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La verità dietro il mega zoo del miliardario Ambani: il centro Vantara che dice di salvare animali a rischio estinzione finisce sotto accusa

Il segretariato Cites ha avviato un'indagine sul mega complesso indiano del miliardario Ambani. E ha rilevato, nero su bianco, diverse criticità
La verità dietro il mega zoo del miliardario Ambani: il centro Vantara che dice di salvare animali a rischio estinzione finisce sotto accusa
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Anant Ambani è il figlio minore dell’uomo più ricco d’Asia, che Forbes colloca al diciannovesimo posto tra i miliardari del mondo. Mukesh, il padre, è a capo di un impero industriale che si occupa di petrolio, raffinazione e petrolchimico con un fatturato annuo di circa 20 miliardi di dollari. Da noi – vale a dire, in Occidente – Ambani jr è diventato famoso nel 2024, quando ha organizzato quello che è stato definito il matrimonio dell’anno. Celebrazioni durate mesi, uno stuolo di vip (tra gli altri Rihanna, Drake, Justin Bieber, Kim Kardashian) e di politici (Narendra Modi, Boris Johnson, Tony Blair, il nostro Matteo Renzi). Spesa stimata: 600 milioni di dollari. In casa Ambani, poi, Trump jr (quello che è venuto in Laguna a Venezia a uccidere specie protette) è di famiglia.

Bene, ciò che non tutti sanno è che Ambani guida il più grande e famoso centro al mondo di salvataggio e riabilitazione di animali in pericolo di vita e specie in via d’estinzione: si chiama Vantara (su Instagram ha più di 30 milioni di follower), naturalmente si trova in India, è aperto da un anno e mezzo e conta la bellezza di 150mila animali. Un’enormità. Peraltro, stando a ciò che dicono gli esperti – e pure, superficialmente, a guardare le immagini – garantisce standard elevatissimi nella cura degli esemplari ospitati. Fin qui è tutto bellissimo, il fatto però è che il centro ha un enorme problema.

A rivelarlo ufficialmente – dopo notizie frammentarie e voci che si sono rincorse per mesi – è stato il segretariato Cites, l’organo internazionale che si occupa di commercio di fauna e piante. L’occasione è stata la recente Cop20 a Samarcanda, in Uzbekistan, dove la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo (tutti aderenti alla convenzione Cites) si riuniscono per fare il punto della situazione. Ebbene, il segretariato ha diffuso un documento in cui evidenza la scarsa trasparenza con cui Vantara importa, da tutto il mondo, gli animali, pure quelli per i quali l’acquisizione è vietata salvo caso eccezionali (Appendice I della convenzione), come ghepardi, scimpanzé, gorilla e bonobo. Le accuse, nello specifico, sono state mosse al Greens Zoological Rescue & Rehabilitation Center e al Radha Krishna Temple Elephant Welfare Trust, che sono gestite proprio da Vantara. Nel report si parla di permessi falsificati (come nel caso di otto scimpanzè provenienti dal Camerun), di veri e propri acquisti di animali (cosa che non potrebbe avvenire, come documentato in Repubblica Ceca, con tanto di fatture) e addirittura si fa l’ipotesi – leggendo il dossier, piuttosto concreta – che gli esemplari siano presi in natura, pratica proibita, e spacciati per essere frutto di riproduzione e allevamento in cattività. Insomma, un bel pasticcio per Ambani jr e il suo progetto Vantara. Sì, perché ciò che emerge, ancorché Cites non presenti prove di traffici illeciti, è che Ambani si preoccuperebbe di ingrossare quello che a tutti gli effetti sembra più un enorme zoo.

Prima di redigere il documento, i funzionari Cites hanno visitato Vantara. A Samarcanda, il Comitato permanente Cites ha proposto una sorta di mini sanzione (le sanzioni Cites sono piuttosto efficaci a differenza, per esempio, di quelle della Cop sul clima) nei confronti dell’India, rea di non aver fatto le dovute verifiche sul complesso Vantara. La sanzione suona così: l’India non può emettere ulteriori permessi di importazione per esemplari di specie incluse nell’Appendine I fino a quando non avrà fornito prove sufficienti in cui dimostri di aver attuato verifiche rigorose sugli animali importati, compresa la completa tracciabilità degli esemplari. L’India, dal canto suo, ha prodotto un documento, inoltrato al Cites, nel quale tra le altre cose rigetta la ricostruzione secondo cui sarebbero stati scambiati animali dell’Appendice I per fini commerciali. In ogni caso la sanzione avanzata dal Comitato permanente Cites è stata respinta col voto contrario della maggior parte dei Paesi, salvo quelli appartenenti all’Unione europea. Stando a fonti de ilFattoQuotidiano.it, con la discesa in campo, decisiva, degli Stati Uniti. Sia come sia, non v’è dubbio che su Vantara, e sul miliardario Ambani, si siano allungate ombre che sarà complicato dissipare.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it
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