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All’asta il Villaggio olimpico di Sestriere: in passato non l’ha voluto nessuno, ora il costo è raddoppiato (35 milioni di euro)

Tre aste, negli anni scorsi, sono andate deserte: ora ci si riprova
All’asta il Villaggio olimpico di Sestriere: in passato non l’ha voluto nessuno, ora il costo è raddoppiato (35 milioni di euro)
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Chissà se agli atleti sarà mai venuto in mente che quella strana galleria dentro cui si trovavano a camminare, con gli anelli in rame sopra le loro teste, si richiamava alla Belle Époque e doveva – nelle intenzioni dei progettisti – riprodurre i porticati di inizio Novecento. Probabilmente no. Ma a distanza di 19 anni da allora, quando si disputarono le Olimpiadi invernali, la galleria e tutto il complesso del Villaggio olimpico di Sestriere sono ancora alla ricerca di un proprietario. Ebbene sì, perché quell’area di 75mila metri quadrati, sorta nel Comune più alto d’Italia (oltre 2mila metri di quota), non la vuole nessuno. O, per lo meno, è così che sono andate le cose finora.

Il Villaggio olimpico è da pochi giorni tornato all’asta. Era già successo tra il 2022 e il 2023, e i tre appuntamenti erano andati deserti. La base d’asta, allora, era di circa 18 milioni di euro. Ora, a distanza di pochi anni, è salita a quasi 35 milioni di euro. La ragione è che nella vendita sono finiti gli alloggi delle multiproprietà, passati di mano, e che occupano buona parte della volumetria del complesso. Di cosa parliamo, in numeri: 300 stanze per un totale di quasi 1200 posti letto, sei palazzine, le due torri costruite a suo tempo da Gianni Agnelli (“Club Med” e “Valtur”). A cui si aggiunge il blocco centrale dedicato ai servizi comuni: ristorante, sale convegni, centro benessere, cinema-teatro, bar. Nel corso del tempo il Villaggio olimpico è rimasto in buona parte funzionante, trasformandosi in resort e attualmente, come si legge nell’annuncio, “le condizioni manutentive dell’intero complesso immobiliare risultano sostanzialmente buone e non necessitano di alcun intervento”. La gestione è affidata a TH Resort, che da ciò che scrive La Stampa “ha contratti in essere con i tour operator e riempirà il Villaggio durante le settimane bianche ormai pronte al via”.

Sia come sia, da una parte fa specie che dopo quasi 20 anni dai XX Giochi olimpici di Torino il Villaggio di Sestriere non trovi persone disposte ad acquisirlo. Dall’altra, invece, è totalmente comprensibile, trattandosi di una struttura che – ancorché fronte piste da sci – presenta dimensioni non esattamente al passo coi tempi. Va sottolineato che il “fratello” costruito nel capoluogo piemontese ha avuto una sorte ben peggiore: il Villaggio olimpico di Torino è diventato famoso col nome giornalistico di “Calais italiana”, poiché teatro, a partire dal 2013, della più grande occupazione abusiva d’Europa. Ma altre cattedrali nel deserto hanno fatto una brutta fine: il budello di Cesana Torinese, costato circa 110 milioni di euro, e abbandonato poco dopo le Olimpiadi; i trampolini del salto con gli sci di Pragelato, costati poco meno di 35 milioni di euro e poi inutilizzati. La mente corre ai Giochi di Milano-Cortina, con la speranza che dopo la cerimonia di chiusura di Verona non cali il sipario, oltreché sulle gare, sulle strutture – e infrastrutture – costruite tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.

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