
“Il furto dei gioielli della Corona è indubbiamente un segnale d’allarme sul ritmo insufficiente degli investimenti per la sicurezza", ha sottolineato il presidente Pierre Moscovici
Rendersi attrattivi senza rendersi sicuri. A tre settimane dal furto della ‘banda degli operai‘, la Corte dei Conti conferma ciò che già si temeva: il Museo del Louvre di Parigi non ha investito sulla sicurezza. Che ci fossero state mancanze lo aveva già ammesso davanti al Senato francese anche la ministra della cultura Rachida Dati. Ora un rapporto dettagliato rivela che dietro le falle ci sarebbero anche alcune scelte economiche. Il famoso museo parigino, secondo quanto riferito dal presidente della Corte dei conti, l’ex ministro ed ex commissario Ue Pierre Moscovici, ha dato priorità alle operazioni di immagine penalizzando di fatto gli investimenti nella manutenzione e nella ristrutturazione degli edifici e degli impianti tecnici di sicurezza.
“Il furto dei gioielli della Corona è indubbiamente un segnale d’allarme sul ritmo insufficiente” di ammodernamento degli equipaggiamenti legati alla sicurezza del museo, ha spiegato il presidente. Secondo il rapporto, che analizza la gestione dal 2018 al 2024, già da anni era stato messo a punto un piano di modernizzazione delle attrezzature di sicurezza, la cui attuazione continuava però ad essere rinviata “nonostante le abbondanti risorse” disponibili. Moscovici ha fatto specifico riferimento all’inerzia che, a suo dire, ha seguito un audit condotto tra il 2015 e il 2017, che aveva fornito una “panoramica precisa delle debolezze del sistema” e formulato raccomandazioni. “Quasi dieci anni dopo non sono stati in grado di andare oltre la fase degli studi tecnici” sulle raccomandazioni di questo audit, ha lamentato.
Non è tardata ad arrivare la risposta del museo. La direzione del Louvre ha dichiarato di accogliere la maggior parte delle critiche, pur sostenendo che la relazione non riconosca alcune delle misure di sicurezza introdotte, come l’installazione di 134 telecamere digitali mirate a integrare o sostituire i dispositivi obsoleti. Secondo il museo, inoltre, le conclusioni della Corte non tengono in considerazione l’impatto della crisi pandemica da Covid-19 e delle Olimpiadi del 2024.
Il progetto di ristrutturazione del Louvre, voluto da Emmanuel Macron, “è ora stimato in 1,15 miliardi di euro, di cui 481 milioni di euro nei prossimi dieci anni”, dichiara la Corte. Si tratta di un piano già presentato a gennaio 2025, che include i miglioramenti in materia di sicurezza e punta a modernizzare le infrastrutture, ridurre l’affollamento e dedicare una galleria alla Gioconda entro il 2031. I lavori tecnici sarebbero dovuti iniziare l’anno prossimo e la piena attuazione era prevista per il 2032: un ritmo troppo lento secondo la Corte. Per realizzarlo, ora, “serve che il museo riduca le spese in altri settori, come l’acquisizione di opere d’arte e i progetti di ristrutturazione delle sale”.