Italia, un giugno fresco dopo dodici mesi caldi

14 Giugno 2020

In Italia – Che la prima metà di giugno al Centro-Nord sia instabile e temporalesca non stupisce, ma quella di quest’anno si è fatta notare per i rovesci quotidiani e le temperature sotto media di 2 °C a causa di depressioni estese a tutta Europa. D’altra parte è il primo periodo più fresco del normale dopo una straordinaria sequenza di dodici mesi troppo caldi (giugno 2019–maggio 2020).

Nubifragi domenica 7, strade inondate da acqua e grandine tra Torino e Asti, torrenti in piena nel Varesotto (70 mm di pioggia in un’ora in Valmarchirolo), mentre in Sicilia era estate con scirocco e 35 °C a Siracusa. Lunedì piccolo tornado a Trecate (Novara), senza danni, come in Piemonte orientale era già accaduto il 6 giugno 2009 (Vercelli) e il 6 maggio 2012 (Trino); allagamenti nel Vicentino e Trevigiano (131 mm a Castelfranco Veneto, record per la stazione). Martedì 9 sott’acqua molti edifici e 21 famiglie evacuate a San Mauro Torinese, colate di fango sulle colline del Po, mercoledì imbiancata di grandine Venezia e 63 mm di pioggia in 6 ore a Livorno.

Neve a più riprese a 2000 m sulle Alpi, 40 cm allo Stelvio, ma in questa stagione non è così raro. Per Einaudi esce Prevenire – Manifesto per una tecnopolitica di Paolo Vineis, epidemiologo all’Imperial College di Londra, Luca Carra, giornalista scientifico e Roberto Cingolani, fondatore dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Esortano a una più stretta cooperazione tra politica e scienza per arginare i tre debiti creati dalla crescita economica dell’Antropocene: quello economico e sociale (noto), ambientale (che comincia a essere noto) e cognitivo (poco noto, di cui iniziamo a renderci conto). Problemi complessi, globali e interconnessi dai quali solo la prevenzione può salvarci.

Nel mondo – Violenti temporali anche su gran parte d’Europa. Gravi danni e vetture trascinate via dalle flash-flood in Repubblica Ceca il 7-8 giugno (una vittima), e ad Ajaccio (Corsica) giovedì 11 (stimati da radar 100-120 mm di pioggia in 2 ore). In Svizzera, Locarno e Lugano hanno già ampiamente superato la pioggia media mensile con 247 e 265 mm, temporaneamente chiuso per neve il passo del San Bernardino (2065 m). Domenica scorsa la tempesta tropicale “Cristobal” ha raggiunto la Louisiana scaricando fino a 233 mm di pioggia in 24 ore e causando inondazioni costiere anche in Alabama, Mississippi e Florida. Un’intensa linea di temporali lunga centinaia di chilometri, fenomeno detto “derecho” e raro per la zona, ha spazzato sabato 6 giugno le Montagne Rocciose (vento a 125 km/h a Denver).

Maggio 2020 è stato il più caldo nella serie dal 1907 a Nome, Alaska, e dal 1898 a San Juan, Porto Rico. Record mensile di pioggia a Chicago (241 mm, due volte e mezzo il normale), siccità e incendi invece nel Sud-Ovest americano. Venti vittime per le alluvioni in Cina meridionale (diluvio da 140 mm il 10 giugno a Wuhan), inondazioni anche in Pakistan, Nigeria, Burkina Faso e Ghana.

Se pensavate che al mondo esistessero ancora dei luoghi incontaminati, lo studio Plastic rain in protected areas of the United States, coordinato da Janice Brahney dell’Università dello Utah e pubblicato su Science, spegnerà ogni illusione. Le microplastiche – come le fibre derivanti dal logorio degli abiti sintetici o i minuscoli frammenti in cui i rifiuti abbandonati si sminuzzano – sono così piccole e leggere che, sollevate dal vento, rimangono in sospensione nell’atmosfera e poi vengono di nuovo trascinate al suolo dalla pioggia: si stima che nei parchi nazionali dell’Ovest americano ne cadano mille tonnellate all’anno, come dire cento milioni di bottiglie di plastica, che invisibilmente piovono sulle lande più selvagge d’America anche a centinaia di chilometri dai luoghi d’origine.

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