Stop al visto per Breton, Meloni tace e la Lega si schiera con gli Usa: “Decidono loro chi far entrare e chi no”
Mentre la Commissione e il Consiglio Ue insieme a Francia e Germania condannano la decisione degli Stati Uniti di negare il visto all’ex commissario europeo Thierry Breton come rappresaglia per il suo ruolo nell’ideare i regolamenti Ue sui mercati e i servizi digitali, dal governo italiano non arriva alcuna reazione. Palazzo Chigi resta in silenzio, così come i ministeri competenti, lasciando campo libero alla Lega. Che si schiera apertamente dalla parte dell’amministrazione Trump.
In una nota diffusa nel pomeriggio, il partito di Matteo Salvini attacca frontalmente Bruxelles e appoggi la decisione Usa. “A differenza dell’Europa, incapace di difendere sé stessa e i propri cittadini, gli Stati Uniti decidono di mettere regole stabilendo chi far entrare e chi no”, scrive il Carroccio, ostentando l’orgoglio “di essere l’unico partito ad aver votato contro il Digital Services Act“, descritto come “l’anticamera della censura” e una “vera e propria legge-bavaglio europea”.
Non è ovviamente la prima volta che la Lega va allo scontro con Bruxelles sul tema delle regole europee. Ma dietro la nota si intravede anche il cambio di passo sul fronte interno annunciato pochi giorni fa dal deputato leghista Claudio Borghi. Che dopo aver minacciato la crisi se fosse passata la norma sulle pensioni infilata in manovra senza preavviso aveva lanciato un avvertimento esplicito al resto della maggioranza: “Forse qualcuno ha scambiato generosità e spirito di sacrificio con mollezza. Errori in passato ce ne sono stati e ci siamo scusati. Da adesso però forse sarà chiaro che se la Lega dice no è no”.
Da Roma oltre alla Lega, complice il giorno festivo, parla solo qualche esponente dell’opposizione. Per Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione Affari europei, “le restrizioni di viaggio adottate dagli Stati Uniti nei confronti di funzionari e cittadini europei rappresentano un fatto gravissimo e del tutto inaccettabile. Si tratta di un atto senza precedenti nei rapporti tra alleati, che colpisce direttamente l’autonomia, la credibilità e la dignità delle istituzioni dell’Unione europea”. Solidarietà a Breton arriva dal deputato di +Europa Benedetto Della Vedova, che parla di “autoritarismo ottuso” di Trump, mentre il segretario Riccardo Magi chiede che “la premier Meloni e il ministro degli Esteri Tajani” prendano le distanze dal partito di Salvini, “che isola l’Italia in Ue”.
Per Enrico Borghi, vicepresidente di Italia Viva, la decisione “ci riporta in un clima cupo di esasperazione, caccia alle streghe e ‘blacklist’ che fu la caratteristica del clima isterico degli anni ’50 negli Stati Uniti”. “Gli Usa sanzionano Thierry Breton e altre personalità europee perché hanno difeso gli standard europei contro il far west digitale preteso da Washington. Hanno fatto bene il loro lavoro di rappresentanti di un’istituzione democratica che ci protegge. Solidarietà a loro. Aulla Lega che gioisce possiamo solo stendere un velo pietoso”, scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.