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La Israel-Premier Tech cambierà nome e bandiera, è ufficiale: “Ci allontaniamo dall’identità israeliana”. Saluta anche il presidente-fondatore

Il team aveva subito pressioni pesantissime, soprattutto durante la Vuelta in Spagna e nei giorni scorsi aveva annunciato la decisione di rinunciare alle gare in Italia
La Israel-Premier Tech cambierà nome e bandiera, è ufficiale: “Ci allontaniamo dall’identità israeliana”. Saluta anche il presidente-fondatore
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La Israel-Premier Tech non esisterà più. O meglio, cambierà totalmente la propria identità: via ogni riferimento a Israele, cambio nome, cambio bandiera. “Abbiamo deciso di rinominare il team e rinnovare il marchio, allontanandoci dall’attuale identità israeliana“, si legge in una nota ufficiale sul sito del team ciclistico, che fa anche sapere che il presidente dell’organizzazione, il milionario sionista Sylvan Adams, saluterà a partire dal 2026 e “non parlerà più a nome del team, per concentrarsi sul suo ruolo di presidente del Congresso ebraico mondiale”.

Il team era finito al centro di numerose polemiche negli ultimi mesi, in particolare durante la Vuelta di Spagna 2025, dove erano state numerosissime le proteste contro il genocidio a Gaza e contro la presenza della squadra israeliana nella competizione. Diverse proteste, tappe accorciate, una anche senza un vincitore, e addirittura l’ultima annullata per i tantissimi disordini, nonostante un servizio d’ordine corposo. Manifestazioni rumorose che hanno scosso il mondo del ciclismo internazionale, al punto che anche la Factor Bikes – azienda che fornisce le bici al team – aveva messo in dubbio il rapporto di collaborazione, facendo pressione sul cambio nome e di bandiera.

Il team Israel-Premier Tech non è legato direttamente allo Stato, ma è finanziato dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams e dall’uomo d’affari americano Ron Baron. E proprio Adams, appunto, adesso ha deciso di tirarsi fuori dalla squadra, visto anche il suo coinvolgimento quotidiano in questioni politiche. La squadra era inoltre in grosse difficoltà negli ultimi tempi: per il 2026 al momento sono soltanto 17 i corridori sotto contratto e il team ha perso ciclisti chiave. Derek Gee ha risolto il contratto prima della Vuelta per “motivi legittimi”, Matthew Riccitello, una delle rivelazioni del team, ha già annunciato il suo passaggio a Decathlon. Persino Chris Froome, azionista di Factor e ancora membro della Israel Premier-Tech, ha messo in dubbio il suo futuro.

Situazione che potrebbe cambiare adesso con il cambio nome, marchio e bandiera. Già nelle ultime gare a cui aveva partecipato, la Israel-Premier Tech aveva utilizzato il nome IPT, senza alcun riferimento a Israele. Una situazione che era diventata insostenibile per il team, al punto che negli scorsi giorni – dopo le numerosissime proteste pro Palestina in Italia – il team aveva deciso di rinunciare a tutte le gare italiane in programma in questi giorni, alcune anche di grande rilevanza. Il team non ha partecipato al Giro dell’Emilia (4 ottobre), alla Coppa Agostoni (5 ottobre), alla Coppa Bernocchi (6 ottobre) e non parteciperà alla Tre Valli Varesine (7 ottobre) e al Gran Piemonte (9 ottobre) e probabilmente nemmeno al Giro della Lombardia (11 ottobre).

“Il team è orgoglioso dei suoi successi su strada, ma ancora di più della cultura aziendale che ha costruito al suo interno. Questa cultura è stata la base che ha permesso al team di superare le sfide degli ultimi mesi, sostenendo fermamente i nostri corridori e il nostro staff durante un periodo veramente difficile. In tutto questo tempo, i proprietari e il management del team hanno riconosciuto la necessità di un cambiamento”, si legge nella nota del team, che si prepara così a una nuova era dopo le pressioni subite negli ultimi mesi.

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