Weinstein e il branco,Tana condanna tutti: l’elenco (ora) è questo

Lo scandalo Weinstein ha fatto da detonatore: ora nessuno a Hollywood può più sentirsi al sicuro, l’effetto valanga è assicurato. Denunce di molestie sessuali, di stupri o comunque di comportamenti inopportuni – etero o gay che fossero – hanno toccato in poche settimane produttori, registi, attori premi Oscar, giornalisti e uomini d’affari raggiungendo anche l’altra sponda dell’Atlantico, non risparmiando Roman Polanski e Lars von Trier.
Mettendo in fila i casi, emergono alcuni elementi comuni. Tra questi, la frustrazione delle vittime verso gli abusi di potere portati avanti uomini più anziani e affermati. La paura di parlare o denunciare all’epoca dei fatti. Il modo i cui le denunce sono state rilanciate: stampa e social media.
I guai di Dustin il “laureato”
Icona per eccellenza del cinema hollywoodiano, protagonista di pellicole memorabili come Il Laureato del 1967 o Rain Man, Dustin Hoffman viene accusato di molestie da due donne.
Dalla rivista Variety la sceneggiatrice e produttrice tv Wendy Riss Gatsiounis denuncia come nel 1991, quando aveva 17 anni ed era autrice di teatro, respinse ripetutamente le avance di Hoffman, tanto da sentirsi dire che le sue sceneggiature non interessavano più. L’attore, oggi 80enne, sostiene di “non ricordare”. Un’altra rivista come l’Hollywood Reporter ha rilanciato l’accusa della scrittrice Anna Graham Hunter, che afferma di essere stata pesantemente palpeggiata sul set di Death of a Salesman (1985) quando era una stagista di 17 anni. “Ho il massimo rispetto per le donne e mi fa sentire male sapere un mio comportamento possa averle messe a disagio”, ha risposto Hoffman in una lettera al magazine.
House of Cards: intrigo bollente
Il regista americano Tony Montana ha denunciato al sito Radar Online di essere stato molestato da Kevin Spacey, protagonista di American Beauty (1999) e House of Cards, in un bar di Los Angeles nel 2003 e di aver subito un trauma per mesi. Prima di lui, l’attore Anthony Rapp (interprete della serie tv Star Trek Discovery) intervistato dal sito Buzzfeed ha rivelato di aver subito avances durante una festa quando lui aveva 14 anni, e Spacey 24. L’attore messicano Roberto Cevazos dalla sua pagina Facebook accusa il premio Oscar di molestie a suo danno (sebbene solo tentate) tra il 2004 e il 2015 quando era direttore dell’Old Vic Theatre di Londra, affermando che “era normale per lui cacciare come prede i giovani attori”.
Come conseguenza del caso Rapp, è stata sospesa la produzione della sesta stagione della serie House of Cards. Spacey si è scusato con Rapp, affermando di essere “sconvolto” nel sentire il racconto, ma di “non ricordare la storia” risalente a più di 30 anni fa; ha aggiunto l’intenzione di volersi curare.
Il regista di X-Men nega tutto
Il Los Angeles Times ha pubblicato l’1 novembre le accuse di sei donne contro Brett Ratner, regista di X-Men. Tra loro anche Olivia Munn, una delle protagoniste della serie The Newsroom: nel 2004, quando lei aveva 24 anni, Ratner l’avrebbe costretta ad osservarlo mentre si masturbava. Un’altra attrice, Natasha Henstridge, racconta di essere stata forzata a un rapporto sessuale quando era una modella di 19 anni (oggi ne ha 43). Rispondendo all’articolo del quotidiano californiano, il legale del regista ha negato ogni responsabilità del suo cliente. Ratner a sua volta ha querelato per calunnia alle Hawaii una donna che da Facebook ha denunciato un presunto stupro di 12 anni fa. Come conseguenza delle accuse, il regista di X-Men ha interrotto il rapporto di collaborazione con la casa di produzione Warner Bros. Lo scandalo ha anche bloccato le riprese del film su Hugh Hefner, il fondatore di Playboy, che Ratner stava iniziando a girare.
Le promesse dello sceneggiatore
Sempre dal Los Angeles Times sono rimbalzate le accuse di 38 donne contro James Toback, 73 anni, una nomination all’Oscar nel 1991 per la sceneggiatura di Bugsy; avrebbe importunato decine giovani attrici con la promessa di farle “diventare star” del cinema. “Se eri nel cinema negli anni 90, sapevi che un predatore sessuale era Weinstein. L’altro era Toback”, ha twittato l’11 ottobre l’attrice Echo Danon. Toback ha negato tutto.
Baci per un posto al New York Times
Michael Oreskes è uno dei giornalisti più noti degli Stati Uniti; due donne sotto anonimato hanno raccontato al Washington Post i baci rubati durante riunioni di lavoro e le proposte indecenti in cambio di un posto al New York Times, quando negli anni 90 era a capo della redazione di Washington, Una seconda accusa si riferisce al 2005, quando era già direttore della National Public Radio (Npr). Oreskes, 63 anni, è stato sospeso dal suo incarico.
I veri lupi di Wall Street
Robert Chow, 56 anni, operatore finanziario, è stato definito il “Weinstein di Wall Street”: il caso è stato sollevato dal Wall Street Journal. Dirigente della Fidelity Investment, multinazionale di trading, Chow è stato accusato di commenti a sfondo sessuale nei confronti delle sue colleghe. Un altro dipendente della società, Gavin Baker, avrebbe molestato una dipendente di 26 anni. Chow si è dimesso, mentre Baker è stato licenziato. Un effetto della linea dura della Fidelity, che ha dichiarato attraverso il suo portavoce come le politiche aziendali “ proibiscono ogni forma di molestia”. E non sembra un caso, come nota il Washington Post, che la Fidelity sia una delle pochissime società nel mondo della finanza guidata da Abigail P. Johnson, considerata fra le donne più potenti di Wall Street.