“Basta genocidio”. Lo dicono le oltre cinquantamila persone che hanno partecipato al corteo dello sciopero generale di Torino. Cuochi, maestri, operai, pensionati. “Altro che weekend lungo” riflette un’aiuto cuoca di una rsa – Lavoro domani e dopodomani ma sono qui per chiedere a Israele di fermarsi”. Accanto a lei c’è un professore di filosofia e storia di un liceo: “Non si può non empatizzare con la popolazione di Gaza”. Anche lui ha rinunciato a un giorno di stipendio per partecipare allo sciopero. “Rinunciamo a circa 90 euro” racconta un operaio di un’azienda dell’aeronautica che chiede al governo italiano di interrompere “le forniture di armi dall’Italia verso Israele”. Un operaio della Pirelli aggiunge un’altra richiesta: “Stop agli scambi commerciali”. E c’è chi, come un pensionato, non “vedeva tanta gente in piazza da tanti anni”.
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