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Ultimo aggiornamento: 17:17

Gratteri a La7: “Garlasco non c’entra nulla col referendum giustizia. Se ne parla ogni giorno in tv per una precisa strategia politica”

Per il procuratore il caso Garlasco è diventato uno strumento di propaganda anti-magistratura
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“La vicenda giudiziaria del delitto di Garlasco non c’entra assolutamente niente con il referendum sulla separazione delle carriere. Ma non si era sempre detto che fino a quando la sentenza non diventava definitiva tutti eravamo innocenti? Vabbè che in tutte le reti, si dedica a Garlasco mezz’ora al giorno, però dovremmo anche fare un processo”. Così a Dimartedì (La7) il procuratore capo della repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, replica a distanza alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ad Atreju ha invitato il pubblico a votare sì al referendum sulla giustizia “perché non ci debba più essere una vergogna come quella che stiamo vedendo a Garlasco”.

Al conduttore Giovanni Floris, che gli chiede perché tv e giornali danno eccessiva attenzione mediatica al caso Garlasco, Gratteri risponde con toni fermi: “Perché c’è prurigine, c’è la voglia di guardare nel buco della serratura. Un processo di mafia o arresti di 30 persone per traffico internazionale di cocaina dovrebbero interessare di più, sul piano della cronaca giudiziaria”.
“Quindi – incalza Floris – lei pensa ci sia un piano politico dietro la riproposizione dei temi di cronaca giudiziaria?”.
“Sì – risponde il magistrato – si parla di questi errori giudiziari sulle tv e sui giornali in modo sistematico e continuo. Non è un complotto, è una precisa strategia. Perché invece nessuno spiega che il sistema giudiziario, dove e se non funziona, è anche perché non sono state fatte le riforme necessarie e non sono stati attivati i mezzi che servivano?”.

Gratteri commenta poi un sondaggio di Dimartedì, dal quale risulta che, in caso di obbligo di voto al referendum sula separazione delle carriere, il 49,7% voterebbe no: un netto distacco dal 25% di diversi mesi fa. Il magistrato spiega: “Chi è per il sì cerca di anticipare il più possibile, perché loro hanno una macchina migliore. Numericamente parlando, hanno tante testate, tanti giornalisti a supporto“.
Floris replica: “Però lei torna su questo punto: c’è un complotto di politica e giornalisti?”.
“Non è un complotto – ribadisce Gratteri – Certo, ci sono dei giornalisti che rispondono alla politica e anche al proprietario del giornale“.
“Parla di Angelucci?”, chiede il conduttore.
“Non lo so – risponde ironicamente il procuratore – So solo che su quei giornali non ho mai visto un articolo elogiativo su un magistrato”.
“Ah beh, lo pensano così, sono liberi di esprimersi”, commenta Floris.
“Sì – chiosa Gratteri – ma io sono assolutamente per massima libertà e democrazia, io sono per la pluralità assoluta. Purché si scrivano però cose vere”.

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