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Il traffico? Fondazione Milano-Cortina scarica sui sindaci, che invocano lo Stato. Alla fine pagheremo noi

DIARIO OLIMPICO - Il gigantesco scaricabarile è già cominciato, prima ancora degli ingorghi e delle difficoltà per raggiungere le sedi di gara delle Olimpiadi Invernali 2026

Il gigantesco scaricabarile è già cominciato, prima ancora degli ingorghi e delle difficoltà per raggiungere le sedi di gara delle Olimpiadi Invernali 2026. Fondazione Milano Cortina ha scritto ai Comuni e alle Province ricordando che il compito è adesso sulle loro spalle, perché il caravanserraglio del comitato organizzatore ha una competenza e titolarità limitate alle aree di cui ha il controllo, ma non sulle strade di accesso o sulle vie dei paesi. Quindi la responsabilità di un possibile caos della viabilità (ma anche della pulizia, del decoro, della sicurezza…) ricade a valle, anzi sulle amministrazioni di montagna. Che sono tante e non si limitano alle due Host City, le città ospitanti dei Giochi, ovvero Milano e Cortina.

Sindaci e presidenti di Provincia però non ci stanno a fare da capri espiatori, ben consapevoli che i disagi olimpici ricadranno in primo luogo sulle popolazioni che amministrano, e che si stanno rendendo conto solo ora, a meno di due mesi dall’inizio delle gare, di quanto le Olimpiadi siano luccicanti ed entusiasmanti se viste da lontano, magari in televisione. Da vicino appaiono un coacervo di problemi irrisolti. Per questo la Provincia di Belluno ha risposto a Fondazione Mico invitandola a coinvolgere le autorità statali e l’Anas, visto che i problemi saranno talmente grandi da richiedere una soluzione su scala più ampia.

In questo palleggiamento reciproco non si può non leggere la mostruosa complessità di un’Olimpiade invernale, moltiplicata a dismisura con la delocalizzazione in aree alpine lontane fra loro, a dimostrazione di come, prima di organizzare eventi del genere, servirebbe una sana riflessione sulla loro praticabilità. Ad evidenziarlo è il carteggio intercorso in questi giorni. Da una parte Fondazione Milano Cortina, il dominus assoluto che spende due miliardi di euro per organizzare Olimpiadi e Paralimpiadi. Dall’altra parte la Provincia di Belluno, con una popolazione pari al 4,2 per cento di quella del Veneto.

La lettera di Fondazione Mico è stata inviata a tutte le amministrazioni locali, non solo a Belluno. L’intestazione recita: “Pianificazione e gestione delle attività al di fuori delle aree nella detenzione di Fondazione Milano Cortina 2026”. Il che già delimita un perimetro di azione, sottolineando un proprio “difetto di competenza”. Ovvero: “La scrivente Fondazione può provvedere alla gestione delle aree acquisite in uso esclusivo, mentre non ha alcuna competenza per le attività da espletarsi sul resto del suolo comunale nell’ambito del ‘Venue Approach’, di competenza invece degli enti territoriali e in particolare dei Comuni”. Se la vedano questi ultimi con tutti i servizi e gli aggravi di lavoro che non rientrano nelle zone di gara, con le zone rosse che le delimitano.

Un esempio? Fondazione Mico ribadisce “come i servizi da apprestare in strade e piazze del territorio comunale, quali ad esempio lo sgombero neve e il posizionamento di bagni chimici, torri faro, contenitori rifiuti, segnaletica dedicata, non possano che essere d’interesse e di competenza comunale, fermo il possibile supporto degli altri enti e autorità competenti”. Hanno voluto le Olimpiadi? Si arrangino. “In assenza dei necessari interventi da parte dei Comuni, le relative conseguenze – come l’assenza di pulizia delle strade e le ripercussioni sulla circolazione stradale – dovranno essere sempre gestite a livello comunale, salvo si rendesse necessario l’intervento delle Autorità di pubblica sicurezza e di protezione civile”.

Strana conclusione, considerando che i signori di Fondazione Mico hanno dedicato centinaia di documenti a predisporre la logistica dell’evento, mentre dalla periferia sono venute richieste sempre più pressanti di aiuti anche economici per far fronte alle spese. Nel Bellunese e nel Cadore convivono ormai con l’emergenza della statale Alemagna che con le frane e i cantieri aperti è diventata un percorso ad ostacoli. Non va diversamente in Valtellina, dove raggiungere Bormio e Livigno non sarà meno difficoltoso. In entrambe le realtà il connubio treno-bus navetta verrà messo a dura prova, con un elevatissimo rischio di ingorghi. Per questo la Provincia di Belluno ha risposto a Fondazione Mico in modo molto preoccupato: “Precisando il perimetro di competenza, con riferimento al trasporto spettatori sulla tratta Ponte nelle Alpi-Cortina e Dobbiaco-Cortina, eventuali congestioni del traffico o criticità lungo tali tratti, in particolare nei momenti di massimo afflusso, non sono in alcun modo gestibili dalla Provincia o dal vettore incaricato del trasporto, trattandosi di viabilità statale o comunale esterna alle aree di diretta competenza”.

Se il Comitato organizzatore scarica sulla Provincia, quest’ultima tenta così di rivalersi su Anas e Stato, invitando Fondazione a scrivere al governo italiano e ai Ministeri competenti per ottenere che vengano aumentate le forze dell’ordine impiegate. Dovranno assicurare la sicurezza e la possibilità di raggiungere le sedi di gara senza restare intrappolati come accade in una domenica d’agosto o al ritorno da un weekend sulla neve. Alla fine, a pagare una montagna di soldi per le Olimpiadi saranno sempre e solo i contribuenti.