Editoria, la storica casa editrice Allemandi chiude il 2025 in forte crescita, in controtendenza con il settore
In un panorama editoriale ancora attraversato da incertezze — tra la ripresa non omogenea del mercato del libro, la pressione dell’online e le trasformazioni dei modelli di business delle testate culturali — qualche segnale di controtendenza arriva dal settore specializzato. È il caso della torinese Allemandi, storica casa editrice attiva dal 1983, che nel primo anno sotto la nuova compagine societaria annuncia risultati economici ben superiori alle attese.
Il Consiglio di Amministrazione, riunito il 4 dicembre, ha approvato previsioni di chiusura per il 2025 che indicano ricavi oltre i 5,5 milioni di euro, con un incremento di più di due milioni rispetto al budget precedente all’acquisizione. La crescita riguarda sia l’area libri (+105%) sia Il Giornale dell’Arte, che migliora del 36%. Secondo i parametri del settore, la performance consente ad Allemandi di collocarsi tra gli editori di media dimensione.
Accanto all’aumento dei ricavi, la società stima utili per circa 400mila euro, più del doppio rispetto alle previsioni originarie. A incidere, spiegano il presidente Michele Coppola e l’amministratore delegato Luigi Cerutti, sono l’allargamento del pubblico di lettori e inserzionisti, un controllo dei costi ritenuto più rigoroso e una riorganizzazione editoriale avviata dopo l’ingresso dei nuovi responsabili del settore libri e del Giornale dell’Arte, Pietro Della Lucia e Luca Zuccala.
Oltre ai numeri, l’editrice ha puntato su una serie di iniziative considerate strategiche. Tra queste, l’acquisizione della gestione del bookshop della mostra “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale, inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e il volume fotografico di Ray Giubilo dedicato alle ATP Finals di Torino, che ha registrato buoni riscontri commerciali.
Il percorso di rilancio si inserisce in un quadro proprietario completamente rinnovato: nel 2024 i rami industriali della società erano stati acquisiti da Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 della Compagnia di San Paolo e Fondazione CRC, con l’obiettivo dichiarato di restituire ad Allemandi un ruolo di primo piano nell’editoria culturale. Una missione che, nelle intenzioni dei soci, guarda anche oltre la dimensione nazionale.
Sul fronte dell’informazione culturale, rimane centrale Il Giornale dell’Arte, che da oltre quarant’anni rappresenta un osservatorio privilegiato sul sistema artistico italiano e internazionale. Nel 2025 la piattaforma digitale ha ampliato l’offerta con un’area riservata gratuita che mette a disposizione articoli premium e l’intero archivio della testata, digitalizzato e ricercabile.
Il bilancio positivo non cancella le sfide di un settore che continua a confrontarsi con la transizione digitale, la frammentazione dei pubblici e la necessità di modelli sostenibili. Ma indica almeno che, in alcuni segmenti dell’editoria culturale, investimenti strutturati e una chiara identità editoriale possono ancora generare risultati concreti. Per Allemandi, il prossimo passo sarà il nuovo piano industriale, atteso nel corso del 2026: l’obiettivo dichiarato è consolidare la crescita e posizionarsi come player europeo dell’arte e della cultura.