Ponte sullo stretto, la Corte dei Conti risponde al governo: “Le critiche siano rispettose”. Zaia si smarca: “I magistrati intervengono nel loro spazio”
Da una parte i giudici della Corte dei Conti, che dicono di non volersi sottrarre alle critiche, purché siano rispettose verso il loro operato. Dall’altra qualche voce meno allineata del centrodestra, che prova ad allontanarsi dalla strada tracciata nelle ultime ore dal governo: quella che porta a uno scontro diretto contro i magistrati, nonché a una loro delegittimazione. Nelle ore che seguono la notizia dello stop della Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto di Messina, c’è anche chi prova ridurre l’intensità del conflitto. I giudici contabili hanno cercato di defilarsi dalla polemica politica: la delibera che affossa il progetto della maggioranza, ribadiscono in una nota, è basata su “profili strettamente giuridici”, senza che ci sia “alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”. Posizione che, contro quanto dichiarato dalla maggior parte dei suoi alleati, sembra essere accettata dal leghista Luca Zaia. Il governatore uscente del Veneto ha riconosciuto il ruolo della Corte, sottolineando la mancanza di dialogo “tra gli interlocutori”. A lui si aggiunge il capogruppo FI alla Camera, Paolo Barelli, per cui “la Corte ha fatto il suo lavoro”. Posizioni distanti dalle accuse di “invasione di campo intollerabile” rivolte alle toghe da Meloni, Tajani e Salvini (che oggi si sono riuniti a Palazzo Chigi per tentare di superare la bocciatura della Corte). Attacchi per i quali i giudici contabili hanno incassato la solidarietà dell’Associazione nazionale magistrati: il governo, scrive l’Anm in una nota, dimostra “totale insofferenza al controllo di legalità“.
L’Anm a sostegno dei colleghi – “La nostra solidarietà piena ai colleghi della Corte dei Conti ingiustamente attaccati da esponenti del governo per aver semplicemente svolto una funzione che la legge gli attribuisce a tutela della cittadinanza”, scrive l’Anm in una nota. “I magistrati contabili, come tutti i magistrati, operano con serietà e competenza a tutela delle risorse pubbliche con un compito prezioso per il funzionamento dello Stato. La loro delegittimazione è dannosa perché certifica la totale insofferenza al controllo di legalità che è compito ineludibile delle magistrature, ognuna secondo la propria sfera di competenza”. Anche l’Associazione magistrati Corte dei Conti esprime sconcerto per le reazioni politiche: “Si tratta di affermazioni, peraltro rese in assenza delle motivazioni della decisione, che rischiano di minare nel profondo la fiducia collettiva nelle Istituzioni tutte. Il controllo preventivo di legittimità è una garanzia della conformità dei provvedimenti amministrativi alla legge e del rispetto di tutte le disposizioni che regolano i contratti pubblici. Piena e incondizionata solidarietà ai colleghi che, lungi dallo svolgere un ruolo politico, esercitano, con competenza e dedizione, le funzioni loro assegnate dalla Costituzione e dalla legge, nell’interesse esclusivo dei cittadini e delle istituzioni che queste rappresentano”.
Salvini: “Cantieri a febbraio”. Nordio: “Basta compiti politici ai magistrati” – Nel frattempo a Palazzo Chigi si svolgeva il consiglio dei ministri convocato in emergenza dalla premier. Al termine del vertice, Salvini ha confermato che la bocciatura non li fermerà e che i cantieri “partiranno a febbraio”, “invece che a novembre”. “Abbiamo l’intenzione di rispondere punto per punto alla Corte – aggiunge il ministro delle Infrastrutture -. Attendiamo con estrema tranquillità i rilievi”. Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pur specificando di non voler entrare nel merito della decisione dei magistrati, ha commentato: “In Italia assistiamo ad un processo di giurisdizionalizzazione, ovvero di attribuzione alla magistratura di compiti e censure tipiche della politica. È un problema che andrà risolto con animo freddo e pacato”.
Non tutti compatti nel centrodestra: Zaia e Barelli – Ma non tutto il centrodestra si dimostra unito sulla vicenda. Il presidente uscente del Veneto Luca Zaia sottolinea l’urgenza di affrontare il tema da un punto di vista legale e tecnico, riconoscendo il ruolo della Corte e sottolineando la mancanza di dialogo “tra gli interlocutori”. “La Corte dei Conti interviene nello spazio che gli è riconosciuto”, ha detto. “Sarà il governo a rispondere – ha aggiunto -. È fondamentale dire che si va avanti”. E sulle dichiarazioni di “invasione di campo”, rilasciate da Meloni: “Mi sembra di capire che se si arriva ad una impugnativa di questo genere tra gli interlocutori non ci sia stato dialogo“. Così anche il capogruppo FI alla Camera Paolo Barelli. “La Corte dei conti ha fatto il suo lavoro. Ci saranno delle rettifiche se serviranno per chiarire i punti che la Corte ritiene vadano chiariti. Se è stata una invasione di campo? Non lo so”. A suo avviso “legare la riforma della giustizia col Ponte” è “fantasia“, “non ci allarghiamo in voli pindarici”. A chi sottolinea che è stata la premier Meloni a legare le due cose in un post, ribatte: “I post fanno ormai parte della vita dei cittadini, io li uso poco”.
Le opposizioni: “Risposta del governo inaccettabile” – I sindacati, intanto, condannano la gestione del governo. “Inaccettabile la risposta dell’esecutivo: non sono le toghe a bloccare il Paese, ma l’inadeguatezza di chi governa”, dichiara il segretario confederale della Cgil Gino Giove. Sulle reazioni categorica anche la segretaria del Pd Elly Schlein: “Meloni, con le sue gravi affermazioni contro i magistrati, chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non migliora la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione”. Una posizione condivisa da tutta l’opposizione e ribadita da Nicola Fratoianni di Avs. Parlando con i cronisti a margine del presidio di fronte all’ospedale di Treviso, afferma: “Invece di buttare 14 miliardi di euro in quell’opera la destra li utilizzi piuttosto per rafforzare la sanità pubblica che è allo stremo”.