Il governo sempre appeso a un Matteo

21 Febbraio 2020

Che spettacolo! Rieccoci al governo Conte appeso a un Matteo. Ma è una maledizione? Cos’ha fatto di terribile “Giuseppi”, in una vita precedente, per meritarsi questa pena? Ha pestato talmente i piedi a un Matteo che s’è beccato la profezia nefasta: “Ne incontrerai continuamente sulla tua strada e proveranno in tutti i modi a farti le scarpe”?

Che spettacolo! Il Matteo di Rignano, a oltre tre anni dall’abbandono della politica e a sette dal “basta ai veti dei partitini”, dall’alto della sua creatura da 3-4 per cento (ma c’è chi ipotizza addirittura il 2 per cento e, considerando “un margine d’errore nei sondaggi di 2 punti, potrebbero essere prossimi allo zero”, dicono gli esperti), fa proprio, modernizzandolo, il detto cartesiano: m’agito dunque sono. Incurante dell’opinione degli italiani, che a maggioranza promuovono il blocco della prescrizione e in stragrande maggioranza (77 per cento) pensano che la sua battaglia contro la riforma Bonafede sia fatta al solo scopo di cercare visibilità (le inchieste di amici e parenti non c’entrano, eh), alza ulteriormente il tiro.

Certo, non annuncia la rottura con Conte (ma – spettacolo irresistibile – dichiara che la prossima settimana lo incontrerà “per mettere fine al teatrino”… lui!), ma in compenso non rinuncia alla rottura… (e che rottura):

Punto 1: se non verrà cancellata la riforma della prescrizione entro Pasqua, Italia Viva (e vegeta, soprattutto) presenterà la mozione di sfiducia a Bonafede;

2) abolizione del Reddito di Cittadinanza, che è un “fallimento”, per “mettere i soldi nel taglio delle tasse alle imprese” (aridanghete, i miliardi già dati non bastano? No, visto che non ce ne siamo accorti);

3) elezione diretta del premier, ribattezzato “Sindaco d’Italia”. Tradotto: ora che il governo, faticosamente, ha portato a casa la manovra, disinnescando l’aumento dell’Iva e facendo tornare i conti, si possono far ripartire i giochi di Palazzo. Chessò, un nuovo Nazareno sulle Riforme, che tanta fortuna gli ha già portato una volta… dritto dritto fino a Palazzo Chigi.

E chissenefrega dei 2,3 milioni di italiani in difficoltà che col Reddito di Cittadinanza hanno tirato un respiro di sollievo e dei primi 40 mila che hanno trovato un lavoro (e se lo perdono subito, come raccontato al Fatto, senza Reddito non avrebbero diritto a un sussidio). Chissenefrega se adesso quel respiro torna a bloccarglisi in gola e restano in apnea in attesa di capire se, tra uno slalom pachistano e un convegno saudita, Matthew (aspirato pure lui: fa un po’ Toscana, un po’ ribalta internazionale) avrà la meglio.

Che spettacolo! Sentire l’ex sindaco di Firenze – ed ex presidente della Provincia, ex premier, ex segretario Pd… ex Tutto – lanciare l’elezione diretta del Sindaco d’Italia, manco pensasse di poter essere lui (mica crede davvero che gli italiani lo sceglierebbero? Hanno già dato. Non c’è un Marattin, un Cerno, uno Scalfarotto che gli apra gli occhi? Dobbiamo appellarci alla Boschi?).

Che spettacolo! Che tutto questo venga annunciato – in Parlamento? Macché – a Porta a Porta! Ormai le condizioni/minacce si dettano in tv (o sulla stampa, sui social o al Papeete). D’altronde se le aziende considerano i cittadini consumatori, alcuni politici – forse perché si credono conduttori – ci considerano telespettatori. Che spettacolo, nel vero senso della parola!

Deprimente, ma pur sempre spettacolo. Quando i titoli di coda?

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