Basso Lazio

Aprilia, giustizia fai-da-te. Ucciso un marocchino

Inseguimento e botte, aveva arnesi da scasso: “Omicidio preterintenzionale”

30 Luglio 2018

L’ombra del Farwest ieri è apparsa sulla via Nettunense, la strada che dalla capitale porta sulle spiagge delle vacanze e del sole. Hadj Zaitouni, 43 anni, cittadino marocchino in Italia da tempo, è morto per le percosse ricevute, forse un vero pestaggio. Due gli italiani denunciati a piede libero per omicidio preterintenzionale, una guardia giurata di 42 anni e un autista di 45 anni. Una morte in piena notte appena fuori dal Comune di Aprilia (Latina), dopo un inseguimento e con molte circostanze che solo l’autopsia potrà chiarire. Ma certo arriva nel pieno delle polemiche su Matteo Salvini e la stretta sui migranti, dopo le parole del presidente Sergio Mattarella sul “far west” e i sette incredibili episodi di spari contro gli stranieri da un capo all’altro dell’Italia.

Sono le due di notte. Davanti alla stazione ferroviaria di Campo di Carne c’è ancora il traffico di rientro da Anzio e Nettuno, litorale sud romano. Le telecamere di sorveglianza puntate su un cortile che si affaccia sulla Nettunense mostrano per qualche minuto un rallentamento. Poi, all’improvviso, da una via laterale sbucano i fari di un automobile, che finisce la corsa su un muretto. Un impatto non violentissimo, secondo le prime ricostruzioni. Si intuiscono ombre sulla strada. Arriva un’automobile, di media cilindrata, si ferma nel cortile, scendono tre uomini che fanno avanti e indietro. Sono le uniche immagini, notturne e poco visibili, degli ultimi momenti di Hadj. Saranno le testimonianze a ricostruire quanto accaduto. Poco prima su una Renault Mégane il marocchino, che aveva qualche precedente di polizia per documenti irregolari, era passato con un’altra persona nelle vie adiacenti la Nettunense, in una traversa di via Guardapasso. L’automobile, con targa romena (non risultata rubata), è stata segnalata al 112 da diverse chiamate. E del resto, sull’auto, è stato poi ritrovato uno zainetto con attrezzi da scasso. I residenti racconteranno che stavano in strada, a quell’ora, con l’intera famiglia, figli compresi, ma al momento non ci sono riscontri.

Avvisano i carabinieri, ma in tre decidono di non mollare la macchina sospetta. La giustizia fai da te inizia, con la corsa tra le vie laterali della Nettunense e sulla via Pontina, un inseguimento che termina sul muretto a pochi passi dalla stazione dei treni. Dopo l’impatto il conducente fugge, mentre Hadj viene fermato subito. Quello che avviene in quei minuti convulsi, che porteranno alla morte il marocchino, sarà ricostruito con precisione dalle indagini. Uno dei tre resta indietro, gli altri hanno una colluttazione con il nordafricano. Secondo la loro versione volevano solo fermarlo in attesa dei carabinieri e per ora i referti della visita esterna del cadavere mostrano un solo colpo visibile al volto, in apparenza non mortale. L’hanno colpito, hanno detto, quando lui ha portato la mano al marsupio come se volesse prendere un’arma. Che però non c’era. Uno dei due, l’autista, è scappato, ma poco dopo si è presentato ai carabinieri.

La zona a quell’ora era deserta. I negozi – un bar, una rosticceria turca e una sala slot – erano chiusi da ore. Le indagini dovranno chiarire la presenza in strada dei tre . Non ci sono elementi per sospettare l’esistenza di ronde, almeno nella zona di Campo di Carne dove peraltro negli ultimi mesi si sono registrati solo quattro furti su auto. Lo scorso inverno nell’intera provincia di Latina erano stati segnalati gruppi organizzati – spesso legati ad organizzazioni di destra – che pattugliavano le strade: “Solo qualche episodio marginale – racconta al Fatto quotidiano il sindaco di Aprilia Antonio Terra – organizzato da una lista di destra”. Dieci anni fa la giustizia fai da te ad Aprilia aveva visto un altro morto, in circostanze molto più gravi. Un tabaccaio uccise un ragazzo romeno in fuga dopo aver rubato stecche di sigarette, sparando dal balcone di casa. Lo colpì alle spalle, uccidendolo all’istante.

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