lavoro – firmato tra gli altri dal presidente Aifa, Giorgio Palù – mostra come il virus responsabile del Covid-19, pur essendo molto simile a quello originario rinvenuto nei pipistrelli, è diverso da questo (per alcune specifiche sequenze geniche modificate) e non è capace di infettare le cellule di pipistrello. Quindi non proviene da questo animale né è stato trovato altro ospite intermedio che abbia permesso il passaggio del virus dall’ospite naturale all’uomo. La conclusione è che lo scenario più probabile sia quello di un virus modificato in laboratorio sfuggito poi per negligenza o altro. Vogliamo chiedere che la Cina faccia infine chiarezza e venga chiamata a rispondere di quanto successo?

Punto secondo: The Lancet ha pubblicato i risultati di un’ampia analisi relativa all’efficacia dei vaccini. La protezione assicurata contro le forme gravi della malattia e il ricovero ospedaliero, dopo tre dosi del vaccino Pfizer, si aggira intorno all’80%. Disgraziatamente, dopo solo tre mesi, e per tutte le varianti (incluso quella attualmente preponderante, la Omicron), scende intorno al 50% (e anche sotto, secondo alcuni report). Lo studio omette di valutare l’importanza del vaccino nel prevenire il contagio, dando per scontato che la riduzione nella trasmissibilità sia minimo. Domanda: ma che vaccino è quello che – nonostante tre dosi! – assicura una protezione che tende a svanire dopo tre mesi? Questi risultati pregiudicano l’utilità di una eventuale “quarta” dose, e pongono con urgenza la questione di mettere mano a un vaccino vero, la cui efficacia – come accade per gli altri vaccini – duri nel tempo. Non esiste solo Moderna e Pfizer: abbiamo altre opzioni – alcune italiane – che devono essere prese in considerazione senza indugio.

Terzo: sulla rivista Food and Chemical Toxicology a firma di Stephanie Seneff – direttore di ricerca al Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston – è comparso un articolo che fa il punto sugli effetti collaterali del vaccino. Le conclusioni sono preoccupanti. Citiamo testualmente: “La vaccinazione induce una profonda compromissione nella trasmissione del segnale dell’interferone-1, il che ha diverse conseguenze negative per la salute umana; (le modificazioni indotte dal vaccino) hanno potenzialmente un nesso causale con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi, malattie del fegato, ridotta immunità adattativa, ridotta risposta al danno del Dna e sviluppo di tumori”. L’articolo sottolinea come le evidenze relative all’incidenza epidemiologica di queste patologie siano già riscontrabili consultando il Vaers, il programma di sorveglianza americano per il monitoraggio degli eventi avversi.

Non solo, ma proprio in queste ore Nature Scientific Report pubblica un’analisi epidemiologica che mostra come l’incidenza di miocarditi sia cresciuta di oltre il 25% tra i giovani sottoposti a vaccino con parallelo incremento delle morti cardiache improvvise. Cifre che fanno preoccupare. E del resto che la preoccupazione per i danni da vaccino stia crescendo è ammesso dalle stesse aziende che producono i vaccini. Nel rapporto annuale alla US Securities and Exchange Commission (ente regolatore sulla sicurezza del mercato), la BioNTech afferma esplicitamente che i dati di efficacia e sicurezza del vaccino sviluppato insieme a Pfizer potrebbero non essere sufficienti per ottenere l’approvazione definitiva da parte della Food and Drug Administration (FDA). Citiamo ancora testualmente (pag. 6): “Durante le nostre sperimentazioni cliniche (…) possono verificarsi eventi avversi significativi, che potrebbero ritardare o interrompere le sperimentazioni cliniche, ritardare o impedire l’approvazione normativa o l’accettazione sul mercato di uno qualsiasi dei nostri prodotti candidati”. Il rapporto prosegue, affermando candidamente come: “Le nostre entrate dipendono fortemente dalle vendite del nostro vaccino contro il Covid-19 e le nostre entrate future dal nostro vaccino contro il Covid-19 sono incerte (dato che) il profilo di sicurezza del nostro vaccino contro il Covid-19, compresi gli effetti collaterali precedentemente sconosciuti o l’aumento dell’incidenza o della gravità degli effetti collaterali noti possono essere un fattore di rischio”. Viva la sincerità.

È evidente che, qualora le aziende non ottengano l’autorizzazione definitiva, si aprirebbe un contenzioso legale senza fine, con richieste di risarcimento danni che travolgerebbero aziende e governi. E poi ci sarebbero gli inevitabili risvolti politici: qualcuno dovrà pur spiegare perché tanti appelli – alimentati dal dubbio e guidati dal principio di precauzione – siano stati inascoltati. In previsione di ciò che potrebbe accadere in autunno occorre, da subito, mettere mano a una previdente programmazione. Servirà un nuovo vaccino, ma che funzioni.

E bisognerà ripartire facendo chiarezza sui tanti, troppi punti oscuri di tutta questa vicenda. Di questo bisognerebbe informarne soprattutto il presidente dell’Ordine dei medici che sabato 30 ha fatto approvare – senza dibattito e in spregio a qualunque regola democratica – il bilancio dell’ordine. Non una parola sull’epidemia, sui problemi, sulle critiche piovute a centinaia da medici diuturnamente impegnati sul campo. Anzi: chi sollevava questioni è stato silenziato o gli è stato addirittura impedito di votare. E l’esito della votazione è stato deciso d’imperio con criterio “a spanna”: dando uno sguardo alle braccia alzate, senza curarsi né di contarle né di verificarne le deleghe. Democrazia morta, nell’indifferenza di quanti hanno trasformato l’Ordine in una cinghia di trasmissione – un organo sussidiario, alla lettera – del ministero della Salute.

Non è un buon viatico per guardare con fiducia a ciò che ci attende.

* Università La Sapienza, Roma