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Carcere a cielo aperto

Io, divenuto al Mazri, pecora nel gregge dei profughi in fuga

In migliaia accampati nella No Man’s Land tra Balcani e Ue: vestiti fradici, cessi intasati, cellulari scarichi, una sola cisterna per bere

1 Ottobre 2015

Sotto le stelle di Opatovac sono diventato un altro. Mi chiamo Aziz al Mazri, afghano, nato a Kabul il 1° gennaio 1973, non ho documenti e soprattutto: sono una pecora. L’esodo s’è trasformato in transumanza. Siamo migliaia di pecore rinchiuse in questo recinto, che è un carcere transitorio a tutti gli effetti, circondati da cani […]

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