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La Lipu contro la legge sulla caccia: “La premier Meloni non può celebrare San Francesco e poi autorizzare la strage di uccelli”

L'associazione ha lanciato sul suo sito una raccolta-firme contro la liberalizzazione dell’attività venatoria: "Si tratta di un provvedimento che ci riporta indietro di 60 anni". Prevista la cattura di specie migratorie e doppiette in azione a febbraio
La Lipu contro la legge sulla caccia: “La premier Meloni non può celebrare San Francesco e poi autorizzare la strage di uccelli”
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“È dovere diretto della Presidente Giorgia Meloni, visto il coinvolgimento del Consiglio dei Ministri nel dare il via libera al Ddl Malan, fermare il peggior disegno di legge della storia recente italiana in tema di natura. Se approvato, sarebbe uno sterminio, come negli anni Sessanta”. È con questa premessa che la Lipu lancia, sul proprio sito web, la raccolta firme contro il disegno di legge A.S. 1552 di liberalizzazione dell’attività venatoria del senatore Malan ma sostenuto da maggioranza e governo. Un provvedimento che ci riporta indietro di 60 anni, a quando si cacciava in primavera, si catturavano senza sosta piccoli uccelli migratori e pochissime regole governavano l’attività venatoria.

La petizione, pubblicata alla pagina https://nocacciaselvaggia.lipu.it/, si rivolge direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla quale chiede di fermare il disegno di legge. Un provvedimento che smantellerebbe le legge 157/1992, la quale ha rappresentato un limite importante alla caccia e uno strumento di tutela delle specie, in particolare, degli uccelli selvatici. Una legge che andrebbe migliorata nel senso delle misure di protezione e dell’attuazione piena e non certo della distruzione di natura.

Attualmente in discussione al Senato, il disegno di legge 1552 Malan, se approvato, regalerebbe ai cacciatori anzitutto due grandi sogni: la riapertura degli impianti di cattura degli uccelli a fini di richiamo vivo e la caccia a febbraio, in piena migrazione prenuziale degli uccelli. Due elementi gravissimi, che meriterebbero da soli una sonora bocciatura della proposta. Ad aggravare il quadro, il disegno di legge prevede la caccia in aree demaniali, la liberalizzazione degli appostamenti fissi dai quali sparano i cacciatori, la caccia aperta tutto l’anno nelle aziende faunistico venatorie, la possibile riduzione delle aree protette, la licenza di caccia automatica ai cacciatori stranieri, lo svilimento del ruolo dell’Ispra e della scienza e altro ancora.

Di fronte a queste gravi minacce per la biodiversità, che si aggiungono a problemi drammatici come quelli causati dai cambiamenti climatici e dalla distruzione di habitat naturali, la Lipu si mobilita e da oggi lancia dunque una petizione sul proprio sito web, chiamando in causa direttamente la Presidente del Consiglio. “Chiediamo alla presidente Meloni – dichiara Alessandro Polinori, presidente della Lipu – di intervenire con decisione, nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che mette la natura tra i valori più nobili della Repubblica e fermare un atto che è gravissimo per la natura, portatore di infrazioni comunitarie, generatore di disturbo e pericolo per le persone e mortificante per decenni di crescita educativa e culturale del nostro Paese”.

“Alla Presidente Meloni – conclude Polinori – diciamo inoltre: non si può celebrare San Francesco, che era consapevole, già secoli fa, di quanto gli uccelli siano preziosi, e al tempo stesso favorire atti che abbatteranno, cattureranno, uccideranno gli uccelli migratori. È irresponsabile e ingiusto. Intervenga e fermi caccia selvaggia”.

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