Il "programma" degli ambientalisti per gli Stati generali

Il Ritorno al futuro, la ricetta per Re Conte

Di Fridays For Future Italia
16 Giugno 2020

Udite Udite, Cittadini e Cittadine! Il Re, scusate, intendevo dire il Conte di Roma, ha convocato gli Stati Generali.

Niente paura, però! Non dovrete alzare un dito! Non si tratta infatti, come si usava fare un tempo, di un parlamento con rappresentanti eletti. Quello lo abbiamo già e verrà ascoltato più tardi (si spera). Il voto – per testa – si terrà nelle opportuni sede e la fiducia è che sia approvata qualsiasi idea provenga dal Conte e dagli Stati convocati!

Ministri, sindacalisti, associazioni, tutti sono chiamati a scrivere il futuro del nostro bel paese! A immaginare come ci potremmo riprendere e risollevare dalla crisi economica causata dalla pandemia che ha messo in ginocchio la nostra Nazione! 10 giorni in cui si disegnerà la bozza dei prossimi 10 anni , o meglio il prossimo decennio. Perché questo decennio ha un nome: “Il decennio per il clima”. Pertanto in questi Stati Generali (che poi – di generale – hanno ben poco) sicuramente i temi della riconversione ecologica, della transizione energetica, della crisi climatica avranno un’importanza centrale, un ruolo preminente! Oserei dire che saranno i temi più importanti!

Una ghigliottina, infatti, ci attende. Una ghigliottina molto più ingiusta della sua precedente, poiché non farà alcuna distinzione se non quella di censo. Esatto! Una ghigliottina che penderà sulla testa delle persone meno abbienti e più povere di tutta Italia, Europa, e del Mondo! Non proprio ciò che vorremmo!

Il rischio del collasso climatico e degli ecosistemi, che porterebbe a nuove e più terribili crisi, anche – e soprattutto – sanitarie è più concreto che mai. Motivo per il quale abbiamo deciso di raccogliere queste cahiers de doléances da portare al Re – scusate, intendevo dire al Conte – per far che possa, il nostro paese, prendere le decisioni opportune per guidare l’Europa fuori dai combustibili fossili!

Come società potremmo imparare dalla nostra storia, e abbiamo visto come crisi economiche devastanti debbano essere affrontate. Esistono due vie. Da una parte quella dell’austerity, del taglio della spesa pubblica, delle deregolamentazioni. In breve, il modello 2008. Oppure possiamo scegliere la via dell’intervento pubblico, di enormi piani di trasformazione, ricostruzione e innovamento di un paese. In breve il modello del New Deal.

Se solo ci fosse un progetto tanto grande da richiedere l’intervento da parte dello Stato in tutti i settori dell’economia! Se solo ci fosse l’urgenza per un grandissimo piano di riconversione e ristrutturazione della nostra economia e del nostro sistema produttivo. Se solo ci fosse un progetto così grande – e altrettanto importante – da poter creare milioni di posti di lavoro, garantendo un salario dignitoso a tutte e tutti!

Cittadine e Cittadine, diciamolo chiaro al nostro Re – ancora, perdonatemi, al nostro Conte – questo piano esiste. Questo progetto c’è, e questo piano ha un nome e un cognome. Si chiama #RitornoAlFuturo!


Investire nella transizione ecologica creerebbe milioni di posti di lavoro, e redistribuirebbe le ricchezze. Un grande piano per l’abbandono del fossile vorrebbe dire – per esempio –
efficientare tutti gli edifici pubblici e privati del paese; costruire infrastrutture per le energie rinnovabili; incentivare l’agricoltura locale; investire sulla ricerca scientifica; creare una rete capillare di trasporto pubblico ed elettrificato. Provvedimenti che porterebbero un numero enorme di nuovi posti di lavoro, a cui vanno aggiunti quelli indiretti creati dalla rimessa in circolo dell’economia. Questa volta la crisi potrebbe trasformarsi in un’opportunità per tutti, non in una speculazione per pochi.

Noi, caro Re – ci scusi, caro Conte – rappresentiamo l’intera nazione! Non una parte di essa! Noi siamo la nazione

Il Conte, fino ad ora, non ha fatto che parlare! E noi, il Terzo Stato siamo stufi di non essere ascoltati, stufi dei contentini, stufi che la politica non segua le indicazioni della scienza – o meglio – le segua solo quando fa comodo al Primo Stato!
Noi siamo gli agricoltori, i colletti bianchi, gli operai, i professori, i piccoli commercianti.
Soprattutto, siamo i giovani. Chi dunque oserebbe dire che il Terzo Stato non ha in sé tutto ciò che occorre per formare una nazione completa? Il terzo comprende dunque tutto ciò che appartiene alla nazione; e tutto ciò che non è il terzo non può essere considerato parte della nazione. Che cosa è il Terzo Stato? Tutto.

Questa è l’ultima occasione che abbiamo per andare verso un #RitornoAlFuturo, e l’ultima che abbiamo per riuscire a iniziare il processo di riconversione della nostra economia. Se il Re – scusate, il Conte – non intraprenderà questa strada dovrà risponderne per tutte le generazioni che verranno!

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