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Ti ricordi… Lo strano boicottaggio di 50 anni fa: quando la Lazio di Lenzini si rifiutò di giocare contro il Barcellona

Era il 1975 e la Spagna stava vivendo gli ultimi mesi del regime di Franco: i biancocelesti, per volontà del presidente, decisero di non giocare l'andata dei 16esimi di Coppa Uefa. Una scelta dovuta a motivazioni mai chiarite e che rimarrà un unicum
Ti ricordi… Lo strano boicottaggio di 50 anni fa: quando la Lazio di Lenzini si rifiutò di giocare contro il Barcellona
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Giocare o non giocare? Prendi la partita contro Israele della nazionale ed ecco che l’interrogativo arriva ad alimentare il dibattito. Una situazione che non si affaccia nel calcio italico solo negli ultimi anni: cinquant’anni fa, nell’ottobre del ’75, la Lazio per protesta rifiutò di giocare contro il Barcellona in Coppa Uefa. Lo scudetto del ’74 era alle spalle, nella stagione precedente era arrivato un buon quarto posto e la volontà della società biancoceleste era quella di restare nelle alte sfere della Serie A, ma ovviamente anche di arrivare più avanti possibile in Coppa Uefa.

Maestrelli era stato sostituito da Giulio Corsini, la campagna acquisti non era stata scoppiettante, ma il blocco storico era confermato, con Chinaglia però con un piede già in America. E non era neppure iniziata male la stagione: in Coppa Italia il turno era stato superato agevolmente, peraltro non subendo gol in quattro partite. In Serie A l’esordio a Genova aveva visto i biancocelesti battere la Samp con gol di Giordano, in Coppa Uefa una tripletta di Chinaglia a Roma aveva ribaltato ai supplementari il Cernomorec, vittorioso di misura nella gara d’andata.
Per i sedicesimi di finale l’urna europea opporrà ai biancocelesti il Barcellona di Cruijff.

Un club della Spagna di Franco, nel momento più duro della dittatura: proprio in quei giorni erano state giustiziate cinque persone, 3 membri del Frap (Fronte Patriottico Riovoluzionario Antifascista) e 2 dell’Eta. L’andata dovrebbe giocarsi a Roma il 22 ottobre ma la Lazio con il presidente Umberto Lenzini esprime perplessità. La situazione in tutta Europa infatti era calda: proteste e manifestazioni scoppiarono ovunque, addirittura in Svizzera fu occupata l’ambasciata spagnola, in Portogallo e in Belgio le ambasciate furono messe a soqquadro. Persino il Papa intervenne nel suo discorso domenicale in piazza per chiedere clemenza a Franco.

Il presidente Lenzini riuscì a ottenere che prima della gara d’esordio contro la Samp a Genova venisse osservato un minuto di silenzio per gli attivisti uccisi dal regime, e inviò a Berna, all’epoca ancora sede dell’Uefa, un dossier in cui venivano evidenziate tutte le perplessità relative alla gara: dalle dichiarazioni in merito di esponenti politici, ai disordini che già c’erano stati in tutta Europa, al clima che si era creato già subito dopo il sorteggio e che avrebbe fatto svolgere la partita con un rischio di incidenti altissimo. Diversa la posizione dei calciatori biancocelesti che manifestano la volontà di giocarla, quella partita. Idem ovviamente per il Barcellona che dal canto suo chiede alla Lazio di trovare un albergo nella capitale minacciando la società biancoceleste, in caso di forfait, di dover corrispondere pure il mancato guadagno.

In realtà il tutto avviene in un clima ambiguo: la Lazio non cita mai come motivo del forfait la protesta antifranchista e cerca la sponda della politica paventando i problemi di ordine pubblico, la politica nicchia rimandando la palla nel campo degli affari sportivi e aspettando che sia l’Uefa a decidere, ma non avviene neppure questo. E infatti su La Stampa del 10 ottobre del 1975, a una settimana dalla gara, un fondo recita: “Ci si limita a questioni di carattere pratico o a citare le dichiarazioni di qualche personaggio. Invece è necessaria molta chiarezza: dire che la partita non s’ha da fare o, se messa in altri termini, che si deve giocare. Non sarebbe meglio invece riconoscere che la Spagna di oggi va isolata con qualsiasi mezzo a disposizione, anche quello offerto da un incontro di calcio. Non giocare e dirlo molto chiaramente”.

Di chiaro invece ci sarà solo l’intenzione di Lenzini di non giocare la gara, che infatti non si giocherà, ma con i biancocelesti costretti a giocare il ritorno a Barcellona, per giunta in una situazione assurda: l’Uefa infatti comunica che la Lazio è squalificata in partenza, pure vincendo 4 a 0 in Spagna ribaltando il 3 a 0 a tavolino sarebbe fuori. E quattro a zero invece vince il Barcellona. Peraltro la decisione biancoceleste sarà un unicum in quella stagione: nessun’altra squadra europea si farà problemi ad affrontare le squadre spagnole. Anche perché di lì a un mese Franco morirà e con lui il regime. Dopo il 1975 Lazio e Barcellona non si sono mai più incontrate in gare ufficiali.

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