Non solo Covid. Il negazionismo è il virus più pericoloso di tutti

29 Luglio 2020

Il convegno che si svolse a Milano nel 1630 finì malissimo. Il titolo, “La peste non esiste” era suggestivo e carico di sottintesi, si sosteneva tra le altre cose che l’epidemia fosse una favola messa in giro dai poteri forti perché un radical-chic come il Manzoni potesse, duecento anni dopo, scrivere un libro di successo. I soliti intellettuali staccati dalla realtà, ovvio, mentre la gente del popolo veniva chiusa in casa e poteva appena portare a pisciare il cane, due onesti lavoratori lombardi come Renzo e Lucia non riuscivano a sposarsi per oltre cinquecento pagine, all’Inps si giravano i pollici e gli imprenditori chiedevano sussidi. L’Innominato non metteva la mascherina, un gesto di ribellione.

Ora, per fortuna, è tutto diverso: al convegno organizzato in Senato da Vittorio Sgarbi il livello era decisamente più alto, infatti è intervenuto il famoso virologo Andrea Bocelli con un argomento che ha convinto tutti: “Io conosco un sacco di gente, ma non ho conosciuto nessuno che sia andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”. Giusto, implacabile, non fa una piega, mi ha convinto: anch’io non ho mai conosciuto nessuno colpito da un fulmine, quindi mi pare palese che i fulmini non esistono, saranno un’invenzione di Bill Gates, o di Saviano, o delle Ong, tutta gente senza cuore che chiude in casa milioni di persone per impedire a Salvini di girare l’Italia baciando salami e capocolli. I soliti comunisti, insomma, gli stessi che hanno diffuso la foto dei camion militari che portano via i morti da Bergamo.

Non mi pronuncio sul valore scientifico del convegno, che mi sembra altissimo anche grazie a Bocelli, ma leggo che un certo Angelo Giorgianni ha parlato del Covid come di “un’ingegneria genetica per un colpo di Stato globale”. Interessante. E poi c’era un nutrizionista del Centro di Educazione al Dimagrimento, il dottor Franco Trinca, che se l’è presa con “il vaccino di Bill Gates”, che sarebbe “eugenetica nazista” e “chissà cosa ci mettono dentro”, forse cose che fanno ingrassare, maledizione.

Va bene, mi avete convinto, mi iscrivo ai negazionisti, dopotutto non conosco nessuno che sia morto nella tragedia del Vajont, quindi sono propenso ad accettare il fatto che la cosa non sia mai successa, forse anche quella un’invenzione di Bill Gates e dei radical-chic, come del resto il bombardamento di Dresda (conoscete qualcuno che sia morto a Dresda? No, vero? Visto?).

Ora non c’è bisogno di essere fini psicologi per capire che la gente mente volentieri a se stessa per allontanare ombre e paure. È lo stesso meccanismo per cui il marito che trova un uomo nell’armadio pensa che sia il falegname che lo sta riparando, giusto? Dunque c’è il rischio che il pensiero negazionista cresca e prosperi, con due azioni parallele: negare la realtà da un lato e, se proprio bisogna accettarla, dare la colpa a qualcun altro. Ultimamente ai migranti, che sarebbero i nuovi untori (dopo i cinesi), e qui ci viene in aiuto un’altra virologa illustre, Annalisa Chirico, che garantisce quasi da sola, a mani nude, l’impianto ideologico-culturale di Salvini, compito titanico.

Pensa cosa fa la gente pur di non parlare di Attilio Fontana e dei camici del cognato, anche se credo che le finalità del prestigioso convegno fossero altre e più nobili: dare finalmente un po’ di visibilità all’organizzatore Vittorio Sgarbi, che in effetti ne ha poca, poverino, e in qualche modo deve farsi notare, visto il suo noto aplomb elegante, misurato e mai scomposto che i media trascurano.

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