L’Apocalisse climatica un falso? La scienza andrà avanti nonostante le distorsioni di Rampini
di Antonello Pasini*
Recentemente, Federico Rampini, noto giornalista e opinionista molto ascoltato in tv, sui giornali e sui social, ha pubblicato sulle pagine web del Corriere della Sera un suo video dal titolo emblematico: “L’Apocalisse climatica che era un falso”. Vi si parla di un articolo scientifico sui danni economici dei cambiamenti climatici che si prospettano per il futuro a livello mondiale, pubblicato un anno e mezzo fa sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature e recentemente ritirato.
In poche parole, Rampini sostiene che era “pieno zeppo di dati falsi, manipolati, truccati, in modo da ingigantire, appunto, i danni economici del cambiamento climatico” e vuole proporre quella che chiama “una riflessione adeguata sul perché sia stato possibile”, sostenendo che gli scienziati del clima sono diventati “sacerdoti di una religione” che “sacrificano la verità” per “rieducare un’umanità peccaminosa”. Infine, si inoltra in disquisizioni psicologiche sul perché ciò sia stato possibile.
Ebbene, prima di tutto non si tratta di una frode, né di aver presentato dati falsi, manipolati, truccati. Se si vanno a vedere su Nature le motivazioni per il ritiro dell’articolo, si capisce subito che, dopo la pubblicazione dell’articolo stesso, alcuni membri della comunità scientifica hanno fatto notare agli autori che i dati relativi ad un singolo paese, l’Uzbekistan, apparivano poco affidabili e non corretti nel periodo 1995-1999. Questo ha indotto gli autori sia a rimuovere questo paese dall’analisi, sia a correggerne i dati e vederne le influenze sui risultati. Ebbene, questi risultati cambiano, ma di molto poco, lasciando valide le conclusioni sull’influsso molto forte dei cambiamenti climatici sui danni economici e sulla caduta del Pil mondiale. Per intendersi, si parla di passare da 38 mila miliardi di dollari all’anno di costi economici a metà secolo a 32 mila miliardi di dollari, sempre una cifra enorme. Inoltre, c’è ora una minore probabilità che i danni divergano tra i diversi scenari di emissione entro il 2050: ma si scende appena dal 99% al 90% circa.
La rivista allora ha chiesto agli autori di correggere il proprio articolo, ma gli autori hanno considerato che il lavoro da fare non fosse tale da consentire la pubblicazione di un’immediata correzione e hanno preferito ritirare l’articolo per poi ripresentarlo in seguito corretto.
Sacerdoti di una nuova religione? Non mi pare proprio. Questa è la dinamica scientifica, che è molto diversa da quella degli opinionisti, questa sì polarizzata e influenzata dalla peculiare visione del mondo che ognuno di essi ha. Dove la trovi una dinamica che è talmente potente e rigorosa da autocorreggersi se non nella ricerca scientifica?
Prima di parlare con certe considerazioni e certi toni, soprattutto se si vuole fare una “riflessione adeguata”, ognuno dovrebbe guardare la realtà delle cose e non stiracchiarla per corroborare la propria visione preconcetta e/o portare avanti la propria narrazione della realtà. In questo senso, nonostante nei giorni precedenti fosse apparso un articolo proprio sul Corriere dove si discuteva più correttamente di questo ritiro dell’articolo di Nature, mi pare proprio che Rampini abbia fornito informazioni fattualmente false, e questo è grave. Confrontiamoci con i dati di fatto e allora potremo discutere seriamente del problema del cambiamento climatico.
Di una cosa sono sicuro. Nonostante questo mondo attuale della comunicazione “mordi e fuggi”, dove, con messaggi ipersemplificati e polarizzati, ognuno ha il potere di distorcere i risultati scientifici per portare acqua a una certa visione del mondo, la scienza farà il suo corso ineluttabile. Perché nella sua dinamica ha gli anticorpi per debellare qualsiasi virus ideologico gli si dovesse infiltrare.
Mi verrebbe da parafrasare un’espressione di Humphrey Bogart sul potere e l’ineluttabilità del giornalismo, pronunciata nel film L’ultima minaccia mentre la rotativa stampava il giornale con un’inchiesta contro un boss criminale che aveva invece cercato di metterla a tacere: “That’s the press, baby!”. La scienza andrà avanti comunque, ineluttabilmente, nonostante qualsiasi opinionista: “È la scienza, bellezza!”.
*Fisico del clima, CNR