
Ubaldo Manuali, 61 anni, netturbino di Viterbo, sfruttava una presenta somiglianza con l'attore Keanu Reeves. I giudici della Corte d'appello di Roma hanno confermato la sentenza di primo grado
Aveva costruito la sua trappola online con sei profili social, approfittando della sua presunta somiglianza con l’attore Keanu Reeves. Poi, una volta conquistata la fiducia delle vittime, le drogava e le costringeva a subire violenze sessuali, riprendendole a loro insaputa con il telefono. Per questo modus operandi, Ubaldo Manuali, 61 anni, netturbino di Viterbo, è […]
Aveva costruito la sua trappola online con sei profili social, approfittando della sua presunta somiglianza con l’attore Keanu Reeves. Poi, una volta conquistata la fiducia delle vittime, le drogava e le costringeva a subire violenze sessuali, riprendendole a loro insaputa con il telefono. Per questo modus operandi, Ubaldo Manuali, 61 anni, netturbino di Viterbo, è stato condannato anche in appello 9 anni e 10 mesi di carcere. I giudici della Corte d’appello di Roma hanno confermato la sentenza di primo grado.
Gli episodi contestati risalgono tra il settembre 2022 e il gennaio 2023, e hanno avuto luogo in diversi comuni del Lazio: a Capranica, nel Viterbese, e a Riano e Mazzano Romano, in provincia di Frosinone. Secondo la Procura di Viterbo, Manuali avrebbe somministrato a tre donne sostanze narcotiche o psicoattive, inducendole poi a subire rapporti sessuali. In due dei casi, le vittime sarebbero state anche filmate a loro insaputa. Non solo violenza fisica: Manuali avrebbe poi diffuso i video in chat con due amici, aggravando il danno psicologico subito dalle donne.
L’indagine era partita dalla denuncia di una delle vittime e aveva portato all’arresto del netturbino nel settembre 2023. Durante il processo, Manuali ha sempre respinto le accuse, sostenendo che i rapporti fossero consenzienti. All’uscita dal Tribunale dopo il verdetto di primo grado aveva dichiarato: “Sono in mano ai miei avvocati, lo so che non ho fatto quello di cui sono accusato. Non è una sentenza giusta. La verità uscirà fuori”. Ma anche in secondo grado i magistrati lo hanno ritenuto responsabile.