L’Inter piace, ma dietro soffre: i numeri difensivi preoccupano, dal calciomercato serve urgentemente un centrale
Dirlo a distanza di pochi giorni da una sconfitta particolarmente bruciante in Champions League, sembra quasi un controsenso. Ma l’Inter è bella da vedere. O perlomeno, ci prova a esserlo e sta costruendo, con Chivu in panchina, una sua identità. Che, dati alla mano, è molto offensiva e poco difensiva. Ancora troppo poco difensiva, anzi.
E stupisce, quasi, che a guidare la rosa sia un ex difensore, che proprio con l’Inter aveva dimostrato quanto alla qualità dei piedi (e Chivu, da giocatore, ne aveva davvero tanta) si potesse benissimo abbinare la quantità, l’aggressività. Questa Inter ancora fatica: non è un caso che il tema della difesa sia al centro del dibattito intorno ai nerazzurri. Che hanno giocatori molto avanti con l’età (Acerbi, che si è appena infortunato e resterà fuori per qualche settimana; o De Vrij): una questione che apre a un tema di mercato da risolvere tra gennaio e giugno.
Bastoni e Bisseck, che ha convinto dopo qualche mese definitivamente il suo allenatore, sono le certezze, ma anche a loro è richiesto un salto di qualità per evitare che possano arrivare quei gol all’ultimo decisamente esiziali per le ambizioni nerazzurri. Perché non è solo da risolvere esternamente, col mercato, la questione: serve riflettere e concentrarsi anche su tutta la fase difensiva.
L’Inter, non è un mistero, è tra le squadre con il baricentro più alto di tutta la Serie A. Lo dicono le heatmap, lo conferma il dato altissimo dei falli tattici: con i giocatori che si trovano tanto in avanti, è necessario bloccare il prima possibile le ripartenze avversarie. Con le buone o con le cattive. Ma il problema è proprio questo: qual è la criticità della difesa? Si deve partire dal dato dei gol subiti: 18 totali, di cui 13 in campionato. L’Inter è la settima difesa della Serie A e per una squadra che punta allo scudetto è un campanello d’allarme. Che diventa molto più squillante se si vedono i dati dei gol subiti negli ultimi 15’ di gara: 2 contro la Juventus, 1 contro il Sassuolo, 1 contro la Cremonese (oltre a quelli contro Atletico Madrid e Liverpool). Non può essere più una casualità.
Anzi, se si vede solo la Serie A, si tratta del 30,7% dei gol subiti. Un terzo. Solo Verona (8 gol), Parma, Udinese e Cagliari (tutte a 5 gol) hanno fatto peggio e non si parla di squadre con ambizioni particolarmente elevate. Anzi. Il dato diventa anche più preoccupante se si guardano le percentuali: l’Inter è al 30,7%, il Verona al 38%. Nel mezzo, la Roma (37%), che ha subìto pochissime reti, ma delle 8 prese, 3 sono arrivate proprio alla fine.
Un problema serio per Chivu, che dovrà capire quali corde toccare per sistemare dal punto di vista tecnico, e anche mentale, la situazione. In attesa di quel mercato che non prevede botti particolari, ma quella “giusta attenzione” per citare il presidente Marotta, a cogliere le occasioni. La sensazione è che qualcosa dovrà succedere. L’esame è un po’ per tutti: dirigenti, staff, giocatori. Per continuare a piacere davvero, senza però mezzi termini.